Dopo la morte di Edhmun Hiden

Venerdì 1, al Maggiore contro gli eccessi del TSO

A pochi giorni dal caso del ragazzo nigeriano morto in circostanze poco chiare durante il Trattamento Sanitario Obbligatorio, la Lista Reno per il rilancio dello Stato Sociale e il Telefono Viola daranno vita ad un presidio informativo di fronte all'Ospedale Maggiore.
31 maggio 2007

Il Telefono Viola di Bologna annuncia che sarà presente venerdì 1 giugno al presidio che si terrà alle ore 9 di fronte all'Ospedale Maggiore, organizzato dalla Lista Reno dopo la morte di Edhmun Hiden.
La storia di questo giovane nigeriano ha trovato spazio nella cronaca nera dei giorni scorsi a causa delle circostanze poco chiarite del suo decesso. Hiden, 34 anni, era stato ricoverato qualche giorno prima in ospedale. Il paziente versava in uno stato psichico confuso e più volte aveva già subito trattamenti psichiatrici. Quando hanno tentato di somministrargli il trattamento sanitario obbligatorio l'uomo si è energicamente rifiutato, tanto da spingere i medici a richiedere l'intervento delle forze dell'ordine. La versione della Questura afferma che l'uomo ha perso conoscenza mentre i poliziotti, arrivati con una volante, hanno cercato di convincere l'uomo a lasciarsi legare al letto, secondo la disposizione della dottoressa di turno. Ad un certo punto l'uomo ha perso conoscenza e nonostante i tentativi di massaggio cardiaco, effettuati dagli uomini del pronto soccorso spostando l'uomo a terra perchè necessitano di una superficie di resistenza, è deceduto. Si ipotizza un infarto dunque, ma sarà solo l'autopsia, di cui si occuperà il dott. Corrado Cipolla d'Abruzzo a stabilirlo.

Nel frattempo i familiari hanno dato una versione completamente diversa dell'accaduto: una sorella del nigeriano in particolare afferma che Hiden sia stato picchiato e sia caduto a terra prima di perdere definitivamente conoscenza. Per cercare di provare la loro versione i familiari hanno scattato una foto con il cellulare. La stessa sorella ha messo in relazione il decesso con l'arrivo della polizia. É stato aperto un fascicolo per omicidio colposo dal pm Enrico Cieri, che comunque ha già affermato che sul corpo non sono stati trovati segni di violenza. Ai fini dell'indagine sono stati predisposti anche l'esame tossicologico, l'analisi della cartella clinica (il paziente era affetto da HIV) e del tracciato del defibrillatore utilizzato per tentare di rianimarlo.

Il presidio di venerdì è organizzato dalla lista civica Lista Reno per il Rilancio dello Stato Sociale, che propone questa occasione d'informazione di fronte all'Ospedale Maggiore per non lasciare cadere nel dimenticatoio quest'episodio, ma anche per manifestare contro l'utilizzo diffuso di presidi contenitivi nel trattamento dei pazienti psichiatrici, contro il ricorso con eccessiva frequenza al Trattamento Sanitario Obbligatorio e contro l'eccessivo uso di psicofarmaci nel trattamento dei pazienti psichiatrici.

 


 

> Guarda il video della manifestazione (di Christian Brogi)

Video sulla manifestazione di protesta per la morte assurda di Edhmun Hiden,nigeriano di 34 anni che lasciava la moglie incinta e sorella.
La comunità intera vista la popolarità dell' uomo si ribella e scende in piazza chiedendo spiegazioni perchè due pattuglie di polizia sono entrate all'interno di un reparto psichiatrico e ci sono voluti 4 poliziotti e vari infermieri per immobilizzare l'uomo che non aveva fatto del male mai a nessuno in tutta la sua vita, ma se ricordiamo anche l'ambulante in Sardegna (CASU) non bisogna necessariamente far qualcosa di male per finire in psichiatria e morirne delle sue "cure". La sorella di Edmund ha ripreso in diretta la scena della morte del fratello attraverso il vetro del reparto con uno scatto del cellulare, ritraendo i poliziotti in intorno al suo cadavere. L'autopsia ha stabilito che Edmund è morto d'infarto, ma certo l'essere legato e sedato e braccato dal personale psichiatrico e dalla polizia non ha certo aiutato a tranquillizzarlo. A maggior ragione, una persona con il quore debole dovrebbe essere trattata con ancor più delicatezza.