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Sciopero a sorpresa dei riders Deliveroo [audio]

I ciclofattorini si sono riuniti in presidio davanti al McDonald’s di via Indipendenza: “Sotto 5 euro netti non consegneremo proprio un bel nulla!”.

10 Febbraio 2019 - 21:16

Protesta non annunciata, questa sera, in pieno centro città, all’ingresso di uno dei fast-food più frequentati, dove si sono radunati molti di coloro che quotidianamente consegnano per Deliveroo, una delle principali piattaforme attive in città.

Commenta uno dei lavoratori a Zeroincondotta: “Nonostante la natura fortemente individualizzante di questo lavoro, che rende difficile conoscersi, incontrarsi, c’è un buon livello di adesione, l’app ha registrato un problema di disponibilità, è andata bene, contiamo di fare scioperi più potenti di qui in avanti”.

> Ascolta l’audio:

 

Si legge nel post pubblicato suisocial network a firma Riders di Deliveroo in mobilitazione e Riders Union Bologna: “Siamo i riders di Deliveroo, i ‘portapizze’ in bicicletta e scooter che consegnano nelle vostre case i pasti dei ‘ristoranti più buoni della città’, a qualsiasi ora ed a qualsiasi condizione meteo in ‘soli 32 minuti’, ma ad un prezzo ben specifico. Il prezzo di tutta questa comodità infatti lo paghiamo proprio noi riders: venendo pagati a consegna meno di 4,50 euro netti, venendo assunti con contratti di prestazione autonoma occasionale (inadeguati per questo tipo di lavoro anche secondo una relazione dell’Inps) senza versare nulla in termini di contributi, assicurazione antinfortunistica e copertura Inail contro le malattie. A dirci dove, come e quando eseguire una consegna è un software molto intelligente a cui gli sviluppatori hanno perfino dato un nome, Frank, un algoritmo autoapprendente capace di geolocalizzarci 24 ore su 24, in modo che possa estrarre dati preziosi dalle nostre pedalate e poter lavorare in maniera più efficiente”.

Prosegue il testo: “Da diversi anni a Bologna, come in diverse città italiane ed europee, i riders hanno deciso di dire basta, dando vita a diverse mobilitazioni e scioperi che hanno rotto il muro del silenzio che nascondeva la realtà del nostro lavoro, e qualcosa ha iniziato a muoversi. Un mese fa per esempio la sentenza del Tribunale di Torino che ha riconosciuto i diritti della subordinazione a cinque ex riders di Foodora, infatti, segna un passaggio molto importante per il pieno riconoscimento dei nostri diritti in quanto lavoratori e lavoratrici. In questo senso siamo molto curiosi di capire se e come interverrà il Governo di questo Paese, dopo che ci promette da quasi un anno ormai di voler garantire più diritti e tutele al ‘simbolo della generazione abbandonata’, per come ci aveva definito il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio a suo tempo. In attesa che il Governo ci dica come ha intenzione di posizionarsi, se stare dalla parte di chi lavora o dalla parte delle grandi multinazionali del food delivery, noi non staremo fermi ed oggi abbiamo deciso di dare un buon motivo agli amici di Frank per ascoltare le nostra richieste. Come dicevamo prima Frank è una macchina molto intelligente, ma anche un po’ ingenua a volte. Frank quando si accorge che non ci sono abbastanza riders in turno aumenta la paga a consegna con incentivi che vanno dagli 1 a 2 euro, col solo fine di convincerti a lavorare anche in condizioni proibitive, come forti nevicate ad esempio. Quello che Frank non sa è che stasera ci siamo organizzati per creargli un problema, sloggandoci dai turni poco prima che abbiano inizio e fare in modo che l’algoritmo incrementi la paga a consegna: il messaggio che vogliamo dare è che sotto 5 euro netti non consegneremo proprio un bel nulla! È con questa modalità di sciopero che i nostri colleghi britannici stanno portando avanti da quasi un mese una grande mobilitazione che sta coinvolgendo diverse centinaia di riders di varie città scozzesi, inglesi e gallesi, a cui va tutto il nostro sostegno e solidarietà”.

“Tutto questo però – concludono i ciclofattorini – non ci basta, se a meno di 5 euro ci rifiutiamo di lavorare ci teniamo a ribadire a Deliveroo le nostre rivendicazioni: compenso su base oraria in riferimento al 5° livello della logistica come stabilito dalla Sentenza di Torino, integrato da un compenso di 5 euro a consegna; contributi pensionistici e assicurazione Inps e Inail contro infortuni e malattie a carico dell’azienda; abolizione del sistema di ranking a favore di un monte orario garantito; chiarimento e trasparenza sull’utilizzo dei dati da parte dell’algoritmo. Finché non ci verrà dato quello che ci spetta, noi continueremo con le iniziative di lotta, per dire basta allo sfruttamento e conquistare diritti. Non per noi ma per tutt*!”