Acabnews Bologna

Virus, scattano le nuove ordinanze di Regione e Comune

Stop a passeggiate e manifestazioni in centro, vietato mangiare in aree pubbliche, limiti al commercio. Le prese di posizione di sindacati di base e collettivi che avevano annunciato mobilitazioni.

12 Novembre 2020 - 20:36

Il sindaco Virginio Merola ha firmato l’ordinanza “a tutela della salute pubblica” annunciata ieri e in vigore da oggi e fino a nuova disposizione: viene così disposto “il divieto di utilizzare le piazze e le strade ubicate nell’area del
centro storico, delimitata dai viali di circonvallazione- così recita il provvedimento- per ogni tipo di manifestazione, per iniziative ed eventi”. È invece valida da sabato l’ordinanza anti-Covid promulgata dal presidente della Regione Stefano Bonaccini di concerto con gli omologhi di Veneto e Friuli Venezia Giulia, dedicata principalmente a disciplinare il commercio (stop ai negozi di domenica, ai centri commerciali per tutto il weekend, ingresso limitato a una persona per nucleo familiare) ma che contiene anche restrizioni di altra natura: vieta infatti la consumazione di alimenti e bevande in area pubblica o aperta al pubblico, mentre dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione può avvenire solo da seduti fuori e dentro i locali, così come le lezioni di ginnastica, canto e strumenti a fiato. Viene inoltre limitata l’attività sportiva e motoria, non più consentita nei centri storici delle città e nelle aree affollate, per esempio le vie e le piazze centrali o i lungomare. Il governo ha più volte chiarito che nella definizione di “attività motoria” rientrano le passeggiate, cioè gli spostamenti a piedi non dovuti a motivi di lavoro, studio o necessità o volti a raggiungere esercizi commerciali aperti.

Sullo stop alle manifestazioni, si sono espresse diverse realtà che avevano annunciato mobilitazioni per questi giorni. Non si è svolto, oggi pomeriggio, il presidio previsto da La Mala educación in piazza Maggiore contro lo sfratto della consultoria autogestita: “La mobilitazione contro lo sfratto però continua sui social network e chiunque può dare una mano! Pubblica sul tuo profilo una tua foto, scrivendo sulla mano che la malaconsilia non si tocca! Tagga la nostra pagina Facebook e l’evento”.

Stamattina invece Noi Restiamo ha manifestato sotto l’Inps di via Gramsci “per far sentire la voce della nostra generazione tradita”. Aggiunge il collettivo: “I soldi devono essere presi da chi ce li ha, attraverso una patrimoniale e redistribuiti. Per questo serve una misura efficace di reddito, il blocco di affitti ed utenze. Bisogna poi investire nella sanità pubblica, per riuscire ad affrontare adeguatamente questa nuova situazione di emergenza. Tanti investimenti per salvare le imprese, pochissimo per sanità e lavoratori e i decreti Ristori ne sono solo l’ultima prova. La stessa regione, è la prima responsabile! Bonaccini e il PD, che fino all’altro giorno lasciavano i bus straripare di gente, prendono delle misure farlocche solo per tenere la regione in zona gialla, per non bloccare l’economia.
La nostra generazione non ci sta più e vuole riprendersi tutto! Siamo venuti oggi davanti all’Inps per chiedere proprio quel reddito che ci serve in questo periodo di emergenza, per dire a gran voce che non saremo più noi a pagare questa crisi, ma che saranno i ricchi a farlo!”.

Sgb ha spostato in piazza Liber Paradisus sia il presidio in occasione dello sciopero nazionale degli operatori sociali, sia quello annunciato per l’astensione dal lavoro dei dipendenti comunali proclamata insieme ai Cobas, entrambi previsti inizialmente in piazze centrali, definendo però “paradossale” che ai lavoratori e lavoratrici sia vietata la protesta “con una ordinanza di dubbio valore normativo e che per questo stiamo valutando di impugnare legalmente” ma che lascia però al contempo “liberi tutti di fare shopping in Piazzola, in via Indipendenza e Galleria Cavour”. Rispetto alla mobilitazione degli operatori sociali, il sindacato, che rivendica il pagamento del 100% del salario anche in caso di chiusura delle scuole, riferisce di un’udienza conoscitiva svolta oggi in consiglio comunale e scrive:  “Ancora una volta l’amministrazione del Comune di Bologna targata Pd non si prende le proprie responsabilità e non da risposte concrete sul lavoro a cottimo che l’appalto dei servizi scolastici di ben 65 milioni di euro produce”.

Così Tpo e Làbas: “In attesa di serie misure che tutelino concretamente la salute collettiva, sempre che queste arrivino a prescindere dal vaglio di Confindustria e delle associazioni dei ricchi della città e della regione, l’ordinanza firmata dal sindaco Merola è a dir poco inaccettabile. Vietare le manifestazioni a priori non significa affatto porsi il problema della salute pubblica di una città in sofferenza, sanitaria, economica ed educativa: vuol dire annullare ogni tipo di logica democratica, oggi più che mai indispensabile. Ci sembra infatti che il sindaco più che dei contagi, sia preoccupato di limitare la crescita della libertà di espressione politica, che nonostante la gravità della situazione (o forse proprio per questo…) trova numerose forme di manifestazione e di discorso”.

Scrivono poi i due centri sociali: “Non sappiamo ancora cosa succederà sabato prossimo, se nei prossimi giorni l’Emilia-Romagna diventerà zona rossa o se comunque verrano prese serie misure per evitare gli enormi flussi di gente ammassati tra i negozi del centro. Ma di certo per ora l’invito non può che rimanere quello di prendersi cura l’un l’altr*, di proteggere la salute di tutti e tutte, di far dare voce alle nostre esistenze precarie e di farlo nei luoghi dell’attraversamento quotidiano.Tra questi luoghi ci sono anche le vie dello shopping che, finché rimarranno attraversabili, sono e devono rimanere anche vie dell’espressione politica e della democrazia. Finché la nostra regione non passerà in zona rossa o finché non verranno prese decisioni sensate che non vadano a minare la libertà di manifestare non ci sono i presupposti per ammutolire le nostre voci. Per questo rilanciamo l’appuntamento per sabato 14 novembre alle ore 16 in piazza del Nettuno”.

Infine Usb: “I soldi vanno recuperati dove ci sono: l’emergenza sanitaria sta esasperando le diseguaglianze sociali e si traduce in miseria per la stragrande maggioranza della popolazione, ma in una ghiotta occasione per incrementare i profitti per alcuni. È il tempo della giustizia sociale, questo è il tempo di far pagare i ricchi rompendo la retorica del “siamo tutti sulla stessa barca”, applicando una vera patrimoniale ai grandi capitali privati per garantire sanità pubblica e reddito per tutti e tutte. Invitiamo tutti e tutte alla partecipazione alla giornata di mobilitazione di sabato 14 novembre ‘Bologna scende in piazza’. Vi diamo appuntamento al nostro punto di concentramento in Piazza Dell’Unità dalle ore 14”. Lo stesso appuntamento è rilanciato anche da Noi Restiamo e Potere al Popolo.