Giovedì 22 novembre ore 9,30 Facoltà di Scienze Politiche

Ceti medi senza futuro?

Sergio Bologna, Raffaella Lamberti, Christian Marazzi presentano e discutono il volume "Ceti medi senza futuro. Note, Storie e acrobazie sui lavori contemporanei" di Sergio Bologna.

Giovedì 22 novembre Ore 9,30
Università degli Studi di Bologna
Aula dei Poeti - Facoltà di Scienze Politiche
Strada Maggiore, 45 – Bologna

Ceti medi senza futuro? Note, storie e acrobazie sui lavori contemporanei (DeriveApprodi, Roma 2007).

Introduce l’incontro con l'autore il Prof. Michele La Rosa e coordina Federico Chicchi del Dipartimento di Sociologia.

Sergio Bologna ha insegnato Storia del movimento operaio e della società industriale in diversi atenei in Italia e all’estero dal 1966 al 1983. Negli anni Settanta ha fondato e diretto la rivista «Primo Maggio».
Dal 1985 svolge attività di consulenza per grandi imprese e istituzioni.
Il libro affronta il problema della crisi del ceto medio, uno dei grandi temi della politica nei Paesi occidentali.
A lungo negato – soprattutto in Italia – e oscurato dalla grande visibilità e drammaticità del fenomeno dell’immigrazione, trova le sue radici nelle trasformazioni del lavoro e delle imprese. È la tesi di fondo di questi scritti, diversa dalle interpretazioni correnti che tendono a spiegare tutto con il fenomeno della globalizzazione. Le trasformazioni del modo di lavorare e di organizzare la giornata lavorativa hanno prodotto un forte cambiamento antropologico, non privo di ricadute, anche economiche, sui soggetti che ne sono coinvolti.
L’attenzione e l’analisi di Sergio Bologna si concentrano sul lavoro autonomo, sul lavoro precario ma soprattutto sul lavoro «di conoscenza», su quei lavoratori più preparati e intellettualmente formati che vedono peggiorate le loro condizioni di vita e messe al macero le loro intelligenze. Per l’autore è qui che si annida il disagio più forte. Eppure ci sono segnali di trasformazione: poco a poco questi lavoratori e una parte del ceto medio sembrano prendere coscienza e cominciano a organizzarsi in forme sindacali e di autotutela.