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Via Gandusio, rinviati gli sfratti

Poi occupata una palestra, Asia e Pugno chiuso: “Nasce centro di aggregazione popolare, solidale e di incontro”. Intanto Social Log rinvia sfratto di un disoccupato con figlio invalido al 100% e avvia campagna contro i pignoramenti.

23 Febbraio 2017 - 14:18

E’ stato rinviato il pacchetto di sfratti che si temeva potessero essere eseguiti oggi tre le case popolari di via Gandusio. E dopo il picchetto, è arrivata anche una nuova occupazione. Annunciano Asia-Usb e Pugno chiuso: “Da oggi apriamo la palestra, per troppo tempo inutilizzata, dei palazzi di via Gandusio 6-8, per dare vita ad un centro di aggregazione popolare, solidale, di incontro e dibattito, di sport e socialità in un luogo della città in cui si combatte da tempo contro gli sfratti negli alloggi temporanei Acer, per il diritto all’abitare non precario, ma stabile e dignitoso per tutti. Lo spazio sarà intitolato ad Abd El Salam Eldanf, facchino, militante, delegato Usb che è stato ucciso durante uno sciopero a Piacenza, davanti ai cancelli della multinazionale della logistica Gls, travolto da un camion incitato dal responsabile del magazzino”. Si tratta di “uno spazio che non sorge in un luogo casuale, ma a ridosso dei palazzi di via Gandusio, alloggi pubblici con contratto breve in cui da tempo gli inquilini si sono organizzati per difendersi dagli sfratti per finita locazione, dato che ad oggi risulta impossibile per loro accedere a soluzioni più stabili. Questi palazzi sono ora sotto minaccia di sgombero, ma non ci facciamo intimorire e, anzi, rilanciamo invitando la città a vivere lo spazio da oggi ai prossimi giorni, in cui sarà pieno di iniziative e arricchito da idee, spunti e attività che tutti coloro che vengono sono invitati a portare”.

Intanto, tra venerdì scorso e martedì Social Log riferisce di aver impedito due sfratti nelle strade della Bolognina, “quartiere sempre più stretto dalla tenaglia di una militarizzazione diffusa da un lato e di una speculazione altrettanto diffusa dall’altro. Eravamo da Mbarek, disoccupato dopo il fallimento dell’azienda in cui lavorava e con figlio invalido al 100%; e da Carmelo che, pur in casa popolare e lavorando in età avanzata, come tanti subisce rincari delle mensilità gravosi e fittizi. Che hanno come unici obiettivi quelli di rendere insostenibile e ‘fallimentare’ lo strumento degli alloggi pubblici in favore dei possidenti del privato; ed espellere dal quartiere le fasce popolari che lo hanno sempre abitato, in favore del miglior offerente (sia della categoria dei palazzinari smart che di quella degli inquilini facoltosi). E’ tutto merito di un’amministrazione sedicente ‘di sinistra’ ma votata alla svendita del patrimonio di edilizia pubblico ed al ricorso al privato a tutti costi, anche contro ogni criterio di ragionevolezza e di protezione sociale. ‘Lasciando fare’ (ed essendo lasciati fare) hanno così costruito un sistema completamente autoreferenziale e fuori controllo, il cui obiettivo non è la soddisfazione dei bisogni primari ed il benessere popolare, ma la perpetuazione del sistema stesso. Infatti mentre a Bruxelles si vota persino contro un reddito di cittadinanza annacquato, le banche continuano indisturbate a convogliare (molto) e a distribuire (poco) enormi flussi di risorse pubbliche, secondo criteri di (presunta) efficienza economica anziché di effettiva necessità”.

Social Log, poi, annuncia l’inizio di una campagna ad hoc contro i pignoramenti partendo dal caso di Claudio, ” giornalista e insegnante precario a cui la banca, dopo aver venduto all’asta la sua casa, pignora lo stipendio da professore per rientrare dei 66.000 euro del mancato guadagno di vendita, costringendolo, a breve, a finire in mezzo ad una strada”. Insieme a Claudio, con un video pubblicato su Facebook “abbiamo denunciato pubblicamente la vicenda aprendo l’intervento di Social Log in città anche su questo fronte: noi non ci voltiamo dall’altra parte e non lasciamo fare, e ben presto Bologna assisterà a nuove iniziative su questo tema”.