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Si Cobas: “Potenziale focolaio nella logistica”

Il sindacato segnala diversi contagi tra i lavoratori di un magazzino dell’Interporto e richiede “un veloce screening molecolare di tutto il personale”. BolognaFiere, raggiunto l’accordo sul nuovo contratto integrativo aziendale. Riparte la mobilitazione dei riders: “Costiruiamo una rete nazionale in grado di coordinarsi per scioperare e lottare”.

18 Febbraio 2021 - 15:03

I Si Cobas segnalano un caso di “potenziale focolaio” di Covid nel magazzino di Logista Italia che si trova all’Interporto di Bologna: all’interno “operano 75 lavoratori in appalto che si occupano della movimentazione merci. In questa settimana 14 persone sono state messe in quarantena. Più precisamente tre lavoratori accertati nei giorni scorsi risultati positivi al test molecari; nove lavoratori positivi al test antigenico rapido” nella giornata del 15 febbraio; “un lavoratore già in quarantena da giorni, un lavoratore individuato come contatto stretto”. Tutto il resto del personale, racconta sempre il sindacato, è stato sottoposto nella giornata del 15 al test antigenico rapido. “La nostra preoccupazione- continua il comunicato- unitamente a quella dei lavoratori è chiaramente legata alla possibilità che già attualmente il virus sia più diffuso più di quanto hanno rilevato i test antigenici che come sappiamo pur avendo il vantaggio della rapidità non hanno la certezza scientifica dei tamponi molecolari. Precisiamo che i lavoratori di cui stiamo parlando condividono spazi chiusi non sempre areati per lungo tempo. Gli stessi ad esempio si trovano a condividere le pause nella medesima mensa, lavorano a stretto contatto (parte di loro lavora attorno allo stesso nastro in catena di montaggio etc). Inoltre tra i lavoratori riscontrati positivi buona parte si trova impiegata nel medesimo turno e nello stesso reparto. Segnaliamo inoltre che due responsabili di magazzino che hanno contatto con tutti i lavoratori sono risultati positivi. In tal senso osserviamo che quanto indicato dall’rspp aziendale risulta in contrasto con quanto riferitoci dai lavoratori circa l’individuazione di 1 solo contatto stretto tra tutti i lavoratori rinvenuti positivi, anche secondo la definizione di contatto stretto riferito dall’autorità sanitaria. Segnaliamo inoltre che al momento tutte le persone assenti sono state sostituite” dal 16 febbraio “con altri lavoratori somministrati, aumentando di fatto il potenziale rischio di diffusione del virus i circolazione (come già in precedenza accaduto presso il magazzino di Brt Roveri) . Segnaliamo inoltre che molti di questi lavoratori spesso si recano al bar e alla mensa dell’Interporto dove sono presenti lavoratori di altri magazzini. Riteniamo che in tale situazione debbano essere con urgenza disposti dei tamponi molecolari al fine di monitorare con attenzione e da subito l’attuale contagio. La situazione ci preoccupa ancor più per i dati dei recenti casi di varianti di Sars Cov2 rinvenuti anche nel territorio bolognese, variante che come comunica l’autorità scientifica ha la caratteristica di una maggiore velocità del contagio. Pertanto al fine di evitare il propagarsi del contagio richiediamo un veloce screening molecolare di tutto il personale e la disposizione di chiusura dell’impianto qualora fosse accertato il focolaio. In quest’ultima ipotesi riteniamo che i lavoratori non debbano evidentemente avere alcuna decurtazione del proprio salario”.

Restando in tema di lavoro, due giorni fa si è conclusa la consultazione dei lavoratori di BolognaFiere sull’Ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto integrativo aziendale, sottoscritta l’11 febbraio da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs, Usb e Sgb. Alla consultazione referendaria hanno partecipato circa il 90% dei lavoratori aventi diritto che hanno approvato l’ipotesi di accordo con il 98,87% dei voti favorevoli, spiegano i sindacati, affermando che “il nuovo Integrativo aziendale, che entrerà in vigore dal primo marzo, rappresenta un importante risultato perché si inserisce nel percorso di recupero della vertenza che aveva visto nei mesi precedenti prima la disdetta dell’integrativo da parte dell’azienda e poi la cessione del personale di manifestazione da BolognaFiere a Bf servizi. L’intesa sul Cia è stata preceduta da un’altra importante tappa, rappresentata dall’Accordo sui lavoratori con contratto a tempo determinato che è stato raggiunto l’8 febbraio scorso fra BolognaFiere Spa, Bf servizi e tutte le rappresentanze sindacali di entrambe l’azienda e che va a salvaguardare la posizione dei lavoratori a tempo determinato che storicamente prestavano servizio in occasione delle manifestazioni fieristiche, che in funzione del riassetto aziendale e della cessione di ramo d’azienda rischiavano di perdere il diritto a lavorare in Fiera. Il Contratto integrativo, seppur in una fase di enorme difficoltà per il comparto fieristico, è un accordo che da una parte salvaguardia i diritti conquistati negli anni dai lavoratori della Fiera, ma inserisce, anche, importanti innovazioni per rispondere ai nuovi bisogni che, ad esempio la pandemia e il lavoro a distanza hanno fatto emergere. Il risultato rappresenta un punto di riferimento per l’intero settore, ma anche un tassello fondamentale nell’annunciato processo di fusione fra Bologna e Ieg (Rimini e Vicenza). Nel merito il nuovo contratto amplia il capitolo della conciliazione fra tempi di vita e lavoro, inserendo flessibilità oraria e indennità ulteriori per il lavoro in orari e giorni ‘disagiati’, nonché la banca ore quale strumento a disposizione dei lavoratori e confermando le importanti maggiorazioni per il lavoro straordinario. Potenziati anche gli strumenti a sostegno della genitorialità, del caregiver (permessi aggiuntivi, malattia bambino retribuita fino a 10 anni, integrazione al trattamento economico del congedo parentale, permessi per assistere famigliari non autosufficienti o ultraottantenni, ecc), con un approccio mirato alla parità sostanziale fra lavoratrici e lavoratori, non tralasciando anche gli aspetti relativi al diritto allo studio e alla formazione continua. Il contratto integrativo contiene anche un’importante deroga al Jobs act in tema di divieto di controllo a distanza dei lavoratori, nonché la normazione dello Smart Working che diviene un diritto per tutti i lavoratori (fino a 100 giorni l’anno su base volontaria), sancendo altresì il diritto alla disconnessione, al godimento dei diritti collettivi e sindacali per gli smartworker, nonché la parità salariale attraverso il riconoscimento del buono pasto per le giornate di lavoro agile. L’accordo introduce anche la banca del tempo solidale con la possibilità per i lavoratori di donare ore di lavoro per i colleghi in difficoltà, ore che verranno integrate (moltiplicandole) dall’azienda, nonché specifica ed estende le coperture assicurative per i lavoratori. Ampliato anche il capitolo della previdenza complementare e del salario variabile, con un incremento dell’entità del premio di produttività per i lavoratori e la possibilità di conversione in welfare (ad integrazione e non in termini sostitutivi rispetto a quanto erogato dal pubblico). Questo accordo dimostra come nonostante le difficoltà e gli atti unilaterali aziendali, le organizzazioni sindacali possano, anche attraverso la mobilitazione, affrontare e risolvere i problemi in un percorso comune e con la contrattazione”.

Continua il comunicato dei sindacati: “Come rappresentanti dei lavoratori siamo soddisfatti del lavoro sin qui fatto, ma non possiamo dimenticare le traumatiche vicende del recente passato. Anche nel rapporto con le Istituzioni ci eravamo posti tre obbiettivi per ricomporre l’intera vicenda del ‘Mondo Fieraì: recupero del contratto integrativo di BolognaFiere spa; Tutela dei contratti a termine; recupero dei diritti e dei trattamenti dei lavoratori con contratto ciclico verticale trasferiti a Bf servizi. Due di questi punti sono stati raggiunti, ma la vertenza non si potrà dire conclusa sino a quando anche in Bf servizi non sarà raggiunto un accordo, perché abbiamo l’ambizione di non lasciare indietro nessuno, costruendo dei ponti non solo per garantire i diritti degli attuali lavoratori ma anche per quelli che verranno, perché crediamo che solo in questo modo si possano realmente realizzare i patti sul buon lavoro traducendoli dalle parole ai fatti. Richiamiamo quindi l’azienda e i soci pubblici alla responsabilità, auspicando in tempi brevi un esito positivo anche nell’ultimo tavolo aperto”.

Per finire, riprende la mobilitazione dei ciclofattorini bolognesi: prossima tappa per Riders Union è la partecipazione ad un’assemblea nazionale che si terrà il 25 con l’intento di “fare un ulteriore passo in avanti e aprire un confronto largo che coinvolga tutte le realtà locali dei rider in lotta nel nostro Paese”, partendo da “una piattaforma organizzativa chiara e semplice: no al contratto truffa di Assodelivery e Ugl; no al cottimo e alle prestazioni occasionali; sì a un monte ore garantito, a paghe orarie e diritti agganciati ad un Ccnl di settore; sì al riconoscimento dei diritti sindacali di tutti fattorini. L’obiettivo è quello di costituire una rete nazionale di rider che sia in grado di coordinarsi per scioperare e lottare attorno a queste rivendicazioni, perché isolati non contiamo nulla ma uniti possiamo vincere! Ogni giorno consegniamo migliaia di pasti in tutta Italia, senza di noi le piattaforme non possono funzionare. Vogliamo paghe adeguate, contratti degni e diritti per tutti e li vogliamo subito! Il tempo delle attese è finito: avanti riders, non per noi ma per tutt*!”.