Culture

Speciale / Sante Notarnicola: “Ragazzi, organizzatevi” [video]

Il primo di quattro articoli tratti dalla presentazione de “L’anima e il muro” che si è svolta nei giorni scorsi a Vag61 (Bologna). “Sui NoTav si sta facendo un gioco sporco”.

04 Febbraio 2014 - 11:15

Bologna, 17 gennaio 2014. Lo spazio libero autogestito Vag61 ospita Sante Notarnicola per la presentazione della sua ultima antologia di poesie, “L’anima e il muro” (Odradek), arricchita da un’introduzione di Daniele Orlandi ed impreziosita dai disegni di Marco Perroni. Sante “operaio, comunista, rapinatore di banche, carcerato, scrittore, poeta” racconta se stesso, racconta una generazione e racconta un pezzo di storia: la rottura con il Pci, la banda Cavallero, l’ergastolo, le lotte in prigione. Parla rigorosamente al plurale, Sante. Quando al posto del “noi” scatta un “io”, si ferma, si scusa, ricomincia: “Noi…”. L’ironia amara si alterna alle riflessioni più dense che sferzano chi ascolta.  Il tono pacato prevale ma si scalda, Sante, quando parla dei giovani senza futuro, del “gioco sporco” sui NoTav  e dell’impellenza di scriverlo, tutto questo, sui muri che in tanti preferirebbero “belli lindi”. Un fiume in piena che si ingrossa di colpo e di colpo si placa: “Leggiamo due poesie, va…”. Parla di passato e futuro, Sante, tra un sorso di rosso e uno schiaffo sulla fronte per quella volta che rifiutò la possibilità di accorciare la pena: “Dissi ‘no, sarà la rivoluzione a liberarmi’. Che cretino…”. La serata si conclude con la lettura di una delle poesie raccolte nel libro, “La nostalgia e la memoria”. Parla di decenni trascorsi da decenni e di “quella generazione, la più infelice, la più dura, la più cara”. Chi siede nelle prime file, può notare che gli occhi di Sante sono lucidi. E non se ne stupisce.

N.B. L’articolo pubblicato di seguito riprende i passaggi dell’intervento di Sante più legati all’attualità. Nei prossimi giorni ne seguiranno altri tre: la cesura storica consumatasi in piazza Statuto nel 1962; gli anni della lotta in carcere tra torture, mozziconi di matita, accusati che si trasformano in accusatori, l’incontro epistolare con Primo Levi e quello faccia a faccia con Giovanni Falcone; la campagna per la scarcerazione di Prospero Gallinari e il “coraggio” di Zeroincondotta.

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La necessità di organizzarsi, i NoTav e il vero crimine

“Il carcere, se noi lo vediamo dagli anni Settanta e Ottanta, ha prodotto un casino di libri, testi, documenti. Anche dal punto di vista rivoluzionario sono state prodotte cose che ormai non si leggono più, perchè la fase è cambiata e non è cambiata in meglio. Forse bisognerebbe andarsene a rileggere un po’ e vedere come all’epoca ci si era organizzati. Perchè, ragazzi, oggi il lavoro non ve lo dà proprio nessuno. E non solo il lavoro, anche un minimo di vita decente. Questo diventa un carcere. E non a caso i compagni che lottano, nelle manifestazioni e non solo, cominciano ad essere parecchi dentro. E’ su questo che voglio attirare l’attenzione dei giovani. Bisogna organizzarsi. Non puoi mollare un compagno in galera. Bisogna fargli sentire che siete presenti. Vi dovete organizzare, come si organizzarono i ragazzi che lottavano negli anni Settanta. Dovete cominciare ad organizzarvi ma alla svelta, senza perdere tempo. Dovete creare un Soccorso rosso come l’avevamo noi, cercare gli avvocati, andare a trovare i genitori, sentire come stanno in galera, scrivere tutti i giorni. Altrimenti li perdiamo, quei compagni”. C’è un caso emblematico. “Sui NoTav adesso stanno facendo un gioco sporco, stanno equiparando una lotta al terrorismo. A parte il fatto che noi abbiamo sempre rifiutato questa cosa. Lasciamo perdere me, il mio ‘io’ è un po’ incasinato e non mi va neanche di perderci troppo tempo, ma i compagni erano guerriglieri. E’ una cosa diversa che essere terrorista. In Italia abbiamo avuto solo e soltanto i fascisti con le bombe. E non è un caso che, mentre della nostra storia si sa quasi tutto, delle stragi non si sa niente. Quando diciamo che le stragi
sono di Stato, è solo quella la risposta. E’ vero, sono state di Stato. Di Stato. E questo bisogna urlarlo sempre, scriverlo su tutti i muri, questi muri di merda di Bologna che vogliono belli lindi: ‘Voi siete stragisti, voi siete torturatori. Voi siete questo. Voi siete
quello che affamate il popolo. Voi siete quello che non date nessun tipo di prospettiva ad un ragazzo di 20 anni e questo è un delitto, è un crimine, un crimine, un crimine’. Leggiamo due poesie, va…”.

La vergogna del 41 bis

“Dal punto di vista del carcerario, per quel poco di cui mi sono occupato, è cambiato tutto, è cambiata la percezione delle persone, sono cambiate le persone”. Negli ultimo “20 o 25 anni non c’è stato più un movimento attivo e sicuramente antagonista, ma un vivacchiare.
La dico tutta, faccio la figura del vecchio rincoglionito ma non me ne frega niente: si è pensato più alle feste del fine settimana, al rock&roll, che a creare un ricambio in cui la militanza fosse degna di questo nome, nonostante molta buona volontà. Noi nelle prigioni in quegli anni, tra il ’68 e il ’71, abbiamo creato di tutto. Abbiamo creato anche un branco di lotta armata, la storia dei Nap, che vi consiglio di andare a cercare nei documenti, che nasce proprio dal carcere. In una situazione generale in cui tutto si muoveva, la contestazione era sacrosanta e ognuno organizzava le sue cose, noi grazie a quel momento lì abbiamo avuto quegli spazi e anche i momenti per crescere”. Di certo “non esiste la rieducazione. O c’è un movimento rivoluzionario che ti dà quelle spinte lì, oppure niente. Eppure, in questi 20 anni le cose si sono fermate. Voglio attirare la vostra attenzione su una cosa che è clamorosa, brutta, lurida e fascista ed è il 41bis. E non dite che non ve ne frega niente perchè tanto sono mafiosi, non è vero questo. A parte il fatto che questi non sono più i mafiosi reali, quelli che davvero muovono le cose, non è possibile che l’Europa stessa, per quello che può contare per noi, ha detto che il 41bis è tortura e che non la sentiamo noi, questa indignazione. E’ un problema nostro”.

Il ritorno della Dc e il M5s

Questi qui, l’ex Pci, il Pd, stanno ricreando la Dc, questo è lo Stato con cui bisogna misurarsi. Quello che mi meraviglia è che di fronte ad una sciatteria così, all’imbarmarimento e al ladrocinio, come fai tu, giudice, a condannare un ragazzino che è andato a rubare qualche cosetta, mentre tutti quelli che ti fanno fare il giudice la mattina arrivano in ufficio, si mettono i soldi in tasca a vanno a fare la spesa? E’ un discorso pericoloso, perchè ci avvicina ad altri, ai grillini, che non sono granchè simpatici, perchè la base dovrebbe almeno cominciare a pensare con la propria testa, invece che con quella di un guru o di altra gentaglia. Questi sono i problemi che abbiamo oggi di fronte”.

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