Acabnews Bologna

Un “no!” per Minniti, un “no!” per Salvini

Hobo contesta l’ex ministro alla Feltrinelli: “Manganellati dalla polizia”. Usb e altre sigle in corteo: “Il decreto sicurezza aggrava la guerra tra poveri”. Sgb: ieri delegati licenziati ricevuti in Prefettura, il 6 presidio al Tribunale.

27 Novembre 2018 - 20:59

Proteste anche oggi, a Bologna, contro la retorica della sicurezza che ammanta le politiche dell’attuale Governo Lega-M5s così come ammantava quelle del precedente esecutivo a guida Pd. Sotto le due Torri, fuori dalla libreria Feltrinelli, in serata è andata in scena la contestazione di Hobo nei confronti dell’ex ministro Marco Minniti, oggi candidato alla segreteria del Pd, che all’interno stava presentando il suo libro “Sicurezza è libertà”. I manifestanti hanno cercato di avvicinarsi alla libreria e le forze dell’ordine hanno risposto a suon di manganellate, racconta Hobo. “La polizia impedisce l’ingresso agli studenti”, denuncia il collettivo: “Questo è quello che il Pd cittadino riserva a studenti e lavoratori che vorrebbero dire a questi signori quanto fanno schifo! Ma a Bologna ormai siamo abituati a vedere eventi pubblici blindati e con la selezione all’ingresso!”. A seguire, contestatori e polizia si sono fronteggiati in via de’ Giudei, a pochi passi dalla Feltrinelli. Poi Hobo si è spostato su via Zamboni e da lì si ha di nuovo puntato verso piazza Ravegnana, dove la polizia ha ancora una volta sbarrato la strada. Altri slogan e altri fumogeni, poi i manifestanti si sono spostati in piazza Verdi e lì, concludendo la manifestazione, hanno affisso su Palazzo Paleotti lo striscione usato durante la contestazione: “La vostra insicurezza è la nostra libertà”. Hobo a fine manifestazione: “Spesso si pensa che il Pd si sia snaturato inseguendo la destra salviniana sul tema dell’immigrazione. In realtà Salvini, come ci dimostra il lavoro da ministro di Marco Minniti, ha semplicemente portato alle estreme conseguenze la logica di governo delle migrazioni della sinistra: basti pensare all’apertura dei lager in Libia per averne un immediato riscontro. Dal punto di vista del razzismo dunque tra Pd e Lega c’è assoluta continuità, sono due facce della stessa medaglia. Ma se la seconda è esplicitamente razzista, il primo tenta di recuperare consensi presentandosi come il partito della responsabilità e dal volto umano. Per noi invece il Pd oltre ad aver aperto la strada al razzismo leghista ha contribuito con le politiche di austerità a fomentare la guerra tra poveri razzializzati e impoveriti”. Il commento rilasciato da Minniti al termine della presentazione: “Non si fa mai l’abitudine in questi casi. E’ evidente che quando uno opera deve sapere che viene giudicato. Ci sono coloro che sono d’accordo e coloro che non sono d’accordo. Nulla di drammatico, per carità”.

Sempre stasera, poi, si è svolto il presidio contro la conversione in legge del decreto sicurezza  di Salvini che Usb Federazione del Sociale, associazione Sopra i ponti, associazione Asahi, Associazione lavoratori marocchini in Italia, Noi restiamo e Asia-Usb avevano convocato per venerdì scorso e che era stato rinviato a causa del maltempo. Il presidio si è radunato in piazza Nettuno e più tardi da lì i manifestanti hanno raggiunto in corteo la Prefettura. Nelle stesse ora, a Roma la Camera approvava il decreto sicurezza. Scrive Noi Restiamo: “Il Governo ha appena ottenuto la fiducia della Camera sul decreto Salvini. In questo modo le forze politiche che dirigono oggi questo paese si dimostrano in piena continuità con le scelte liberticide, razziste e repressive di chi le ha precedute. Mentre il presidio di piazza del Nettuno si è spostato davanti alla Prefettura, rappresentanza territoriale del governo, contemporaneamente proteste diffuse animavano il centro di Bologna, e mandiamo la nostra solidarietà agli studenti manganellati per aver provato a contestare il ministro Minniti presente in una libreria sotto le Torri. Mettere in luce il filo rosso che collega lui e Salvini è evidentemente troppo per chi amministra la nostra città. Con ancora più rabbia nel cuore ci prepariamo a scendere venerdì a Roma per rivendicare che se il futuro ci parla di precarietà e disoccupazione non è colpa degli immigrati, ma di padroni e politicanti”. Dall’appello diffuso per convocare il presidio: “Il decreto ha come obiettivo reale- scrivono i promotori- quello di aggravare la ‘guerra tra poveri’: sempre più persone subiscono sfruttamento o precarietà sul lavoro, rischiano di perdere la casa o di non potersi permettere i servizi sanitari e scolastici in via di privatizzazione. Questo genera malcontento, e i recenti governi, autori di politiche antipopolari, nascondono le proprie responsabilità dietro al ‘dito’ dei migranti. Riteniamo invece che la soluzione alla tensione sociale che si sta generando e che Salvini fomenta stia nel riconoscimento di pari diritti per tutti, dal lavoro ai servizi alla persona, e che il modo per ottenerli sia un’alleanza tra gli italiani e i migranti che subiscono tipi di sfruttamento e privazione simili, anche se sotto forme che appaiono diverse”.

L’Sgb, intanto, scrive sulla manifestazione di ieri: da piazza Maggiore “il concentramento si è mosso in corteo per raggiungere la Prefettura passando per il cortile di Palazzo d’Accursio e sotto le finestre dei consiglieri comunali si è soffermato ad urlare il proprio dissenso e a rivendicare che senza le lotte per le quali oggi dovremmo finire in carcere, centinaia e centinaia di dipendenti comunali oggi sarebbero ancora disoccupati e qualcuno in galera. Chi ieri guardava con favore alle occupazioni degli uffici comunali, unica possibilità per obbligare al confronto sindacale l’assessore di turno, oggi per coerenza dovrebbe rifiutarsi di sostenere questo ignobile decreto. Arrivati in Prefettura una delegazione, a cui hanno partecipato due delegati Sgb licenziati per la loro attività sindacale da padroni senza scrupoli e grazie ad una legislazione infame che anche questo governo ha confermato, è stata ricevuta dal vice prefetto a cui abbiamo esposto le ragioni per le quali, non indietreggeremo di un millimetro nonostante i contenuti del decreto e i tentativi governativi di scatenare una ‘guerra fra poveri’! Non abbiamo chinato la testa con i governi di centro destra e di centro sinistra, non la chiniamo con questa roba qua”. L’Sgb dà ora appuntamento al 6 dicembre davanti al Tribunale in occasione dell’udienza “contro il licenziamento illegittimo” di un delegato.