Acabnews Bologna

Trenta metri di striscione: “Mai più lager!”

“Mentre la presenza in città del premier Conte porta con sé la militarizzazione di tutto il centro storico”, azione comunicativa sotto le Due torri nell’ambito della mobilitazione regionale contro i Cpr.

13 Ottobre 2018 - 16:33

Azione comunicativa anche a Bologna (così come in altre città dell’Emilia-Romagna) nell’ambito della mobilitazione regionale contro i Cpr partita nelle scorse settimane. L’iniziativa si è svolta sotto le Due torri, informa la campagna Mai più lager – Né in Emilia-Romagna né altrove: “Nel giorno della giornata di mobilitazione regionale contro i Cpr, mentre la presenza in città del premier Conte porta con sé la militarizzazione di tutto il centro storico, uno striscione di 30 metri è stato srotolato con un semplice messaggio: mai più lager nè in Emilia-Romagna nè altrove! No Cpr!”. Il riferimento alla presenza di Conte riguarda il fatto che nell’agenda del presidente del Consiglio è inserita per oggi pomeriggio alle 16,30 un appuntamento in via Rizzoli in occasione di un’iniziativa di comunicazione della Protezione civile.

Tra le altre città interessate oggi da iniziative simili: Modena, Ravenna, Parma, Piacenza. Queste le ragioni delle azioni odierne e della campagna regionale: “A Modena sta per aprire un lager, un carcere razziale e per i poveri dove recludere persone la cui unica colpa è non avere in tasca un documento. Questo istituto prende il nome di Cpr (Centro permanenza e rimpatri), e dovrebbe essere aperto dove prima esisteva una struttura analoga istituita dal centro-sinistra: i Cpt, successivamente rinominati Cie. Contro questa triste e criminale continuità, rilanciata con forza dall’attuale governo a trazione del leghista Salvini, vogliamo dire con chiarezza basta! Siamo di fronte a una struttura non solo pericolosa, ma anche inutile: uno spreco di risorse pubbliche, come già sottolineato dalle commissioni parlamentari negli anni passati. Allora perché vogliono riaprire queste strutture? Crediamo che le motivazioni siano due. Spettacolarizzazione: aprire un lager in Emilia-Romagna per questo governo è una priorità perché anche nei nostri territori si può così indicare nei più deboli il nemico. Dopo anni di crisi, precarietà, impoverimento, causati dalla finanza e dalle multinazionali sempre più ricche, indicare nei migranti la causa del peggiorare delle condizioni di vita è la strategia più vigliacca a meschina per proteggere i veri responsabili – che stanno in giacca e cravatta e ‘in alto’, e non certo tra coloro che sono già sfruttati fino all’osso e la cui unica colpa è quella di voler trovare un futuro migliore qui in Europa. Controllo: negli ultimi anni nella nostra regione ci sono state numerose e importanti lotte, dal mondo della logistica a quelle per il diritto all’abitare, che hanno visto spesso in prima fila proprio una composizione migrante. Lotte che hanno migliorato le condizioni di vita per tutti e tutte, italiani e migranti. Con i Cpr e il nuovo decreto Salvini si vogliono spezzare la solidarietà e la forza espresse da queste lotte. Di fronte a chi reclama diritti il governo risponde con il ricatto del permesso di soggiorno e della ‘detenzione amministrativa’. Pensiamo sia giunto il momento di mobilitarsi. I nemici sono quelli che si arricchiscono sulle nostre spalle, non chi come noi tutti i giorni si sforza per guadagnare i soldi per sopravvivere. Opporsi all’apertura del Cpr a Modena pensiamo sia un primo importante passo per invertire la rotta di questo terribile presente. Per questo oggi in tante città della nostra regione siamo a dire ‘Mai più lager!’ Per costruire una opposizione che possa bloccare questa politica”.