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Zaky, studenti si incatenano davanti al rettorato: “Basta rapporti con l’Egitto”

Làbas e Saperi Naviganti manifestano legati in via Zamboni per lo studente arrestato: “Oltre 100 giorni di detenzione per Patrick e totale assenza di iniziative per la sua liberazione dalle istituzioni”. Consegnate quasi mille firme al prorettore, che accorda incontro. Dal Cairo intanto, dopo un ulteriore slittamento dell’udienza, sono attesi aggiornamenti per domani.

22 Maggio 2020 - 17:07

“Oggi studenti e studentesse si sono incatenati davanti al Rettorato dell’università di Bologna per denunciare gli oltre 100 giorni di detenzione di Patrick Zaki e la totale assenza di iniziative per la sua liberazione da parte delle istituzioni”. A dare vita al sit-in in solidarietà allo studente arrestato lo scorso febbraio al Cairo con le accuse di sedizione sui social e apologia di terrorismo sono state questa mattina attiviste e attivisti di Làbas e del collettivo Saperi Naviganti, che spiegano anche di aver chiesto fin dal momento dell’arresto del giovane iscritto al master in studi di genere dell’Università di Bologna “l’interruzione dei rapporti tra Unibo e la dittatura sanguinaria di Al Sisi”, mentre “oggi abbiamo consegnato le 935 firme raccolte prima del lockdown. A seguito di un colloquio, il Prorettore Mirko Degli Esposti ci ha garantito un incontro per discutere di queste richieste. Continueremo la mobilitazione fino a quando Patrick non sarà liberato! #FreePatrick”.

Intanto l’ultima udienza per la custodia cautelare di Patrick è slittata di nuovo, dopo che due settimane fa i giudici egiziani avevano stabilito un ulteriore prolungamento di quindici giorni (sebbene Zaky ne avesse già scontati 45 in precedenza, senza che vi fosse alcun rinnovo del provvedimento). Nuovi sviluppi dal Cairo sarebbero attesi per la giornata di domani, ma come spiegano gli avvocati del giovane in Egitto questo “sabato è festa quindi sarà difficile conoscere la decisione entro quel giorno”.