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Ferrara / Stefano Aldrovandi: poliziotti tornano al lavoro, “che senso ha?”

Lo sconcerto del fratello del giovane ucciso nel 2005 da quattro agenti, ora condannati. La madre Patrizia sulle querele del Coisp a Uva, Ferrulli e Cucchi: “Ha un capitale notevole da spendere in avvocati”.

01 Febbraio 2014 - 10:58

“Fin da bambino e da adolescente la violenza fisica mi ha sempre turbato; addirittura con una scena forte ma di finzione nei film alla tv, capitava che cambiassi canale. Provavo un senso di fastidio sapendo che erano cose che potevano succedere davvero. Non riuscivo a concepire il perchè una persona arrivasse ad usare le sue mani, i suoi piedi, la sua ferocia per fare del male a un’altro essere vivente. Mi dicevo: ‘che senso ha?’. Oggi io penso che chi usa la forza in maniera consapevole e provocando dolore senza pentirsene è una persona deviata e non si merita comprensione da nessuno. Mio fratello è morto a pugni, calci e manganellate per mano di 4 violenti in divisa non pentiti. Tali responsabili riprendono il loro lavoro dopo una condanna di omicidio. La domanda è sempre la stessa: che senso ha?”

Sono parole di Stefano Aldrovandi, fratello di Federico, riportate su facebook dal padre Lino, che aggiunge: “E poi c’è Stefano. Una persona fantastica, a cui si dovrebbero dare delle risposte. Perché Stefano è cresciuto troppo in fretta, ha perso, o peggio gli hanno ucciso un fratello senza una ragione quando era poco più che bambino, ha visto il dolore, lo strazio, la sofferenza dei suoi genitori. Stefano è forte, ma ha bisogno di risposte. Licenziare quei quattro dovrebbe essere un dovere, quasi una cosa normale. Per Federico, per Stefano e per ogni figlio, perché non accada mai più a nessuno”.

Patrizia Moretti, invece, interviene sull’ultima provocazione del Coisp, che ha querelato Lucia Uva, Ilaria Cucchi e Domenica Ferrulli: “Maccari del Coisp sta querelando tutti. A mio parere ci sono due alternative: o è l’uomo più diffamato del mondo, oppure ha un capitale notevole da spendere in avvocati. Del resto non mi meraviglio della potenza economica della categoria da quando gli uccisori di mio figlio si fecero rappresentare dallo Studio Niccolò Ghedini, per esempio. A me sembra che questa ricchezza confligga con le rivendicazioni sindacali di categoria sui bassi stipendi, le scarse dotazioni, la mancanza di benzina… Mi chiedo di chi sia il rappresentante il Signor Maccari”.

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