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Sgb: “Educatrici e educatori pagati a cottimo”

Lunedì sciopero e manifestazione del personale dei servizi integrativi delle scuole di Bologna e San Lazzaro e dei nidi di Medicina. Rsa e Cra, comitato Libro verde: “Attendiamo da tre mesi un incontro in Regione”.

02 Ottobre 2020 - 19:16

“Inizia un nuovo anno scolastico con un nuovo appalto del valore di circa cinque milioni di euro ma le  condizioni dei lavoratori peggiorano”. Questa la sintesi di Sgb rispetto alla situazione del personale educativo dei servizi integrativi delle scuole di Bologna e San Lazzaro e dei nidi di Medicina.

Permangono infatti “tutti i problemi che le lavoratrici in appalto si portano dietro dall’emergenza Covid-19: chiusura scuole, taglio dei servizi e conseguente taglio delle ore contrattuali e dello  stipendio”. Ma non solo: il sindacato addita la “prassi consolidata dalle cooperative sociali che gestiscono i servizi pubblici” del “pagamento a cottimo, che oggi viene messo nero su bianco su nuovi contratti”. Questa la formula a cui appongono la firma i nuovi assunti: “Durante i periodi dell’anno comunemente definiti vacanze estive, dove non si presterà il servizio, il rapporto di lavoro si intendera’ concordemente sospeso a tutti gli effetti e non competera’ nessun trattamento economico. Per gli altri periodi di sospensione (Natale e Pasqua) verranno attribuite ferie o permessi”. Un termine, “concordemente”, che l’Sgb definisce “un eufemismo”.

Il sindacato ha dunque proclamato lo sciopero per questo lunedì, con proteste in mattinata davanti a sede Inps e Palazzo d’Accursio: “Vogliamo essere lavoratori di serie A internalizzati dagli enti pubblici con stipendi interi”, e “non vogliamo restituire la parte del salario data per raggiungere il 100% durante la chiusura per Covid dal Comune e ora richiesta indietro”.”

Un’altra dei molti nervi scoperti dalla pandemia è quella delle residenze e case di cura per anziani e persone con disabilità. Il comitato regionale “Libro verde” che riunisce famigliari e operatori, ricorda di essere in attesa da ormai tre mesi di un incontro con la Giunta di viale Aldo Moro: “L’incontro atteso doveva essere l’ inizio di confronti e tavoli di lavoro, con la partecipazione delle parti sociali in rappresentanza dei lavoratori, Tecnici del Settore e comitati di familiari e operatori.Tavoli di lavoro, per verificare le Linee Guida e la Normativa Regionale, alle tematiche relative all’assistenza sanitaria, accreditamenti, dimissioni protette, pianta organica del personale, ausili e il problema degli immobili (molti dei quali fatiscenti) e tutte le procedure da mettere in atto in periodo di Covid: profilassi e prevenzione, tutela degli ospiti, mantenimento costante di un controllo mirato al fine di eliminare il più possibile i contagi nelle strutture per anziani e nell’assistenza domiciliare di disabili e malati psichici. Ad oggi ancora nulla da parte dell’Assessore, pensare male è peccato, ma a volte ci si prende.Il Comitato teme un tentativo di rimozione da parte della Regione sui problemi presentati da sempre, rimarcati da Giugno u.s, attraverso le iniziative davanti la sede della Regione e divulgazione mezzo stampa e social. Temiamo un tentativo di mettere a tacere senza avere risolto nulla e tanto meno preso atto che ne’ in struttura ne’ a domicilio esistono le condizioni di tutela necessaria per evitare i contagi, l’unica possibilità continua ad essere nel tenere chiuse le strutture e evitare di accogliere le dimissioni protette.Questo lede il diritto alla cura, a ricevere visite dei famigliari degli ospiti in struttura, l’impossibilita’ ad avere momenti di condivisione e ludici, necessari per il mantenimento delle risorse residue del paziente.La situazione è pericolosa anche sotto il profilo psichico dei pazienti e delle loro famiglie. Dimostrazione di mancanza di un programma di tutela, di sensibilita’ umana e politica. Chiediamo che questo incontro venga stabilito in tempi utili e al più presto a tutela dei pazienti ricoverati nelle strutture e di tutti i lavoratori, rimarcando sempre che una migliore condizione dei diritti dei lavoratori automaticamente ricade sulla qualità del servizio”.