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Strage, ex capo Sisde indagato per depistaggio

Iscritto a registro Quintino Spella, nel 1980 dirigente dei servizi: disse alle fiamme gialle di non avere appreso prima del 2 agosto delle parole del neofascista Presillo rispetto a un attentato imminente. Revocata la chiamata a testimoniare al processo Cavallini.

13 Marzo 2019 - 18:47

A gennaio scorso, alla Guardia di Finanza che lo sentiva come persona informata sui fatti, negò di avere avuto un colloquio con l’allora giudice di sorveglianza Tamburino in merito alle dichiarazioni rese a quest’ultimo dal neofascista Luigi Vettore Presillo, che aveva parlato, prima del 2 agosto 1980, di un attentato con una bomba “di cui avrebbero parlato i giornali di tutto il mondo”. Una circostanza che invece lo stesso Tamburino ha confermato in più sedi. Così l’ex generale Quintino Spella, nel 1980 capocentro del Sisde di Padova e oggi novantenne, è stato iscritto a registro per il reato di depistaggio.

Secondo l’Associazione dei parenti delle vittime “non un depistaggio qualsiasi”, anche perché la sua scoperta conferma che il filone di indagine sui mandanti della strage “sta andando avanti: indubbiamente direi che il fatto che ci sia un generale che allora era capocentro del Sisde di Padova accusato di depistaggio è una cosa grossa”.

L’ex ufficiale oggi non si è presentato, per motivi di salute, in Corte d’Assise a Bologna, dove sarebbe dovuto essere sentito al processo per concorso nella strage a carico di Gilberto Cavallini, ex militante dei Nuclei armati rivoluzionari. La Corte ha poi deciso di revocare la sua testimonianza, perché “superflua”, in quanto “ha dichiarato di non sapere nulla in ordine a quanto richiestogli e ha fatto sapere che si avvarrà della facoltà di non rispondere”.