Da un nostro collaboratore in Germania

Dresda, il bombardamento del '45 detta l'appuntamento neonazista

La città fu letteralmente cancellata dal bombardamento alleato del 13 febbraio 1945, a guerra praticamente conclusa. Oggi i neonazisti tedeschi (e non solo) sfruttano l'anniversario del bombardamento per una manifestazione che rilancia le parole d'ordine del nazionalismo e del razzismo. Il racconto della giornata da Dresda.
23 febbraio 2008 - Gennaro Imbriano

npd Dresda, 16 febbraio 2008. Alle dieci del mattino un pezzo del centro della città è paralizzato, bloccato. Completamente chiuso al traffico e invaso da migliaia di uomini e mezzi della polizia. Un pezzo importante della città: pieno centro storico, “Am Zwingerteich”, nei pressi del meraviglioso Zwinger, uno dei simboli della bellezza di Dresda; e poi Theater Platz, la storica piazza con il Semperoper e la Frauenkirche, il castello e la Brühlsche Terrasse, con vista mozzafiato sull’Elba; l’Augustusbrücke, il ponte più antico e più bello che attraversa il fiume, che porta dall’altra parte della città, la Neustadt; e ancora il Marienbrücke e Postplatz. Il motivo? Una manifestazione di neonazisti. A dire la verità, non solo una manifestazione, qualcosa di più: un appuntamento oramai fisso, in cui i nazi di tutta la Germania (talvolta con la presenza anche di “delegazioni” estere) si danno appuntamento per marciare sulla città. Sabato erano almeno 4.000 (6.000 si legge sui loro siti internet). Lo spiegamento di polizia è impressionante. Migliaia di uomini e mezzi. Qualche turista non bene informato di quanto stia accadendo si gira intorno attonito e chiede sconcertato lumi alla polizia o ai passanti curiosi.

Intanto, qualche strada più in là, vicino alla stazione centrale, nonostante il divieto della polizia, gli antifascisti sono pronti a dare avvio alla loro contromanifestazione per bloccare la “Trauermarsch”, la “marcia del lutto” dei Neonazisti…

Eh già, perché se i nazisti possono marciare senza divieti, scortati e protetti dalla polizia, nel cuore di Dresda, per gli “Antifaschistischen” qualche piccolo problema c’è..

dresda Ma andiamo con ordine. 13 febbraio 1945: a guerra praticamente finita – mancava solo oramai il sigillo finale alla vittoria degli alleati, e la partita si giocava già tra potenze occidentali e Urss per il controllo dell’Europa e della Germania – gli angloamericani pensano bene di dare una prova di forza impressionante al mondo intero. Un inutile (strategicamente e militarmente) quanto utilissimo (politicamente) bombardamento cancella Dresda. Rasa completamnete al suolo, distrutta. Non resta in piedi nulla. È il colpo di grazia per il III Reich, ma è ancor di più un segnale per l’Urss e gli (oramai ex) alleati sovietici. Un colpo simile a quello di Hiroshima, fortunatamente privo della micidiale atomica. Un boccone ghiottissimo, oggi, per i neonazisti tedeschi; la strumentalizzazione del bombardamento del ‘45, nonché degli anni della DDR e della Stasi, la polizia segreta della SED, il partito al potere a Berlino Est, è funzionale a una operazione politica che, purtroppo, da queste parti non registra poco seguito: gettare oblio sui crimini nazisti per far apparire le vicende della Germania dagli anni del ’45 in poi come una continua violenza subita prima dagli Americani, poi dai Russi; animare un revanscismo e un nazionalismo feroce che in verità maschera – nemmeno troppo – il nuovo razzismo e il rinnovato antisemitismo dell’NPD, il “partito nazionaldemocratico tedesco”. Non pochi risultati dunque, se è vero che le teste rasatre erano almeno 4000.

antifa dresda Come dicevamo, gli antifasciti hanno preparato una contromanifestazione (che in verità era il momento conclusivo di tre giornate di mobilitazione contro la marcia dei nazi e il revisionismo storico); la polizia la ha vietata per motivi di sicurezza. Nonostante l’incredibile divieto (avallato anche dal governo locale della città, che non ha mai vietato la piazza all’NPD), gli antifascisti si sono dati appuntamento e sono regolarmente partiti con il loro corteo. Qualche scaramuccia con la polizia, che ritardava la partenza per evitare il contatto tra i due cortei. Poi qualche vetrina dei negozi “Tønsberg”, che vendono abbigliamento e “oggetti di moda nazi”, va in frantumi. [Guarda il video messo in rete dagli antifascisti]

Intanto dall’altra parte della città si prepara la contromanifestazione più grande, quella di cittadini e società civile; qui ci sono diverse migliaia di persone, circa 6.000; parte da Neustädter Markt e presidia un altro ponte, il Carolabrücke: lì dovrebbe passare ufficialmente il corteo dei Nazi, per tornare verso il punto di partenza e mettere in scena una provocazione: sfilare accanto alla Sinagoga; da giorni c’è un appello della comunità ebraica perché la cittadinanza si stringa intorno alla sinagoga e la polizia vieti questo passaggio; un passaggio condito da un’altra provocazione, quella della parola d’ordine della “Aufmarsch” dei nazi: mai più “Bombenholocaust”, mai più bombe-olocausto. Proprio alla sinagoga si incontrano antifascisti e “società civile”; vola qualche insulto, qualche parola di rabbia; ma l’incontro inatteso tra gli Autonomen e la società civile, una società civile spesso assente e poco coraggiosa, troppo spesso silenziosa e asfittica, finisce nelle parole di Nora Goldenbogen, presidentessa della comunità ebraica, che ringrazia tutti per avere con la loro presenza e i loro corpi impedito ai nazi di sfilare davanti alla sonagoga. E infatti la prevista provocazione deve rientrare. Attraversato il primo ponte, l’Augustbrücke, i nazi devono fare marcia indietro e tornare verso il Marienbrücke. Proprio nei pressi dell’Augustbrücke un breve faccia a faccia tra gli antifascisti e i nazi, con contatto evitato dalla polizia.

antofa dresda "Dresden grüßt seine Gäste…auf Nazis verzichten wir!“ – “Dresda saluta i suoi ospiti...ai nazi rinunciamo!”, così una grosso striscione campeggia su un palazzo del centro, proprio nei pressi del luogo scelto dalla JLO, “Junge Landsmannschaft Ostdeutschland” (gruppo giovanile che ha organizzato la marcia, legato all’NPD); certo è stato impedito che migliaia di teste rasate marciassero verso la sinagoga, e in più si è riusciti a fare vita ad un corteo inizialmente vietato. Tuttavia, sembra ancora lontano il giorno in cui la Germania dell’Est rinunci davvero alla nostalgia del III Reich e in cui attorno all’NPD si faccia il vuoto sociale in termini di consensi e simpatia.