Attualità

Una valle piena di NoTav + editoriale NoTav

Ripubblichiamo da Infoaut.org il resoconto della grande manifestazione di oggi in Val di Susa, per ribadire che “se fanno un cantiere glielo ributteremo in aria!”. Segue editoriale tratto da NoTav.info. Sarà dùra!

23 Gennaio 2010 - 20:47

da Infoaut.org

Il movimento NoTav ha dato oggi la risposta che tutti aspettavano. In 40.000 sono scesi in piazza per dar l’unica risposta possibile al ‘partito trasversale degli affari’. Donne uomini accomunati dalla consapevolezza del peso che questa battaglia è venuta ad assumere. Una risposta inequivocabile alle provocazioni e ai mercimoni dell lobby del SìTav.

Signori, se volete, domani, dopo i vostri di numeri, facciamo i conti! A sarà düra…

h 17 – Il corteo giunge al termine ma tant* sono ancora in marcia alle porte di Susa. Iniziano gli interventi dal palco. Alberto Perino: “Questa non è più solo la resitenza della Val di Susa. E’ la resistenza di tutti. Ci sono amici da tutta Italia, dalla Franciae di Paesi Baschi… Ma dobbiamo ricordarci che non è finita qui! Dobbiamo stare pronti per i prossimi giorni perché la battaglia è lunga… Questa giornata la dedichiamo agli amici che ci hanno lasciato: Mario, Alessio, Raul… A sarà düra!”

h 16.30 – Lo spettacolo di questo corteo non ha paragoni! Una fiumana senza fine di giovani e vecchi accomunati da una battaglia che ancora una volta travalica il territorio valsusino. Cosa scriveranno domani i vari Numa, Griseri e Tropeano? Cosa dirà Chiamparino ai 1000 scarsi e ben pagati che faranno domani la loro squallida marchetta? NoTav 1 – SìTav 0.

h 16 – La testa del corteo entra in Susa. Il camper notav/infoaut è ancora bloccato sul ponte dell’autostrada. C’è ancora gente che parte dal presidio. Numerosi i camion che diffondono musica e interventi.

h 15.30 – Dal ponte che attrvaersa l’autostrada il colpo d’occhio è fenomenale: le montagne innevate e una fiumana di gente con decine di migliaia di bandiere notav. Dicono le nostre interviste “se fanno un cantiere glielo ributteremo in aria!”. “”per fare il Tav devono ritirare le truppe dall’Afghanistan e mandarle quà!”. “Noi siamo sempre stati e resteremo Notav!”.

h 15 – A un’ora dalla partenza c’è ancora gente stipata al presidio che non riesce a partire. C’è chi dice ” E’ questa la vera marcia dei 40.000!” (Qui a lato stiamo caricando un po’ di interviste raccolte nel corteo).

h 14.30 – Il corteo inizia a salire sulla statale S24 dal presidio. E’ una marea umana a perdita d’occhio. Impossibile dare un quadro reale dei presenti. Tutto il campo visivo è inondato dalla marea NoTav di cui non si vede la fine. C’è chi dice 15 chi 20.000. Il popolo Notav si riprende  la visibilità e il protagonismo quotidianamente negatogli dai media.

h 14.15 – Dal camper Notav Alberto Perino dà una notizia poco simpatica: la Polizia sta effettuando blocchi nei pressi di Bussoleno, facendo filtrare le macchine col contagocce. A quanto pare hanno paura dei numeri che si stanno raccogliendo e che, nonostante tutto, continuano ad affluire copiosi.

h 14 – Sono già molte migliaia le persone radunatesi all’Autoporto di Susa per prendere parte a questa importante manifestazione contro l’alta Velocità. Una risposta di massa contro le provocazioni e i convegni embedded della lobby pro-Tav.

Tanta gente dalla Valle ma Anche da Torino e da fuori. Nutrite delegazioni da Brescia, Vicenza, Firenze. Ma anche molt* compagn* da Pisa, Friuli, Genova e da chissà quanti altre città.

Il NoTav riguarda tutt*.


Non è finita qui! La Valle Resiste!

da Infoaut.org

[Quello che segue è l’editoriale di NoTav.Info Foglio nel movimento NoTav distribuito oggi in piazza a Susa durante il corteo di massa]

Ce la stanno mettendo proprio tutta! Hanno chiamato a raccolta tutti i mezzi di comunicazione, gli apparati partitici di tutto l’arco parlamentare e una sfilza senza fine di servi volenterosi. Ci stanno tenendo sotto pressione con un fuoco di fila mediatico che non ha precedenti, con la Busiarda e Repubblica capaci di far rimpiangere il Tg3 regionale. Uno schieramento di cortigiani, nani e ballerine desiderosi di partecipare alla spartizione della grande torta, si trattasse pur di briciole.
Tutto questo obbedisce a una strategia ben precisa che dobbiamo essere in grado di riconoscere come a noi ostile, interamente volta ad indebolire il blocco compatto del fronte NoTav, anomalia politica e territoriale che in questi anni ha saputo resistere ad ogni tipo di pressione, tanto a quella esterna e militare della politica lontana dei Palazzi, quanto a quella subdola e strisciante tentata (ma non riuscita!) con l’infiltrazione, dentro le nostre fila, di quel ‘cavallo di Troia’ incarnato nell’Osservatorio Tecnico di mr. Virano che come movimento abbiamo saputo riconoscere, delegittimare e quindi battere.

Le elezioni amministrative di valle e la recente formazione della nuova Comunità Montana hanno confermato questa sconfitta e istituzionalizzato le ragioni di un intero territorio. Venuta meno l’utilità del dialogo e del confronto democratico, ecco rispuntare l’eterna variante dell’esercizio puro e crudo del potere. Come dice un vecchio adagio, “a parità di diritto vince sempre la forza!”
Ma anche su questo piano non è detta l’ultima parola. La “forza” del potere è oggi un composto mal assemblato di esternazione di muscoli, turbolenza da amministrare e consenso da spacciare. Un’immagine da costruire e vendere. Molte volte chi ci comanda è però ben più debole di quanto non voglia far mostra. Le quotidiane dichiarazioni di polititci, industriali e prelati tradiscono un nervosismo che è sintomo di ben altre preoccupazioni. Il Tav (e il NoTav) continua(no) ad essere questione spinosa ed irrisolta perché irriducibile alle mediazioni e alla compravendita cui è ridotta oggi la Politica.
Nei fatti, molto prosaicamente, i nostri nemici hanno imparato dagli sbagli del 2005, studiando a tavolino una gestione soft di questa incompatibilità di fondo, approntando una governance “democratica e consensuale” della nuova fase che si gioca intorno alla partita sull’Alta Velocità. Si sono ricordati che cosa produsse lo sgombero manu militari di Venaus e faranno di tutto per evitarlo. Sanno benissimo che poche manganellate scatenerebbero le ire dei molti ancora silenziosi e nell’ombra.

Ma il movimento tiene!
Nonostante tuttti gli sforzi e i silenziamenti, le (non)notizie ingigantite e i fatti rimossi, la risposta continua ad essere generosa e quotidiana. Si riproduce e reinventa giorno dopo giorno non piegata dal rumore di fondo del cannoneggiamento mediatico o dalle intimidazioni di sorta, sempre capace di una risposta all’altezza dell’affronto subito. Discutiamo molto e non sempre siamo tutti e tutte d’accordo su tutto… ma dopo tanto discutere troviamo sempre un punto medio d’intesa su cui agire. Questo è il nostro punto di forza.
Qualche voce di sconforto serpeggiava nei giorni scorsi nei momenti più difficili: “siamo in pochi” bisbigliava qualcuno… Non è vero!
E’ bene sottolineare che le decine e decine di persone che ogni notte presidiano Susa, le centinaia che si materializzano ad ogni allarme via-sms fin dalle prime ore del mattino, il migliaio che ogni sera costruisce e partecipa alle iniziative di risposta sono un lusso che nessun movimento o foza politica oggi esistente, né in Italia né in Europa, può permettersi.Questi numeri sono in realtà ben più consistenti se consideriamo che il turn-over è costante e la composizione dei presidi segue spesso la geografia delle nuove trivelle… sondaggio che nasce, protesta che trovi.
Ancora, bisogna ricordarsi che questi numeri in aumento esponenziale sono solo la punta di un iceberg la cui base allargata e di massa è oggi visibile in questa manifestazione. I numeri del consenso passivo sono ancora più ampi, altro che minoranza!
Oltretutto non siamo soli! Non solo i sindacati di base ma anche la Fiom ha riconfermato il suo appoggio politico, così come molti dirigenti regionali della Cgil hanno sottoscritto le parole d’ordine di questo corteo.
La performance di Grillo e le testimonianze di affetto e vicinanza di tante altre lotte a presidio dei territori non fanno che riconfermare la centralità – per tutti – della capacità di resistenza del movimento NoTav. Tante delegazioni sono oggi presenti e vicene a noi da Vicenza, Brescia, Firenze e da chissà quante altre città… La verità è che oggi tutta l’Italia guarda alla ValSusa perché qui si decide qualcosa circa le possibilità future dei movimenti di resistere e (perché no?) vincere!
Abbiamo una grossa responsabilità sulle spalle ma non ci dobbiamo spaventare…

Siamo solo alla prima fase. Le effimere “vittorie” vantate in questi giorni dal fronte del Sì non tarderanno, presto o tardi, a rivelarsi per le squallide menzogne che in realtà sono. La battaglia contro l’Alta Velocità è una lotta di lunga durata il cui esito è ancora tutto da giocare e decidere sul campo. La natura tutta propagandistica e truffaldina dell’operazione è già stata ampiamente smascherata. Importante è ora capire che altri momenti seguiranno. Dopo la fase dei sondaggi (ancora aperta e da battagliare fino in fondo) seguirà quella della definizione del tracciato. A quella, il tentativo di realizzazione dell’opera vera e propria, fase la cui durata è stimata dagli stessi progettisti del SiTav in decenni… Come penseranno, allora, di poterci fermare?
Lì giocheremo tutte le nostre carte, lì – crediamo – vinceremo! Ma per raggiungere i nostri obettivi occorre atrezzarsi di conseguenza.

I compiti del movimento.
Una grande forza politica è quella che sa costituire tempi e modi del proprio agire, mantenendo autonomia di progetto, sguardo al contempo partecipe e distaccato, finalità chiare e non contrattabili. In questi anni il NoTav è stato un esempio perfetto di questa ‘cultura politica alta’ in cui la forza della propria parte è definita dall’intensità dello scontro e dall’incompatibilità delle ragioni che si contendono ad una controparte parimenti forte ed organizzata.
Questa intensità ci ha portati allle vittorie del Seghino e di Venaus. Da allora abbiamo vissuto un po troppo di rendita, coccolati dalla convinzione che vincendo una volta, si vince per sempre. Non è così! Come ha detto una volta una saggia voce in assemblea: “sulle barricate abbiamo vinto, ai tavoli abbiamo rischiato di perdere”… Oggi dobbiamo riiniziare tutto da capo.
L’operazione-sondaggi cui ora siamo costretti è chiaramente un’offensiva della controparte, un livello che non abbiamo scelto ma al cui confronto non ci possiamo sottrarre. La strategia del nemico è quella del logoramento e dell’accerchiamento mediatico. La nostra dovrà essere una risposta adeguata, tranquilla ma determinata nell’atrezzare il giusto livello di risposta alle provocazioni che riceviamo.
I comitati e le centinaia di militanti che costituiscono il nocciolo duro del movimento in questa precisa fase devono sapersi trasformare nella sua ossatura organizzativa continua e capace di fare le scelte giuste al momento giusto. Il nostro avversario sta ora giocando le carte a lui più facili e congeniali. Ben presto dovrà però confrontarsi su terreni più difficili ed accidentati. Il tempo gioca dalla nostra parte…ma è bene farsi trovare pronti.

Comitato di lotta popolare NoTav/csoa Askatasuna