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Ventimiglia / Quattro NoBorders trattenuti al Centro detenzione di Nizza

Gli attivisti sono stati prelevati dalla polizia di frontiera, insieme ad altri quattro poi rilasciati, durante uno sgombero in Val Roya. Dal presidio: “La volontà delle autorità è chiara: impedire l’incontro e il contagio delle lotte”.

25 Giugno 2016 - 16:30

Foto Fb Bologna NoBordersSgomberata l’ex dogana francese in Val Roya, vicino a Ventimiglia. Prima dell’ingresso dei reparti antisommossa della gendarmerie francese, la struttura era stata occupata sabato 18 giugno, dopo che la critical mass “Velorution” in solidarietà ai migranti era stata bloccata sul confine dalla polizia italiana. Degli otto attivisti che si trovavano nell’edificio, tre francesi sono stati identificati e poi rilasciati, mentre cinque italiani sono stati portati alla stazione della Paf (Police aux frontieres) a Menton. Dopo essere stati a lungo trattenuti, quattro di loro sono stati portati al Cra (centro di detenzione amministrativa utilizzati per trattenere i migranti) di Nizza, mentre un’attivista è stata direttamente espulsa in Italia. A tutti è stato notificato un decreto di interdizione per un anno dalla Francia.

L’occupazione dell’ex dogana nasceva dalla volontà di far convergere la lotta contro la devastazione del territorio che si produrrebbe con la costruzione del tunnel Col di Tenda bis con quella contro le frontiere e la deportazione delle persone senza documenti, con l’intento di farne uno spazio di incontro per le lotte.

Il presidio permanente NoBorders Ventimiglia ha rilasciato qualche ora fa un comunicato: “La volontà delle autorità è chiara: impedire l’incontro e il contagio delle lotte. Divide et impera. Uno spazio di organizzazione transnazionale per agire congiuntamente contro la devastazione dell’ambiente, la mercificazione delle vite e la privazione della libertà di movimento non poteva non fare paura. La dogana liberata era un luogo pericoloso proprio perché costituiva il tentativo di opporre alla logica della divisione, dei confini e del controllo quella dell’autorganizzazione e autogestione, della convergenza di lotte differenti. Una ‘zone à dèfendre’ per intessere relazioni sociali che il potere vorrebbe disgregate e frammentate, una Zad per cospirare insieme, un passo oltre per abbattere quei confini disegnati dal potere e abitare nuovi spazi di libertà. La criminalizzazione costante e il controllo dei/delle migranti non riguarda solo chi è senza un documento ma chiunque lotta ogni giorno con determinazione contro le frontiere e il sistema che le sostiene.”

Esprimendo inoltre solidarietà agli attivisti No Tav colpiti in questi giorni dalle misure repressive continuano i NoBorders: “I provvedimenti presi contro i compagni italiani segnalano anche il chiaro tentativo di dividere una comunità in lotta. La Val Susa insegna che il gioco del potere è quello di distinguere tra buoni e cattivi: reprimere, come segnalano le ultime misure prese nei confronti di 23 persone, chi con costanza e determinazione continua ad organizzarsi.”

Per esprimere vicinanza ai fermati, ieri pomeriggio, un gruppo di solidali ha presidiato il Cra di Nizza. Questo quanto si legge in un commento: “Cori, canzoni, battiture stanno animando le ore di questo presidio. I compagni all’interno hanno risposto con urla e e cori da dentro. Pare che li tratteranno per altri quattro giorni. Stanno bene, l’umore è alto quando di sente la vicinanza e la complicità di tante e tanti. Continuiamo a far sentire la nostra solidarietà! Libertà per tutti!”.

Forte e determinata la risposta inviata da Andrea, Rafael, Vincenzo, Arturo, i quattro ragazzi che da due giorni si trovano rinchiusi al Cra di Nizza: “Tra di noi l’umore è alto, soprattutto dopo il partecipato presidio che si è tenuto venerdì sotto le mura del centro. Rifiutiamo fermamente le etichette che stampa e prefettura vorrebbero cucirci addosso, perché sappiamo bene come questi organi tendano sempre a limitare, dividere e reprimere”.

E nel comunicato diffuso gli attivisti proseguono: “L’intreccio di percorsi in questo territorio di frontiera sta disegnando nuove geografie e siamo fieri di essere parte di questa comunità in lotta. Ringraziamo ogni persona che, in Italia come in Francia, ha manifestato solidarietà con noi e ogni migrante deportato/a e detenuto/a in Europa. Per un mondo senza galere e autorità. Ni frontières, ni camions, autogestion!”.