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Strade allagate, riders: “La nostra salute prima dei guadagni”

Riders Union si rivolge alla piattaforme ma anche ai consumatori: “Evitate di ordinare per stasera”. In Fiera intanto sembrano tramontare le ipotesi di spin off e alleanza con Milano, Usb: “Ora rilanciare il piano occupazionale”.

29 Ottobre 2018 - 20:15

“Bologna, pochi minuti fa. Riteniamo inaccettabile che si possa svolgere il lavoro in queste condizioni, mettendo a rischio la nostra incolumità. La sete di profitto delle piattaforme non può venire prima dei nostri diritti”, scrive Riders Union Bologna pubblicando la foto riportata in questa pagina, che mostra gli effetti del maltempo che oggi ha interessato la città. “Lo diciamo da un anno: una consegna, una pizza, un hamburger non valgono il rischio! In questo momento stiamo contattando le piattaforme, segnalando questa situazione e chiedendo di mettere la nostra salute e il rispetto dei nostri diritti prima di una serata di guadagni. Anche la Carta dei diritti di Bologna prevede di valutare, in questi casi, la sospensione del servizio. Chiediamo, inoltre, ai consumatori di evitare di ordinare per stasera. Noi, da parte nostra, ci continueremo a battere contro ogni rischio sul lavoro, per l’abolizione assoluta del cottimo e per ottenere l’assicurazione Inail contro gli infortuni. Mai più consegne senza diritti!”.

In Fiera, intanto, sembrano tramontare le ipotesi di spin off e di alleanza con Milano di cui si è parlato negli ultimi tempi. Scrive l’Usb: “In merito al verbale d’incontro firmato in data odierna dal dg di BolognaFiere Antonio Bruzzone, nel quale si chiude ad ogni ipotesi di spin off societario e ad alleanze con il quartiere fieristico si Milano, Usb esprime soddisfazione per la posizione aziendale espressa, dando atto al presidente Calzolari ed al dg Bruzzone di essere più realisti del re. Dopo tre anni di continue fughe in avanti della dirigenza della Fiera, tra tentativi di licenziamenti di massa, ricapitalizzazioni, piani industriali faraonici, bilanci in attivo e utilizzo capestro del mezzo stampa per intrattenere relazioni con i lavoratori e le loro rappresentanze, non possiamo però non sottolineare come le stesse modifiche statutarie, volute fortemente dal sindaco Merola la scorsa estate, contro le quali gli stessi lavoratori della Fiera si erano mossi a difesa della Golden Share e del mantenimento della prerogativa della guida pubblica di questo importante asset economico territoriale quale è la Fiera, erano da considerarsi, e lo dicevamo già allora, modifiche a tutto vantaggio proprio di un’operazione quale è stata quella dello spin off societario: una operazione di speculazione finanziaria, che provava a separare la bad company degli immobili del quartiere e dei lavoratori, evidentemente troppo poco agili per essere valutati secondo le regole del mercato fieristico internazionale, dalla good company dei marchi e dei capitali che, da Santiago del Cile a Shangai, avrebbero reso sì la nostra Fiera più ‘international’, ma molto meno tangibile per le logiche, molto più concrete e, crediamo, più importanti, di valorizzazione economica del territorio bolognese e regionale. Mercoledì l’assemblea generale dei lavoratori di BolognaFiere valuterà se sospendere il ventaglio di iniziative che erano in ipotesi nei prossimi giorni, proprio per dire no allo spin off e per rilanciare un piano di organizzazione del lavoro che è disatteso da un anno; mentre i bilanci della Fiera registrano utili mai registrati in precedenza, infatti, le condizioni di lavoro, con il blocco del turnover e l’utilizzo di personale in appalto, peggiorano ogni giorno di più. La parola, dunque, passa ai soci pubblici che dovranno mettere il sigillo, speriamo definitivo, alla presa d’atto del presidente e del direttore generale, e rilanciare il piano occupazionale per far uscire i lavoratori della Fiera dal pantano di una infinita discussione che parla di tutto ma non di dignità del lavoro”.