Acabnews Bologna

Studente rilasciato, il corteo blocca il traffico in centro

Per Loris l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale: “Non ci facciamo intimidire”. Blocchi del traffico sotto le Due torri, alla ‘T’ e in via Irnerio. Poi assemblea in via Zamboni. Solidarietà da Vag61 e NoiRestiamo.

07 Ottobre 2014 - 19:53

Hobo dopo lo sgombero (foto Zic.it)Dopo essere stato trattenuto per alcune ore in Questura, intorno alle 18,30 è stato rilasciato Loris, lo studente che era stato fermato dalla Digos davanti al rettorato. E’ accusato di  resistenza a pubblico ufficiale.  “La Polizia- commenta il diretto interessato- voleva fermare qualcuno, era il loro intento. Ma cosi’ come non ci hanno intimidito le camionette che stamattina sono entrate nel campus di Filippo Re, cosi’ non ci intimidiscono queste iniziative. Rispediamo tutto al mittente, che e’ il rettore Ivano Dionigi”.

Appresa la notizia del rilascio di Loris, si è sciolta la manifestazione che dopo il suo fermo era partita dalla zona universitaria per chiederne la liberazione. I manifestanti hanno percorso via San Vitale prima di fermarsi per una decina di minuti sotto le Due torri per bloccare il traffico. Stessa scena alla ‘T’ e poi all’incrocio tra via Irnerio e via dei Mille. In via Irnerio, il corteo e’ sfilato a pochi metri dai cordoni delle Forze dell’ordine schierati all’imbocco di via Filippo Re per scongiurare un nuovo tentativo di occupazione dopo lo sgombero, stamattina, del Community Center di Hobo. Poi di nuovo in via Zamboni, dove si è appreso che Loris era stato rilasciato e la manifestazione si è conclusa per lasciar spazio ad un’assemblea pubblica.

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> I comunicati solidarietà:

Le scene viste oggi in università, dallo sgombero di Hobo in poi, sono inaccettabili. Manganellate a più riprese, una studentessa portata in ospedale con la testa aperta, uno studente trattenuto per ore dalla polizia e liberato solo in serata: è Loris, un compagno con cui molti di noi hanno condiviso importanti tratti di strada, spesso con noi nei nostri spazi in via Paolo Fabbri 110.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà a Hobo: non smetteremo mai di stare al fianco di chi occupa aprendo spazi di libertà sottratti al degrado, alla speculazione, alle buffonate di amministratori e baroni.

SUBITO UNA NUOVA CASA PER HOBO!

Vag61 – Spazio libero autogestito

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ATTACCATI NEI LUOGHI DI FORMAZIONE: IERI PER LE STRADE ASSIEME AD HOBO, AL FIANCO DI LORIS
ATTACCATI SUL POSTO DI LAVORO: OGGI TORNIAMO A PRENDERE PAROLA CONTRO IL JOBS ACT

Nella giornata di ieri, a partire dalle manganellate dopo lo sgombero del Community Center in via Filippo Re e continuando con le botte e i blitz polizieschi in rettorato, siamo stati costretti ad assistere a uno scenario di aggressione capestra al quale rettore, cda dell’Unibo e le cerchie conniventi della classe dirigente e dell’amminsitrazione locali targate PD vorrebbero abituarci. Ma non smetteremo di rivendicare il nostro diritto alla città, la nostra opposizione a un progetto di presunta normalizzazione della società accelerato dalla crisi, in cui chi può ha tutto e gli altri dovrebbero azzuffarsi tra loro. Ieri invece a Bologna in tanti abbiamo dimostrato che la testa la alziamo, sì, ma contro chi pretende di comandarci, che quel progetto non potranno praticarlo sulla pelle nostra e di tutti coloro che sapranno immaginare un futuro alternativo agli interessi di una politica asservita al capitale in crisi. Un punto di partenza per tutto questo è consolidare e rilanciare l’autonoma agibilità politica di quei settori sociali che subiscono l’attacco dall’alto, creando massa critica intorno ai punti di accumulo esistenti.

Non permetteremo quindi che la componente giovanile sia azzittita o peggio cacciata dalla zona universitaria di cui dovrebbe essere protagonista, per questo saremo sempre al fianco di tutte le realtà, i collettivi e i laboratori politici colpiti dalla repressione. Per questo siamo stati al fianco di HOBO e Loris durante tutta la giornata di ieri, perchè si sappia forte e chiaro che se toccano uno toccano tutti!
Oggi pomeriggio torniamo per le strade contro il JOBS ACT, con un presidio in piazza XX settembre a partire dalle 17, che rilanci a 360 gradi un’opposizione giovanile al fianco del sidacalismo conflittuale.

Servi nei luoghi di formazione e schiavi sul mondo del lavoro: questo è il futuro che qualcuno si sta immaginando per i giovani delle aree deboli di questo continente, ma noi abbiamo altri piani in testa, e in giornate come quella di ieri e di oggi vogliamo rilanciarli a testa alta!

Noi Restiamo