Acabnews Bologna

Sgomberato picchetto dei facchini all’interporto

Crash: “Dichiarazione di guerra, risposta sarà corteo di sabato”. Hobo: “Non un passo indietro”. Coordinamento Migranti: “Non temiamo minacce”. Cobas e Si Cobas: “Prosegue lo stato di agitazione”.

20 Novembre 2013 - 18:17

“Questa mattina un picchetto dei lavoratori della logistica alla Cogefrin, nell’interporto di
Bologna, e’ stato violentemente sgomberato dalle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa”. Lo racconta il centro sociale Crash, che da tempo sostiene le lotte dei facchini di Bologna. I manifestanti hanno resistito allo sgombero, bloccando anche il traffico. Sette le persone fermate. Con l’azione di stamattina “ci hanno dichiarato guerra e la nostra risposta sara’ il 23 novembre. E’ finito il tempo delle parole- dichiarano da Crash- ora e’ il tempo della vendetta e di prendere ciò che ci hanno tolto”. Sabato sarà in piazza anche Hobo: “La Polizia protegge le merci e carica lavoratori e solidali. Non un passo indietro! Se toccano, uno toccano tutti!”. E il Coordinamento Migranti: “Sabato saremo in piazza per dire che questa lotta contro gli sfruttatori della Granarolo e gli altri padroni della logistica è la stessa lotta che facciamo tutti i giorni contro la legge Bossi-Fini e per dire al Prefetto e al Questore che non temiamo minacce”.

Nel corso di una conferenza stampa convocata in mattinata davanti alla Prefettura, difesa da un cordone di Polizia, i sindacati di base spiegano: “Noi l’accordo firmato col prefetto l’abbiamo rispettato e le aziende no”, con riferimento all’intesa che prevedeva di assumere 23 dei facchini licenziati da Granarolo entro il 30 ottobre e di aprire un tavolo di trattativa sugli altri 28. Invece, finora ne sono stati assunti solo nove e niente tavolo.

I facchini, quasi tutti stranieri, non intendono mollare: “Andiamo avanti, non ci fanno paura le denunce, anche se minacciano il nostro permesso di soggiorno. Tanto, se non abbiamo un lavoro il permesso di soggiorno non ce lo rinnovano lo stesso”. Uno dei ragazzi presente al picchetto di stamattina mostra le contusioni rimediate: “Le Forze dell’ordine mi hanno sbattuto per terra e mi sono saliti sul corpo. Mi hanno trattato come un cane. In Marocco ero tecnico, ho quattro diplomi, sono venuto qui sperando in una vita migliore e invece…”.

Prima del blocco alla Cogefrin, i lavoratori avevano picchettato i depositi di Gsi e Camst. Spiegano Si Cobas e Cobas lavoro privato: “Più di 150 facchini hanno partecapato al blocco presso i magazzini per tutta la notte e fino a mattina, con camion fermi e interruzione dell’attività lavorativa”. Presenti anche lavoratori Ikea, Geodis, Coop Granarolo e Fercam. Ora Gsi, Camst il consorzio Gli e la coop Logima “sono chiamati a dare risposte immediate e per ora si riprende l’attività lavorativa”, ma i sindacati di base “continuano a mantenere lo stato di agitazione fino a completa regolarizzazione della situazione lavorativa e salariale, con previsione di ulteriori momenti di lotta e scioperi senza preavviso se le risposte non arriveranno”. I responsabili aziendali, inoltre, “non devono in nessun modo perseguire coloro che hanno scioperato o danneggiarli con ritorsioni, pena il blocco del lavoro”.