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Visita al Comune: “Le maschere bianche non hanno dimora!”

Ieri le/gli attiviste/i de Il Padrone di Merda in Liber Paradisus. Sempre ieri, sciopero del personale Tper indetto dall’Usb: “L’azienda si ostina a respingere tutte le richieste delle lavoratrici e lavoratori”. In Comune tra Covid e chiusura delle Istituzioni, i Cobas: “Dai sindacati confederali fake news su quelli di base”.

30 Maggio 2020 - 13:34

Dopo i divieti di dimora emessi lo scorso 18 maggio, tornano a farsi vedere le maschere bianche: ieri mattina in piazza Liber Paradisus “siamo stati davanti al Comune, il Pdm di questa città che aiuta i Padroni di Merda e non fa nulla per sostenerci materialmente, ma anzi prende posizione contro i lavoratori che si organizzano. Noi siamo le maschere bianche, lavoratrici e lavoratori precari della città di Bologna. Quelli che in questi mesi stanno pagando in prima persona le conseguenze della crisi economica, quella vecchia e quella nuova”, si legge sulla pagina de Il Padrone di Merda. “Siamo quelli che vi hanno portato la pizza durante il lockdown; siamo quelli- continuano le maschere bianche- che ancora aspettano la cassa integrazione da febbraio; siamo le P.iva che faticano ad arrivare a fine mese; quelli che lavorano nelle cooperative o nella sanità, settori che non si sono mai fermati nonostante mancassero i dispositivi per la nostra di sicurezza. Siamo la condizione comune che sta vivendo una generazione ma soprattutto siamo gente che non vuole più sopportare e ha deciso di iniziare a vendicarsi. Ci hanno detto che chiedere lo stipendio al proprio datore che non paga significa estorcergli denaro, ma i veri estorsori sono rappresentati da questo posto. Tasse, bollette, more, affitti, multe costanti, che non si sono mai fermate nonostante le tante promesse fatte da sindacati, sindaci di questo o quel partito, poco cambia. Fase 2 ha significato arricchimento per i padroni di merda e il peggioramento delle nostre condizioni già instabili nella fase 1 o anche fase 0. Seguite i nostri canali, le maschere bianche non hanno dimora e con le vostre segnalazioni continueranno a scovare i Padroni di Merda. Sostienici economicamente”.

Sempre ieri è andato in scena anche lo sciopero del personale Tper indetto da Usb: “Nonostante la conferma al 100% dello stanziamento dei finanziamenti alle aziende del trasporto pubblico locale, la direzione di Tper si ostina a respingere tutte le richieste delle lavoratrici e lavoratori. Per questo motivo l’Usb ha indetto lo stato di agitazione proclamando un primo sciopero di quattro ore”. Nell’emergenza per il Covid-19 le lavoratrici e lavoratori di Tper “si sono fortemente impegnati nel garantire un servizio pubblico essenziale  alla cittadinanza ma da parte dell’azienda non vi è stata la disponibilità a instaurare un dialogo costruttivo per salvaguardare gli interessi dei dipendenti. Ancora una volta – è l’accusa dell’Usb- la dirigenza aziendale è rimasta sorda alle esigenze dei lavoratori e capace solamente di ragionare in ottica di bilancio senza tenere conto delle serie difficoltà di chi garantiva il servizio pubblico. Dopo gli inaccettabili ritardi per le misure di messa in sicurezza, la  pulizia e la sanificazione dei mezzi rimane insufficiente ma a queste  condizioni di lavoro si aggiungono le modalità di gestione del personale  e delle loro retribuzioni. Basti pensare che Tper ha rifiutato di integrare le retribuzioni ridotte a causa del ricorso allo stato di crisi, questo nonostante il rifinanziamento statale al 100%; a questo si aggiunge la mancanza di  equa rotazione e trasparenza per gli accessi al fondo di solidarietà (la cassa integrazione del settore). Vi è stata la chiusura totale o parziale di reparti che avrebbero avuto la possibilità di lavorare e mentre il personale in proprio veniva messo in cassa integrazione, l’azienda utilizzava personale esterno a copertura del personale Tper. Chi è rimasto in servizio si è visto allungare l’orario lavorativo mentre altri lavoratori sono stati penalizzati nel calcolo e nell’utilizzo delle ferie, con pressioni sul personale impiegatizio, People Mover e di altri settori, questo per fronteggiare una crisi aziendale e lavorativa che esiste solo sulla carta”. Lo sciopero, racconta Usb, ha avuto una “importante adesione” che “rappresenta un forte segnale per la direzione aziendale. Le ragioni della mobilitazione vengono rafforzate e trovano conferma nella partecipazione di tante lavoratrici e lavoratori. Abbiamo registrato una adesione media del 50% con punte del 90% in alcuni reparti, questo nonostante i tentativi di minimizzare i problemi posti e l’immobilismo di altre organizzazioni sindacali che ci risultano più attente alle esigenze aziendali che alle richieste delle lavoratrici e lavoratori. Salute e sicurezza per dipendenti e utenti, integrazione degli stipendi tagliati in maniera ingiustificata, organizzazione del lavoro: sono tutti temi fondamentali da affrontare seriamente. Questi temi saranno al centro del prossimo sciopero nazionale indetto per il 18 giugno denunciando il comportamento delle aziende del trasporto pubblico locale e del Governo”.

Infine, sempre in tema di lavoro, un’aggiornamento dai Cobas sulla situazione che si sta vivendo in Comune. “In questi difficili mesi come sindacato- scrivono i Cobas, diffondendo via Facebook un più articolato volantino che entra nel dettaglio delle circostanze segnalate- ci stiamo occupando dell’emergenza Covid, degli uffici in cui mancano i più elementari dispositivi sanitari (vedi l’incredibile caso dello Stato Civile), degli Urp e di tutte le sedi lasciate in balia degli eventi senza alcuna procedura di sicurezza, dell’improvvisa chiusura delle Istituzioni senza alcun progetto ufficiale, della preoccupante incertezza sul futuro dei musei, della situazione drammatica dei lavoratori precari in Comune (che più di tutti stanno subendo i tagli decisi dall’A.C.), dei congedi parentali straordinari non concessi per luglio, del mancato pagamento della produttività (di cui non si sa più nulla e su cui abbiamo già più volte sollecitato ufficialmente l’A.C.), della inaccettabile melina riguardo la liquidazione degli Incentivi Funzioni Tecniche… In un momento di incertezza come quello attuale, è su questo che stiamo concentrando tutte le nostre forze (per fortuna in accordo con gli altri sindacati di base) esponendoci in prima persona e mettendo in conto le ritorsioni dell’A.C. Ma mai avremmop ensato di finire nel mirino… dei sindacati stessi! Negli ultimi giorni infatti registriamo una escalation di violenti attacchi da parte di Cgil Cisl e Uil nei confronti dei nostri delegati e di quelli di Sgb e Adi, con tanto di intimidazioni durante gli incontri sindacali e fake news sui social che farebbero impallidire sinceri democratici come Trump e Bolsonaro”.