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Sull’ex Mazzoni “la battaglia sta pagando, ma la mobilitazione continua!”

E’ stata presentata in quartiere Santo Stefano una terza versione del progetto, che prevede un abbassamento dell’edificato e una maggiore dotazione di superficie per il parco pubblico. Ma “non intendiamo avallare nemmeno questa ipotesi”, comunica il comitato Ex caserma Mazzoni bene comune formulando una propria proposta alternativa.

06 Luglio 2021 - 14:57

“La nostra battaglia sull’ex caserma Mazzoni sta pagando… ma non siamo ancora giunti al traguardo!”. Così il comitato Ex caserma Mazzoni bene comune, che pubblica un aggiornamento dopo lo svolgimento di una commissione al quartiere Santo Stefano: in questa circostanza “abbiamo visionato una terza ipotesi di progetto sull’ex caserma Mazzoni: un abbassamento dell’edificato di 5.000 metri quadrati e una maggiore dotazione di pari superficie per il parco pubblico sono dei passi in avanti… ma il nostro quartiere merita ancora di più: non molliamo! Siamo partiti un anno e mezzo fa con un progetto assolutamente inaccettabile, che non esitiamo a definire come offensivo nei confronti della cittadinanza, in un clima dove l’amministrazione e Cassa Depositi e Prestiti hanno provato a chiudere sin da subito lo spazio di critica sugli elementi più gravi del progetto: la costruzione dei palazzoni e di 200 appartamenti e l’abbattimento di oltre 350 alberi. Ci ricordiamo benissimo frasi come ‘l’edilizia privata non si tocca’, ‘c’è poco tempo per limare solo gli interventi di competenza pubblica’, ‘vogliamo chiudere l’iter in pochi mesi’. La mobilitazione dei cittadini e delle cittadine ha invece dimostrato che attraverso una lotta partecipata, dal basso, capace di costruire consenso, proposte e analisi puntuali è possibile spostare l’orizzonte e raggiungere degli obiettivi. Assemblee, manifestazioni, flash mob, raccolte firme, sono riuscite nonostante una pandemia che ha ridotto la nostra agibilità a mettere in discussione le certezze delle logiche della speculazione edilizia”.

Eppure, continua il comitato, “non ci sentiamo ancora appagati, non intendiamo avallare nemmeno questa terza ipotesi di progetto per le seguenti ragioni: non abbiamo bisogno di un nuovo quartiere residenziale, l’impatto ambientale di un nuovo quartiere residenziale fatto di sette edifici residenziali per una una superficie privatizzata di oltre 21.000 metri quadrati è altissimo; il taglio di 176 alberature a fronte delle 353 rimane un crimine ambientale che non può essere ‘compensato'”. Ecco allora la proposta del comitato: “La dotazione del pubblico rimane ancora indefinita negli usi. Oltre ai 15.000 metri quadrati del parco pubblico ci sono edifici esistenti da recuperare e su questo abbiamo avanzato una proposta: fare di essi la Casa della salute del quartiere Santo Stefano in maniera innovativa, ecologica, senza impattare di un cm sul verde esistente e sul traffico veicolare privato ma anzi andando a sottrarre spazio ai 600 metri quadrati di quella che dovrebbe essere l’area ad uso commerciale. A fronte della ‘perdita’ della costruzione della scuola primaria crediamo sia questo un servizio utile per la cittadinanza che non può continuare ad attraversare Villa Mazzacorati, uno spazio evidentemente inadatto e che necessita di ristrutturazione oltre che di usi diversi da quelli previsti dalla sanità. Pertanto la nostra mobilitazione continua… fino all’ultimo centimetro cubo di cemento!”.