Acabnews Bologna

Scuola, supplenze: i no dell’Ufficio scolastico alle richieste dei precari

Stamattina presidio all’ufficio scolastico, ricevuta una delegazione. Usb: “Sperimentazione sulla pelle dei lavoratori”. Coordinamento Precari/ie: “Necessarie decisioni ampie che permettano di garantire la correttezza e la trasparenza per tutti i docenti”. L’indagine: 3,5% degli studenti senza Dad durante il lockdown.

08 Settembre 2020 - 17:24

Manifestazione oggi davanti all’Ufficio scolastico, convocata “d’urgenza a seguito della decisione da parte dell’amministrazione di procedere con le convocazioni per le supplenze annuali senza accogliere i reclami che nei giorni precedenti i docenti hanno inviato per chiedere la correzione del proprio punteggio errato o per segnalare anomalie ed errori di sistema”. Lo scrive Usb, ricordando di aver “chiesto il 2 settembre, nella giornata di pubblicazione delle graduatorie provinciali per le supplenze gps, che venisse aperta una finestra temporale per raccogliere i reclami e valutare eventuali correzioni alle graduatorie”, senza ricevere “alcuna risposta”. Secondo il sindacato, “procedere con le convocazioni lasciando alle scuole il controllo finale causerà non pochi problemi non solo ai lavoratori e alle segreterie scolastiche, ma anche agli studenti e ai consigli di classe che vedranno ritardato l’ingresso del docente avente diritto in caso di errata attribuzione della supplenza. Sulla pelle dei lavoratori precari della scuola si sta giocando per l’ennesima volta la sperimentazione di un sistema informatico e e di procedure veloci che danneggiano i diritti dei lavoratori e non garantiscono una gestione trasparente delle procedure. È gravissimo sacrificare i diritti dei lavoratori al paradigma efficientista perché la narrazione giornalistica che parlerà la prossima settimana dell’inizio della scuola con tutti gli insegnanti in cattedra nasconderà il problema degli errori che saranno risolti in corsa nelle prossime settimane. La decisione del Provveditorato di Bologna di non accogliere i reclami prima delle convocazioni, come invece hanno fatto i provveditorati di Ferrara e di Cuneo, appare irricevibile sia dal punto di vista sindacale sia dal punto di vista politico. Così come grave e inaccettabile è il provvedimento per cui alcuni precari potranno essere licenziati senza stipendio e disoccupazione in caso di future sospensioni delle attività in presenza”.

Al presidio hanno aderito anche i Cobas e il Coordinamento precari/ie della Scuola. Quest’ultimo riferisce dell’incontro con il un dirigente dell’Ufficio scolastico: rispetto alla richiesta di revisione dei punteggi delle graduatorie “si è affermata – scrive il Coordinamento – l’impossibilità, in assenza di indicazioni provenienti dagli organi centrali del Miur, di aprire finestre temporali utili alla correzione e quindi anche della posticipazione delle procedure di assegnazione. Senza mai indicare date precise, è stato più volte ripetuto che il 14 settembre la scuola deve iniziare e che molti istituti sono in condizioni tali da non poterlo fare senza i docenti precari, pertanto mancano i tempi utili alla posticipazione che noi riteniamo necessaria. L’ufficio sta procedendo alla correzione di quelle che vengono individuate come le situazioni di punteggio più critiche, a partire dall’esclusione dei candidati.I funzionari (i numero insufficiente rispetto alle necessità) stanno lavorando per rispondere al maggior numero possibile di segnalazioni, ma non si può prevedibilmente assicurare una revisione completa, perché, a detta dell’Usp, sarebbe necessaria almeno una settimana di tempo. Le situazioni che si dovessero risolvere successivamente saranno affrontate con lo strumento conciliativo che agirà rispetto al caso specifico. Ad ogni modo in nessun caso si terranno in considerazione richieste di integrazione rispetto a quanto i candidati hanno inserito al momento delle iscrizioni alle GPS. Sono stati chiesti chiarimenti anche in merito al cosiddetto ‘organico Covid‘ in caso di sospensione dell’attività didattica in presenza. Con un eventuale attivazione della DAD di un singolo istituto o di una singola classe cosa accadrà? La risposta ha riportato le responsabilità sui singoli docenti che conoscono le condizioni di tali contratto e, ad ogni modo, ‘si vedrà, cerchiamo di non pensare al peggio'”.

In merito invece alla richiesta “di prevedere modalità di convocazione in presenza (come si sta già provvedendo a fare a Bologna per il personale ATA e a Ferrara proprio per le GPS) o almeno in modalità mista, sebbene il direttore si sia dimostrato in ascolto affermando che terrà in considerazione le nostre osservazioni (che fino a quel momento non erano giunte ai suoi uffici), ha dichiarato che si intende ricorrere a una piattaforma già esistente in cui il docente può esprimere in anticipo le proprie preferenze. Al limite e solo in casi particolari di dubbie assegnazioni, stanno provvedendo per poter contattare sul momento il docente interessato.Il Dirigente ha dunque detto di essere nella posizione di non poter accogliere le richieste che i/le docenti precari/ie hanno avanzato, ribadendo che le situazioni problematiche saranno gestite singolarmente. Pensiamo invece che siano necessarie decisioni ampie che permettano di garantire la correttezza e la trasparenza per tutti i docenti coinvolti.Per questo invitiamo tutti e tutte alla prossima assemblea del CPS Bologna e Modena che si terrà giovedì 10 settembre alle ore 17.00 al parco della Montagnola (nei pressi della fontana)”.

Hanno partecipato anche gli universitari di Noi Restiamo: Pochi giorni fa sono uscite le graduatorie regionali, peccato che i punteggi di queste graduatorie siano risultati sbagliati, caso che si è ripetuto in numerose città d’Italia. L’ennesimo caos in un sistema scolastico che non riesce a garantire una didattica di qualità e in sicurezza per studenti e lavoratori della scuola.Per questo è centrale l’esigenza della mobilitazione del 24 e 25 settembre in cui tutto il comparto della formazione scenderà in piazza per ribadire la necessità di riforme strutturali nel mondo dell’istruzione”.

Nei giorni scorsi erano stati diffusi gli esiti di un’indagine condotta dal Coordinamento dei presidenti dei Consigli d’istituto insieme alla Rete dei Comitati dei genitori: durante il lockdown, il 3,5% degli studenti non ha fruito della Didattica a distanza (Dad). Il campione analizzato era di circa 26.000 persone, il 20% della popolazione studentesca provinciale di ogni grado. Dall’indagine sono emerse anche “evidenti difformità” tra scuole dello stesso grado, “un’elevata eterogeneità nella scelta degli strumenti”, e il fatto che uno studente su 10 non era in possesso di un dispositivo idoneo alla Dad. Particolarmente deficitaria è risultata la situazione nelle scuole dell’infanzia.