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Scioperi magazzini Logista, due assoluzioni

Un dirigente Si Cobas e un operaio 32 enne assolti per i fatti occorsi tre anni fa durante un picchetto all’Interporto. Procura chiede sorveglianza speciale per sette indagati dell’inchiesta “Ritrovo”, durante l’udienza corteo solidale.

14 Luglio 2021 - 16:13

Né resistenza né lesioni aggravate a pubblico ufficiale. La sentenza pronunciata ieri dal Tribunale di Bologna assolve in primo grado un dirigente dei Si Cobas e un operaio 32enne, imputati per quanto avvenne nel giugno 2018 durante un picchetto al magazzino di Logista all’Interporto. Per la medesima vicenda fu arrestato e condannato per direttissima un facchino, oggi in attesa di processo d’appello. Altre cinque eprsone furono prosciolte al termine dell’udienza preliminare.

Lunedì, invece, aveva avuto luogo in Tribunale l’udienza in cui la Procura ha chiesto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per sette indagati a vario titolo per imbrattamento, danneggiamento e istigazione a delinquere. I giudici decideranno in 60-80 giorni. Le accuse si riferiscono a un’azione di sabotaggio e alle mobilitazioni contro l’apertura dei Centri permanenti di rimpatrio (Cpr) nonché in solidarietà alle rivolte carcerarie del marzo 2020: è l’inchiesta ‘Ritrovo‘, che nel maggio del 2020 portò alla perquisizione dello spazio di documentazione anarchico “Il tribolo” e all’emissione di 12 misure cautelari, poi revocate in appello e Cassazione.  Durante l’udienza, alcune decine di persone si sono ritrovate in presidio davanti al Tribunale, per poi muoversi in corteo fino in viale Vicini davanti alla sede del Provveditorato per l’Amministrazione penitenziaria dell’Emilia-Romagna e delle Marche, dietro gli striscioni “Carcere, sorveglianza, isolamento, contro lo Stato nessun ravvedimento” e “Il carcere uccide ogni giorno. Dap, ministro, secondini torturatori e assassini”. Gli interventi al microfono hanno denunciato l’archiviazione dell’indagine sulla morte di otto detenuti durante la rivolta del marzo 2020 nel carcere di Modena e la recente inchiesta sui pestaggi di detenuti nel carcere campano di Santa Maria Capua Vetere da parte di agenti della Polizia penitenziaria.