Acabnews Bologna

Sfratto di via sant’Isaia, nuovo rinvio

Già a luglio SocialLog era intervenuta per impedire che una donna disoccupata fosse buttata fuori di casa. Intanto Taksim diffonde una videointervista a uno studente truffato dall’agenzia Gestim.

16 Settembre 2014 - 15:42

Sfratto rinviato in via Sant'Isaia (foto Social Log)Stamattina in via Sant’Isaia 47 Socialog insieme alle famiglie di via De Maria e Mura di porta Galiera sono riusciti ad erigere un muro di solidarietà infrangibile per Rosa. La signora Rosa è italiana nata al sud Italia ed emigrata a Bologna, città in cui si era costruita una vita come tante altre un lavoro, una casa, una famiglia e dei figli. Questo fino al sopraggiungere della crisi, quando all’improvviso si è ritrovata senza marito e poi anche senza lavoro. Crisi aziendale, ristrutturazione e riorganizzazione del personale, questi sono i mostri che la signora Rosa ha dovuto affrontare.

Prima la mobilità, poi il licenziamento poi nessuna speranza di riassunzione, perchè la signora Rosa non ha certo l’età per essere competitiva sul mercato del lavoro. A tutto questo, come se non bastasse, ha fatto seguito l’ impossibilità di pagare l’affitto, quindi la perdita della casa, la sua casa, quella dove vive da quasi 25 anni. A luglio la signora Rosa incontra Socialog, il primo picchetto, un rinvio, un respiro di sollievo nella sua vita tristemente complicata. Qualche giorno fa l’ultimatum da parte di ufficiale giudiziario e proprietario.

Un altro picchetto, questa volta, la solidarietà è incredibile, come la fermezza di tutti quegli uomini e quelle donne che stamattina affrontando ufficiale giudiziario, proprietario e polizia, giunta in gran numero sul posto, hanno ribadito con forza che essere sfrattati dopo 25 anni è un ingiustizia, un atto intollerabile, soprattutto se pochi mesi distano dall’assegnazione di una casa popolare.

Tutto ciò avviene mentre iniziano a trapelare le disposizioni contenute nel decreto sblocca Italia che dovrebbe far ripartire l’economia e alleviare le sofferenze sociali causate dalla crisi economica, dando nuove speranze alle migliaia di famiglie che vivono il dramma dell’emergenza casa. In realtà le uniche misure prese dallo sblocca Italia sono quelle che facilitano la concessione di permessi edilizi, la vendita a privati di patrimonio pubblico, il cambio di destinazioni d’uso, l’ erogazione di contributi sui costi di costruzione, insomma, un enorme aiuto alla speculazione edilizia. Nel il piano casa del ministro Lupi ne il decreto sblocca Italia sono stati in grado di programmare misure reali per la fuoriuscita dalla situazione di emergenza abitativa in cui oggi ci troviamo.

Fino a quando nessun si deciderà a risolvere realmente il problema dell’emergenza abitativa, con misure reali, come quelle che da anni propone il movimento per il diritto all’abitare, quali il blocco immediato degli sfratti, il rifinanziamento dell’edilizia residenziale pubblica e il riuso di immobili sfitti e inutilizzati, ogni mattina ci saranno sempre più famiglie disposte ad erigere quel muro di solidarietà infrangibile che oggi ha permesso alla signora Rosa di rimanere nella sua casa per altri 50 giorni.

Social Log

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Da poco si è riaperto lo sportello sociale e di lotta per il diritto all’abitare, gestito dagli occupati e dalle occupanti dell’ex studentato Taksim, e ha subito dimostrato quanto reale e tangibile sia il problema abitativo per gli studenti a Bologna. Al 36 di via Zamboni, nel cuore della zona universitaria, durante questo primo sportello dell’anno, sono stati tantissimi gli studenti che sono passati per denunciare un problema che sta diventando sempre meno affrontabile dal punto di vista economico. Caro-affitto, caro-vita, caro-università, caro-mensa, caro-trasporti… Un’università figlia della crisi che costa troppo ma che al contempo dimezza i servizi di base, che diventano accessibili solo per pochi garantiti.
Tra i tanti studenti che sono venuti allo sportello di lotta abbiamo incontrato Bruno, uno tra i tanti truffati dall’agenzia immobiliare Gestim. Bruno come tanti altri studenti e studentesse dell’università di Bologna, è dal 2011 in attesa della restituzione di oltre 500 euro versati per il deposito cauzionale di un regolare contratto d’affitto. Questo racconto è l’ennesima conferma che in questa città c’è chi specula sul bisogno di alloggio degli studenti e delle studentesse, sempre più strozzati da spese altissime e servizi inadeguati o assenti.
Vogliamo riprenderci ciò che è nostro e ciò che ci vogliono togliere, vogliamo che i servizi che dovrebbero essere garantiti dall’università siano accessibili per tutti.

Per questo motivo invitiamo tutti e tutte allo sportello per il diritto all’abitare che si terrà ogni giovedì dalle 16 in via Zamboni 36! La casa è un diritto e stiamo venendo a prendercela…a spinta! Taksim is coming back soon!

> L’intervista video a Bruno, studente truffato :