Culture

Un documentario per ribadirlo
con orgoglio: ”Io sono femminista!”

Un lavoro collettivo, autoprodotto dal Centro di documentazione Francesco Lorusso – Carlo Giuliani e da Vag61: quattordici interviste per suscitare “un percorso di riflessione in cui vediamo un apporto alle lotte di oggi parlando delle lotte di ieri, dando ragione delle diversità e delle specificità dei percorsi”.

07 Marzo 2019 - 11:26

“Un apporto alle lotte di oggi parlando delle lotte di ieri, dando ragione delle diversità e delle specificità dei percorsi”. Sono le parole con cui il Centro di documentazione dei movimenti Francesco Lorusso – Carlo Giuliani descrive “Io sono femminista!”, documentario autoprodotto insieme a Vag61, che è stato presentato e proiettato pubblicamente per la prima volta venerdì scorso nel corso di una partecipata serata che si è svolta nel centro sociale di via Paolo Fabbri. “Il femminismo, le lotte, la rivoluzione. Bologna anni Settanta: i luoghi, le pratiche, le manifestazioni del Marzo. I percorsi e le strade attraversate da donne che lo dicevano ieri e lo dicono oggi con orgoglio: io sono femminista!”, continua il CentroDoc. Si tratta di un “lavoro collettivo, maturato all’interno del Centro di documentazione dei movimenti Francesco Lorusso – Carlo Giuliani e di Vag61, spazi attraversati da corpi e da lotte, luogo di costruzione di relazione e di pratiche antagoniste. Fa parte di un percorso di riflessione del Centro di documentazione sugli anni Settanta iniziato già da diverso tempo. I materiali raccolti in questi anni, disponibili per la consultazione, vogliono rappresentare un punto di partenza per una riflessione politica, un lavoro di ricostruzione della memoria storica, lontano da tutto ciò che possa avvicinarsi ad un’idea di memoria condivisa, nella direzione, invece, della creazione di uno spazio aperto di riflessione collettiva”.

Il documentario è costituito dal montaggio di 14 interviste e “rappresenta un punto di partenza che susciti la voglia di approfondire, di farsi delle domande e di cercarne le risposte attraverso un percorso di pratica della memoria. Oggi il movimento femminista globale- scrive il CentroDoc- conosce una nuova e grande stagione di lotte. Anche a partire da questo è importante più che mai parlarsi, conoscere, condividere saperi e forme di lotta per costruirne di nuove, per mettere in atto strategie di resistenza comuni contro il feroce attacco del patriarcato neoliberista alla libertà delle donne e di tutti i soggetti non eteronormati. Rispetto ad allora, diverse sono le modalità, perché diverse sono le condizioni materiali, ma dagli anni Settanta ad oggi vediamo ancora messo in discussione il diritto di aborto, l’autodeterminazione in tutte le sue forme, economiche, politiche e sociali. Vediamo aumentata la precarietà del lavoro, assistiamo alla schiavizzazione dei migranti e delle migranti, anello ultimo nella catena di sfruttamento sempre più capillare e aggressivo. Negli anni Settanta, nella galassia dei femminismi, abbiamo trovato nella pratica dell’obiettivo la nostra unità nella lotta. Oggi il movimento femminista in tutto il mondo riesce a creare un forte antagonismo globale che mette in campo una forza unica e incisiva. In questo percorso di riflessione, che speriamo di suscitare col documentario, vediamo un apporto alle lotte di oggi parlando delle lotte di ieri, dando ragione delle diversità e delle specificità dei percorsi. E ponendo fortemente l’attenzione sulle omissioni, che si stagliano nel percorso di costruzione della memoria”.

Il documentario, spiega il CentroDoc, “è dedicato a Sandra Schiassi, femminista, strega, compagna amatissima”.