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Undici marzo: con Francesco, nelle lotte

In via Mascarella la commemorazione di Lorusso, ucciso dai colpi sparati dai Carabinieri nel 1977. Presenti tre generazioni di attivisti che hanno attraversato i conflitti di ieri e di oggi.

11 Marzo 2019 - 12:10

Sono passati 42 anni da quando la mano di un Carabiniere sparò e uccise Francesco Lorusso, studente di medicina e militante di Lotta Continua, nei giorni più rabbiosi della rivolta del ’77. Come ogni 11 marzo, decine di compagne e compagni di quel movimento si sono ritrovati in via Mascarella, davanti alla targa che ricorda Francesco, intonando slogan e canti di lotta. Con loro, decine di attivisti di collettivi e spazi sociali cittadini. Al megafono, l’intervento del Cua: “‘Francesco vive nelle lotte’ non è solo uno slogan ma prassi quotidiana; Francesco vive nei picchetti, in Università, nei cortei, nelle occupazioni; Francesco vive nel conflitto, nelle idee di chi, oggi come ieri, lotta per un mondo più giusto. Lottiamo contro le stesse ingiustizie contro cui lottava Francesco, per fare della sua memoria una lotta attiva, praticando l’antagonismo nelle lotte di oggi, per la giustizia sociale, contro il patriarcato, per la fine del sistema capitalista che riproduce ingiustizia e privilegia poche persone. L’11 marzo non è una ricorrenza! Noi, Francesco, lo vogliamo ricordare così : schierandoci, sempre, dalla parte giusta della barricata!”. Così invece gli attivisti di Hobo: “Francesco venne ucciso perchè aveva deciso come decine di migliaia di altri giovani di ribellarsi all’oppressione di un sistema mortifero. Da sempre chi ha voluto bene a Francesco, e chi crede che la rivoluzione sia più di mera utopia riconoscendosi nella generazione del ‘77, ogni 11 marzo si presenta spontaneamente sotto la lapide per ricordare Francesco.  Non accetteremo mai una memoria condivisa con chi vuole eliminare il conflitto sociale dalle strade come dalle pagine dei libri di storia”.