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Virus, “guardia alta su sostegno al reddito e internalizzazione servizi”

In città in un giorno e mezzo triplicati i casi di positività (tra cui due assessori regionali), in tutta regione ieri sera se ne contavano 420, e diciotto decessi. Un uomo risultato positivo al test si è presentato in pronto soccorso, cinque operatori sanitari costretti alla quarantena fiduciaria.

04 Marzo 2020 - 12:13

Sono già almeno nove le persone contagiate dal Covid-19 nel territorio bolognese: il triplo di lunedì sera. Ai sei casi riferiti durante l’ultimo aggiornamento di viale Aldo Moro, se ne è aggiunto stamattina uno segnalato dal Comune di Budrio, gli altri due sono gli assessori regionali Donini e Lori, e si attende l’esito dei tamponi su tutti i componenti della nuova giunta Bonaccini. Inoltre, cinque operatori sanitari dell’ospedale Maggiore sono in isolamento fiduciario dopo essere entrati in contatto, domenica notte, con un uomo che, contravvenendo alle indicazioni della Regione, invece di chiamare il 118 si è presentato al pronto soccorso del Maggiore. In generale, tuttavia, l’accesso ai pronti soccorso risulta in questi giorni molto più basso di quanto consueto.

Complessivamente, i casi di positività in regione avevano raggiunto ieri sera quota 420 (+85), su 1.778 test tampone effettuati: nelle altre province emiliano-romagnole sono 256 a Piacenza, 84 a Parma, 14 a Reggio Emilia, 33 a Modena, 24 a Rimini, 1 a Forlì-Cesena, 2 a Ravenna. Sono 18 i deceduti (+7), 24 i ricoverati in terapia intensiva. La maggior parte dei casi non sono gravi, molti del tutto asintomatici.

Adl Cobas, intanto, ha riferito gli esiti dell’incontro con due capigruppo di maggioranza in Assemblea regionale ottenuto da una delegazione dei 200 manifestanti che hanno preso parte al presidio in viale Aldo Moro per porre l’attenzione sulle ricadute occupazionali, e non solo, dell’emergenza sanitaria. I capigruppo “hanno riportato l’impegno da parte degli assessorati competenti – scrive Adl Cobas – di convocare anche le organizzazioni sindacali di base, per aprire tavoli di confronto sui settori più colpiti dall’attuale crisi nonché l’individuazione di forme straordinarie di sostegno al reddito, nonché la volontà di inserire tra i temi della nuova Giunta la valutazione di percorsi di internalizzazione dei servizi. Su queste prospettive di lavoro terremo alta la guardia, chiedendo già dai prossimi giorni risposte concrete e tangibili e se necessario torneremo a mobilitarci per garantire sicurezza di reddito e protezione sociale”.

Il presidio, ricorda il sindacato, “ha dunque rivendicato nell’immediato ‘reddito di quarantena’ come misura a  garanzia di continuità salariale: pagamento degli stipendi dei lavoratori negli appalti pubblici colpiti dalle chiusure e il massiccio stanziamento di risorse ad integrazione dei salari persi negli altri settori, attraverso l’estensione degli ammortizzatori sociali e nuove misure di reddito garantito. Si è però sottolineata anche la necessità di affrontare in termini strutturali le problematiche alla base delle forti diseguaglianze emerse drammaticamente in questi giorni. In particolare è urgente aprire verso la reinternalizzazione dei servizi pubblici, superando la logica dell’appalto; introdurre forme di continuità del reddito e garanzia delle prestazioni di previdenza sociale per gli intermittenti del turismo, dello spettacolo e della cultura, frammentanti in una miriade di condizioni contrattuali dipendenti, parasubordinate, autonome; reinvestire massicciamente con un piano di assunzioni straordinarie nel settore sanitario pubblico, a garanzia del diritto universale alla salute e dei diritti degli operatori sanitari, in questo periodo all’estremo delle proprie possibilità nelle regioni colpite dal virus”.