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Usb e Asia rivendicano: “Occupare è un atto di dignità” [+comunicato]

Gli esponenti sindacali hanno ripercorso la difficile giornata di via Irnerio, respingendo le accuse avanzate dal Comune. Social Log: “Sgombero sarà trampolino per nuove battaglie”. Ieri e oggi rinviati due sfratti.

04 Maggio 2016 - 21:04

Conferenza stampa USB (foto Zic)Conferenza stampa questo pomeriggio alla sede bolognese dell’Unione Sindacale di Base, all’indomani dello sgombero delle Case occupante Nelson Mandela e della difficile giornata che è seguita, conclusasi solo alle 23.30 quando gli ultimi occupanti hanno lasciato la chiesa di Santa Maria della Mascarella, il cui parroco ha confermato ai cronisti che sia stata trovata una sistemazione per tutti. “Una giornata importante, per varie ragioni – ha spiegato un espondente di Usb – innanzitutto la grande capacità di resistenza di abitanti e attivisti, perchè lo sgombero ha richiesto ore. Ed è stata importante perchè si è dimostrata una volontà di resistenza verso una violenza a cui non ci possiamo nè vogliamo abituare. C’è un problema politico della Questura, accompagnato dalle ambiguità del Comune, che fa il gioco del poliziotto buono e poliziotto cattivo tra Frascaroli e Merola”. Quest’ultimo, mentre il suo assessore al Welfare mediava, non risparmiava bordate come: “Si è voluto esasperare inutilmente sulla pelle di povera gente”.

“Se la risposta pubblica al problema abitativo è ‘vai in strada’ – aggiunge – occupare è un atto di dignità. Noi non strumentalizziamo nessuno. Noi siamo lo strumento di questa lotta. Riteniamo che il dato politico della giornata di ieri sia stato positivo.”

Usb ha poi ricordato come il Sant’Orsola avesse inizialmente accettato un piano di rateizzazione per regolare la  posizione con la proprietà, e versato una prima quota, e respinto l’ accusa rivolte dal Comune di aver impedito ai servizi sociali di censire gli occupanti: “Non si sono mai presentati”.

L’intervento del vescovo, già ieri definito un “interlocutore anomalo” ma che “sa che a Bologna c’è disperazione”, secondo il sindacato “segnala una crisi della politica”.

L’Associazione inquilini assegnatari ha poi spiegato la composizione sociale che animava l’occupazione, che accoglieva numerose famiglie sfrattate tra cui gli ex occupanti di via Toscana ma anche gli studenti che avevano dato vita al “Centro studi occupato Terzo Piano”, che “serviva a finanziare il progetto dell’occupazione e ad aprirlo all’esterno, per mostrare che chi fa la lotta per la casa non ha niente da nascondere. Ci facevamo le cene e ci passava molta gente, era un modo per vivere lo spazio in maniera collettiva”.

Secondo Asia “ieri è stata una giornata violenta, perchè oltre alle violenze della polizia perdere la casa è una ferita che rimane. Vi è stata una resistenza importante di molti soggetti, anche esterni alla lotta per la casa, e la solidarietà di molti inquilini delle case popolari”.

Un occupante ha inoltre raccontato la sua storia: “Dopo aver perso il lavoro non potevo più pagare l’affitto e sono stato sfrattato. Con gli assistenti sociali non ho risolto nulla. Vivo con la mia compagna. Ho 63 anni e sono troppo vecchio per trovare un lavoro e troppo giovane per la pensione, devo aspettare i 67. Ho vissuto due anni per strada e le condizioni dei dormitori sono insopportabili: bisogna uscire alle otto di mattina e si può rientrare alle sette di sera. Ti derubano di tutto. Questa notte sono stato in albergo, il comune mi ha mandato lì, ma quelli dell’albergo non sanno se sarò lì anche domani”.

Usb è tornata infine a ripercorrere  le fasi della trattativa di ieri sera: “Mezz’ora dopo gli accordi presi con Frascaroli e il vescovo ieri notte, sono arrivati i servizi sociali e volevano prendere solo donne e bambini. Siamo riusciti a far sì che tutte le famiglie fossero collocate in varie strutture del territorio bolognese; i singoli sono stati collocati in dormitori e alberghi. Rifiutiamo la logica che chi è da solo viene scaricato perchè non ha figli. L’accordo è: tutti con un tetto, almeno sulla soluzione emergenziale di due anni. L’obiettivo dell’incontro con Zuppi non era che lui si facesse carico della mediazione col comune, ma invece far capire che la questione è sistemica, come lui stesso l’ha definita”.

Oggi è intervenuta con una nota anche Social Log, che ha raccontato di aver appreso dello sgombero di via Irnerio mentre era impegnata nel picchetto contro lo sfratto di una famiglia: “Ad un certo punto siamo stati contattati dagli occupanti di casa di via Irnerio che ci avvertivano dello sgombero e così ci siamo mobilitati per andare anche in loro soccorso. La scena che abbiamo trovato davanti a noi la conosciamo bene, è da più di un anno che viviamo sulla nostra pelle gli effetti di una militarizzazione feroce degli sgomberi”.

Picchetto antisfratto (foto Social Log)Continua Social Log: “Questa mattina con ancora negli occhi le scene di via Irnerio e tanta rabbia per quanto accaduto siamo tornati alla Bolognina per difendere il signor Nunzio e la sua famiglia dallo sfratto e mentre presidiavamo l’ingresso della sua casa per impedire l’accesso all’ufficiale giudiziario abbiamo agitato il quartiere con le istanze della lotta per la casa incontrando numerose persone e famiglie che non appena ci hanno riconosciuto si sono precipitate a chiedere informazioni e sostegno per gli sfratti imminenti.”

Entrambi i picchetti hanno avuto esito positivo: “La signora Zainab ha strappato con la lotta e la solidarietà un rinvio di sfratto per il 7 giugno e il signor Nunzio un rinvio per il 6 luglio”.

“Le istituzioni della città possono continuare a comandare sgomberi, pestare solidali e sbattere in strada o in albergo le famiglie occupanti ma di certo senza mettere mano alla risorse pubbliche e a dirottarle sul diritto all’abitare non fermeranno la lotta fatta di resistenze agli sfratti e nuove occupazioni abitative”, promette Social Log, esprimendo “solidarietà ad Asia Usb e agli occupanti di via Irnerio certi che lo sgombero di ieri sarà un trampolino per nuove importanti battaglie per il diritto all’abitare e nuove occupazioni abitative!”.

> Il  comunicato diffuso nel pomeriggio da Asia Usb:

Sgomberi Bologna: famiglie via Irnerio avranno un alloggio. Asia/Usb, vittoria della mobilitazione. Grave che Amministrazione si attivi solo a crisi scoppiata

Le famiglie sgomberate a Bologna dallo stabile di via Irnerio avranno un alloggio. Il risultato è giunto nella tarda serata di ieri, al termine di una difficile giornata che ha visto intervenire la forza pubblica con violente cariche, che hanno provocato 6 feriti e numerosi contusi fra i manifestanti mentre le famiglie con bambini cercavano rifugio nella chiesa di Santa Maria della Mascarella.

L’Amministrazione comunale è stata costretta ad assumere l’impegno di collocare tutte le famiglie, incluse quelle provenienti da precedenti sgomberi, prima in strutture provvisorie, prevalentemente di tipo alberghiero, e poi in sistemazioni stabili.

Una vittoria della mobilitazione della famiglie organizzate con l’AS.I.A/USB, che continuerà nella lotta per il diritto alla casa e vigilerà sul rispetto degli impegni presi.

Determinante l’incontro avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri con l’Arcivescovo di Bologna, Monsignor Zuppi, che ha espresso solidarietà agli sgomberati, convenendo sulla necessità di concrete politiche abitative per la città che non possono esser scisse dalla gestione dell’emergenza. l’Arcivescovo ha evidenziato l’importanza di avviare un confronto sulle politiche abitative con la futura Amministrazione bolognese e si è inoltre dichiarato garante di tutti le fasi della ricollocazione delle famiglie sgomberate.

l’AS.I.A/USB, ringraziando Monsignor Zuppi per la sensibilità e l’impegno dimostrati, sottolinea la gravità dell’inerzia da parte dell’attuale Amministrazione, che fino alla crisi di ieri non aveva prospettato soluzioni per le famiglie di via Irnerio.

A questo proposito l’AS.I.A/USB rammenta di aver già avanzato proposte ben chiare e percorribili per tutte le famiglie in emergenza abitativa, come l’utilizzo immediato degli edifici contenuti nel piano di alienazione comunale: stabili pubblici che da anni il Comune cerca di vendere per fare cassa, abbassandone di continuo la base d’asta, per il rispristino dei quali esistono anche dei fondi utilizzabili. Evidentemente vi è stata una precisa volontà politica di non intraprendere questa strada.

Asia Usb