Culture

Stavolta i muri dicono: “Tette fuori”

Nuovi poster di Cheap, insieme a School of feminism: “Perché sulle copertine delle riviste o nelle pubblicità vengono mostrati seni di donne iper sessualizzati ma è un problema il seno di una donna che allatta?”. Altre affissioni realizzate in questi giorni sono invece dedicate alla sindemia, ad un anno dalla nascita del progetto fotografico Arcipelago-19.

18 Marzo 2021 - 15:14

“Quando il petto di una bambina diventa seno? Perché si può mostrare il seno di un uomo ma non quello di una donna? Una donna senza seno è meno donna? Quando il seno di una donna trans diventa una tetta che è proibito mostrare? Perché sui social network si censurano i capezzoli delle donne e non quelli degli uomini? Perché sulle copertine delle riviste o nelle pubblicità vengono mostrati seni di donne iper sessualizzati ma è un problema il seno di una donna che allatta un* bambin*?”. Sono le domande esplicitate a mezzo poster da “Tette fuori”, il nuovo intervento realizzato da Cheap con “grafiche, foto, testi e claim tradotti in manifesti che hanno come soggetto precisamente i seni delle donne”. L’affissione, spiega Cheap, é firmata in partnership con School of Feminism, piattaforma dedita all’attivismo e alla produzione di contenuti grafici, che torna in Italia in sinergia con il progetto di pubblic art bolognese dopo aver già realizzato l’intervento di poster “Ringrazia una femminista” nel 2019.

“Avremmo voluto postare un album fotografico del nostro nuovo intervento con School of Feminism, ma Facebook ce l’ha censurato”, scrive Cheap. Che poi aggiunge: “Il tema dell’iper sessualizzazione del corpo delle donne ad opera del male gaze, la censura del nudo femminile nello spazio pubblico – che sia la strada o un contesto digitale poco importa – quando non si tratta di marketing ma di autodeterminazione, la riappropriazione politica e desiderante del proprio corpo, sono temi che hanno attraversato la riflessione di Cheap negli anni. Dopo il wall dell’artista canadese MissMe, il progetto curato a giugno del 2020 ‘La lotta è fica’, Cheap torna in strada e continua la ricerca sui corpi con ‘Tette Fuori’. Le grafiche, i testi e le fotografie che compongono i poster, sono tratte dal libro ‘Pechos Fuera’, edito nel 2020 in Spagna da Zenith: un testo in cui School of Feminism riprende in esame la rappresentazione dei seni nella storia dell’arte e della comunicazione visiva più contemporanea, accompagnandola da una riflessione politica, sociale e iconografica. Un invito a rompere i meccanismi di censura sul seno, una racconto corale che riprende narrazioni dirette di donne che a partire dal proprio dato biografico mettono in discussione consolidati stereotipi di una cultura sessista, uno strumento in più per rivendicare il diritto all’autodeterminazione che, evidentemente, passa anche dalla liberazione dei capezzoli. La ricerca sui corpi e le energie femministe hanno sempre attraversato il lavoro di Cheap e sarà così anche per questo 2021 che vedrà il progetto bolognese tornare attivo nello spazio pubblico con nuovi interventi, oltre che con il ritorno della call for artists internazionale: l’invito annuale a contaminare le strade della città rivolto a artistə che si occupano di linguaggi visivi contemporanei è aperto alla partecipazione fino all’1 giugno 2021″ (tutte le informazioni sul sito ufficiale www.cheapfestival.it).

Cheap, inoltre, negli ultimi giorni ha partecipato anche ad un’altra affissione: in questo caso si tratta di due foto sulla sindemia collocate in via Marchesana. L’iniziativa, così come in altre 14 città italiane, è stata realizzata ad un anno dalla nascita di Arcipelago-19, “progetto collettivo di fotografi professionisti sul momento storico che sta vivendo l’Italia. Un arcipelago di storie, dove le città e i paesi sono le piccole e grandi isole divise dalla quarantena”, si presenta così il progetto. Dopo un anno, dunque, Arcipelago-19 “esce dai social network e dalla sfera digitale per comparire nelle strade affinché la fotografia diventi mediatrice di nuovi rapporti fra le persone e i luoghi”.