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Stasera in piazza Verdi: “Dove loro distruggono, noi costruiamo”

Hobo rilancia l’assemblea convocata per oggi alle 18: “La posta in palio? E’ costruire spazi autonomi di socialità, aggregazione e circolazione dei saperi per dare risposte concrete a bisogni impellenti”.

27 Maggio 2013 - 10:23

Dietro quella barricata c’eravamo tutti e tutte!

Giovedì 23 maggio, 7.30 di sera: studenti e studentesse improvvisano delle barricate con sedie e tavoli in Via Zamboni per rispondere all’irruzione di polizia e carabinieri che, in assetto antisommossa, avevano tentato di interrompere un’assemblea organizzata dal Cua con le lavoratrici della Sodexo di Pisa. Determinazione e prontezza costringono scudi e manganelli ad arretrare fino a Piazza Verdi: qui l’assemblea ricomincia ma, “colpevole” di usare una cassa amplificata (sic!), viene violentemente caricata dagli uomini in divisa. Studenti e studentesse resistono, con il coraggio di chi sa di aver scelto la parte giusta della barricata. La voce corre rapida, nel giro di pochi minuti alcune centinaia di giovani fronteggiano e circondano i caschi blu, che a quel punto sono costretti ad abbandonare il campo. Questa sera abbiamo vinto noi.

Il giorno dopo il sinistro governo cittadino guidato da Pd (Merola: “era ora di intervenire con metodo e spero si continui così”) e Sel (Naldi: “il regolamento va fatto rispettare anche a costo di innalzare la tensione a questi livelli”) rivendica plaudente la violenza poliziesca. La follia “law and order” cofferatiana si riproduce anche senza lo sceriffo Cofferati. I media come sempre fanno da cassa di risonanza alle menzogne del potere, e di questo amplificatore sì ne faremmo volentieri a meno. Dal canto loro, gli sceriffi dell’amministrazione universitaria, pavidi e complici, tacciono e acconsentono. Da anni ormai Piazza Verdi è al centro delle campagne contro il “degrado” e della conseguente militarizzazione. Ma il degrado in questa città è identificato con le forme di vita dei giovani e degli studenti, buoni da sfruttare come utenti di università e servizi, per i lavoretti precari e per la rendita immobiliare, da ridurre al silenzio se provano a prendere autonomamente parola.

É invece tutt’altro, quello vero, il degrado che noi stiamo combattendo: quello di un’università smantellata e ridotta in macerie dalla riforma Gelmini, dall’impoverimento di saperi e prospettive, dalla precarizzazione, di cui il rettore Dionigi e la sua amministrazione sono sostenitori e complici; quello dei costi dei servizi sempre più insostenibili (la mensa si fregia del titolo di più cara d’Italia); quello degli sgomberi di spazi sociali dentro e fuori
dall’università; quello di una città tenuta in ostaggio dal potere di speculatori e baroni, amministratori e cooperative rosse di vergogna. Chiariamo allora quel è la posta in palio di questa battaglia: è la possibilità – in mezzo alle macerie che hanno prodotto – di costruire
spazi autonomi di socialità, aggregazione e circolazione dei saperi, per dare risposte concrete a bisogni impellenti, per creare nuova università e piazze da vivere in comune.

“Dove loro distruggono, noi costruiamo”, questo è l’insegnamento che ci viene dagli studenti e dalle studentesse della libreria Ex-Cuem della Statale di Milano, violentemente sgomberata e rioccupata con gioia e determinazione: è un insegnamento che facciamo nostro. Siamo allora d’accordo con chi dice che “alcune decine di persone non possono tenere in ostaggio l’intera zona universitaria”: noi ci proviamo ogni giorno a isolare questi loschi figuri, che indossano caschi blu ed ermellini. Il #27M lo faremo in tante e tanti: see you on the barricades!

Una nuova università significa lotta di student* e precar* e… tutto il potere all’amplificazione!

Lunedì 27 maggio ore 18
Assemblea pubblica in Piazza Verdi

Hobo – Laboratorio dei Saperi Comuni