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Si opposero a Forza nuova: denunciati sei antifascisti

Crash: “L’antifascismo non si fa intimidire”. Esposto del Comune contro il partito di Fiore, che a sua volta ha promesso denuncia. Intanto, Làbas: “Raccolti i fondi per il ricorso contro le misure cautelari post sgombero”.

06 Maggio 2018 - 16:15

“Apprendiamo dalla stampa locale che sono stati denunciati 6 militanti antifascisti per la giornata di mobilitazione contro il provocatorio presidio di Forza Nuova dello scorso 16 febbraio”. Lo riferisce il Laboratorio Crash, che prosegue ricordando il contesto di quella giornata: “Poche settimane prima c’era stata la tentata strage del militante della Lega Nord di Macerata, Luca Traini, contro la comunità africana della città. La settimana successiva una straordinaria manifestazione antirazzista abbracciò la città marchigiana mentre a Piacenza un corteo composto da operai della logistica, giovani proletari e antagonisti della regione tentò con grande determinazione di raggiungere la sede di Casa Pound aperta nei giorni precedenti. Seguirono scontri con la celere per cui ancora oggi alcuni compagni, come Dibi compagno del Cua, stanno scontando sostanziose misure cautelari e carcere. A Bologna le autorità cittadine decisero di concedere piazza Cavour all’organizzazione guidata da Fiore, implicato nella strage del 2 agosto e figura di spicco della peste nera neofascista italiana. La maggior parte delle realtà antifasciste della città trovarono intelligente convergenza con ‘l’anticipazione antifa’ che portò più di un centinaio di militanti e attivisti antifascisti ad occupare fin dalla mattina la piazza concessa allo sterco suprematista, razzista, sessista e omofobo di Bologna: una ventina di reietti con il braccio teso. Dopo un paio d’ore un numero consistente di celerini arrivati con numerosi blindati assalì il presidio con numerose cariche che spinsero i compagni e le compagne fuori da piazza Cavour. Successivamente altre cariche della celere spinsero la manifestazione su via Farini fino a Piazza Minghetti mostrando tramite tanta pervicacia e violenza la determinazione ‘demokratika’ a garantire allo stragista del 2 agosto e alla sua organizzazione di utili idioti il diritto a presidiare il centro città. Senza farsi intimidire i compagni e le compagne raggiunsero piazza Maggiore facendo appello alla città ad unirsi in presidio antifa per tentare ancora una volta di spazzare via la peste nera da Bologna. Alle 18h piazza Maggiore era già piena e, disertando il presidio istituzionale e parruccone convocato in piazza del Nettuno, gli antifascisti e le antifasciste ormai in migliaia tornarono a muoversi in corteo sfidando un dispositivo militare inedito per la nostra città: elicotteri, grate metalliche, e poi idranti che non appena arrivarono al tiro della prima fila della manifestazione colpirono i compagni e le compagne insieme a granate lacrimogene e dure cariche che non riuscirono a rompere la manifestazione che compatta continuò ad esprimere ostilità irriducibile al fascismo e al dispositivo ordinato da Minniti per garantire allo sterco nero di esibirsi con braccia tese e boia chi molla a volontà”.

Ancora dal comunicato: “Il 16 febbraio restituisce oggi al movimento cittadino la forza di una giornata collettiva importante dove l’antifascismo militante si è espresso come fattore di potenza politica aggregando intorno a sé numeri consistenti e radicalità intransigente. E’ stato un contributo importante al ‘febbraio antifascista’ che successivamente ha visto in tutta Italia una mobilitazione variegata di contestazione alle organizzazioni neofasciste che venivano presentate e costruite dal sistema mediale all’attacco e forti di sostegno popolare. Se Casa Pound e Forza Nuova sono state per l’ennesima volta umiliate anche dall’urna, la Lega di Salvini si è rafforzata e consolidata, sta quindi a noi fare in modo che la potenza dell’evento antifa si traduca in una costante prassi di inimicizia sociale al ‘Prima gli Italiani’ nei quartieri, nelle scuole, nell’università, sui posti di lavoro e quando serve tornare a farsi giornata di lotta militante, di massa e determinata come negli ultimi anni siamo riusciti a fare con il 16 febbraio del 2018, e nella resistenza di Ponte Stalingrado o nella Tre Giorni di Barricate in piazza Verdi. A Bologna il fascismo non passa e non saranno denunce, processi, cautelari e carcere ad intimidire il quotidiano impegno antifascista e sociale e le future convergenze antifa. Esprimiamo solidarietà ai compagni e alle compagne denunciati per la manifestazione del 16 febbraio e rinnoviamo la pretesa di immediata scarcerazione e fine delle cautelari per tutti e tutte gli/le antifa su cui sta insistendo la ripicca dello stato per il febbraio antifascista! Antifa, quello che dice fa! Liberi tutti, libere tutte! Viva il febbraio antifascista bolognese!”.

Nel frattempo, si è appreso che il sindaco Virginio Merola ha firmato la denuncia contro Forza nuova, annunciata all’indomani del comizio, per i saluti romani e i cori “Boia chi molla” sentiti e visti in piazza Galvani. A sua volta, Forza nuova ha esplicitato l’intenzione di presentare una denuncia per la gestione dell’ordine pubblico di quel giorno che, a dire della formazione neofascista, avrebbe limitato la partecipazione al comizio.

Infine, in merito ad un altro procedimento giudiziario, ha fatto sapere Làbas: “È con grande gratitudine che annunciamo il raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo prefissati: grazie a tutte e tutti voi che avete partecipato alla serata di ieri (alcuni giorni fa, ndr) a Làbas e grazie alle donazioni dei soci e delle socie di Coalizione Civica Bologna, abbiamo raccolto i fondi necessari a presentare il ricorso in Cassazione contro le misure cautelari disposte nei confronti di cinque compagni che, insieme ad altr*, hanno resistito allo sgombero di Làbas lo scorso otto agosto. Ancora una volta abbiamo avuto la conferma della solidarietà attiva di molt* cittadin* di questa città. Chi lotta non rimarrà mai solo!”.