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Terremoto, Acer mette a disposizione 60 alloggi sfitti. Perché erano vuoti?

Ottanta, invece, gli appartamenti Erp inagibili. Aumentano le adesioni all’appello per una moratoria dei permessi di soggiorno. Raccolta di beni di prima necessità anche alla nuova Casa del popolo di Ponticelli. Severino: usare detenuti per ricostruzione.

04 Giugno 2012 - 20:07

Nuova forte scossa di terremoto (magnitudo 5.1) ieri sera alle 21.20, con epicentro sempre nella bassa modenese. A Bologna non si registrano gravi danni, ma varie abitazioni sono state dichiarate inagibili, tra cui diversi appartamenti Acer: almeno 80 tra via Libia, via Bentivogli e via del Porto. Per 53 persone che non hanno autonomamente trovato alloggio da familiari o amici, informa Palazzo d’Accursio, è stato trovato posto in albergo.

Acer  ha anche dichiarato di avere trasmesso alla Regione alla Protezione civile un primo elenco di alloggi di proprietà attualmente sfitti e disponibili per accogliere gli sfollati. “Si tratta di 25 alloggi di proprieta’ di Acer  a cui se ne potranno aggiungere, in tempi brevissimi, altri 35 sempre di proprieta’ dell’ente gestore”, dichiara il presidente Claudio Felicani. Cosa sicuramente opportuna, ma ci sorge un dubbio: perché questi alloggi erano sfitti? Perché non sono stati messi a disposizione per tempo dell’emergenza abitativa?

In seguito ai controlli effettuati dopo l’ultima scossa, inoltre, è stata disposta la chiusura anticipata dell’anno scolastico per sette istituiti tra materne, elementari e medie inferiori.

Nel frattempo, si moltiplicano le adesioni all’appello per una moratoria dei permessi di soggiorno. L’elenco completo è consultabile qui.

Inoltre, alle iniziative di solidarietà nei confronti dei terremotati si aggiunge quella dell’associazione Primo moroni che, alla nuova Casa del popolo di Ponticelli di Malalbergo, in provincia di Bologna, per domenica 10 giugno’012 propone “Alta velocità, grandi opere e territorio”: alle 16 dibattito, alle 19 cena e dal pomeriggio banchetto con prodotti biologici della Val Susa. In occasione della giornata, infatti, a partire dalle 10 e’ prevista la raccolta di materiale per i terremotati dell’ Emilia.

Infine, va segnalata la proposta lanciata dal ministro della Giustizia, Paola Severino, oggi a Bologna per visitare il carcere della Dozza: impiegare i detenuti “non pericolosi” ai lavori per la ricostruzione. Magari con catene e palla al piede, come nei film americani?