Acabnews Bologna

Sciopera la logistica: di nuovo in corteo le lavoratrici Yoox

Mobilitazione Si Cobas, con manifestazione in centro: “Fermare padroni che ritengono vita delle/i operaie/i subordinata ai profitti”. Dalle lavoratrici Yoox anche lettera aperta sindaco e istituzioni. Intanto, Cobas Lavoro privato: “Alla Gsi firmato accordo apripista per tutte le lavoratrici”. E sulla gara della sosta Sgb comunica di aver avviato le procedure di raffreddamento.

18 Dicembre 2020 - 18:33

Tornano a manifestare le lavoratrici Yoox: questa volta con un presidio organizzato oggi davanti al Comune nell’ambito della giornata di sciopero nazionale della logistica lanciata dai Si Cobas e dal quale si è mosso un corteo lungo via Indipendenza.

La mobilitazione è stata promossa “per l’applicazione del protocollo sicurezza Covid, per il rinnovo del Ccnl, per la riduzione dell’orario di lavoro al parità di salario, contro i licenziamenti di massa, per l’abolizione dei decreti sicurezza, per il permesso di soggiorno slegato dalla condizione lavorativa. Uno sciopero- spiega il sindacato- per fermare il padronato, che anche in questi giorni, come già nella prima fase della pandemia, continua a ritenere la vita delle lavoratrici e dei lavoratori subordinata ai loro profitti, concetto ribadito in questi giorni dal presidente di Confindustria di Macerata, che testualmente afferma ‘se qualcuno morirà pazienza’. Dunque la ricchezza e i privilegi di pochi, vale di più della vita di quasi tutti. Ne sanno qualcosa le lavoratrici di Yoox, azienda che grazie alla imposizione unilaterale del cambio dei turni di lavoro, sono impedite ad immaginarsi un futuro. L’ennesimo tentativo da parte di questo sistema, non solo di discriminare le donne, qualunque sia la loro condizione, ma un progetto più ampio che vuole determinare il governo dei ritmi di vita e di lavoro, attraverso lo sfruttamento e il ricatto. Una lotta quella delle operaie Yoox, che non riguarda solo le donne, ma tutti gli sfruttati”.

“I turni che Yoox ci sta imponendo non sono una misura presa contro il Covid – spiegano le manifestanti – erano previsti da molto prima, e sappiamo che saranno mantenuti anche dopo, cosi’ come sappiamo che la proposta di una banca ore non è una soluzione per noi. Chiediamo alle istituzioni di intervenire perché in ballo c’è la nostra vita e il nostro futuro. Sentirci rispondere che ‘siamo poche’ e la maggior parte delle lavoratrici non si lamenta, non lotta, o che sono state capaci di organizzarsi per noi e’ inaccettabile. Vogliamo raccontare quello che stiamo vivendo alla città, al Comune, e all’assessore al lavoro. Crediamo di avere il diritto di dire la nostra su questo, soprattutto di fronte alla verità ricostruita da chi non conosce la nostra vita e la nostra situazione perché è troppo occupato a difendere le aziende che ci sfruttano e la loro immagine.  Siamo costrette al congedo per badare a figlie malate che non possono rimanere a casa sole. Siamo madri separate, costrette a cambiare casa e vivere dai nostri parenti perché raggiungere l’interporto alle 5 del mattino o tornare a casa alle 23 non e’ possibile senza una macchina, madri che per fare il turno serale sono costrette a lasciare i figli ai compagni e ai mariti che lavorano come autisti di camion e che devono portarseli dietro, oppure siamo costrette a lasciarli a sconosciuti perché i nostri mariti lavorano dalle 5 del mattino alle 20 di sera”.

Le operaie dell’appalto Yoox ritornano anche a prendere pubblicamente parola, tramite una lettera diffusa dal Coordinamento Migranti: “Noi, lavoratrici Yoox in sciopero da tre settimane, vogliamo raccontare quello che stiamo vivendo alla città, al comune, e all’assessore al lavoro che oggi ha ricostruito la nostra vicenda durante il Consiglio comunale, annunciando di avere fatto una richiesta formale all’ispettorato per l’accertamento dei fatti di cui siamo protagoniste. Si è parlato di capire dove sta la verità e crediamo di avere il diritto di dire la nostra su questo, soprattutto di fronte alla ‘verità’ ricostruita da chi non conosce la nostra vita e la nostra situazione perché è troppo occupato a difendere le aziende che ci sfruttano e la loro immagine. Siamo donne sole, con figli interamente a nostro carico. Siamo donne sposate con figli, con mariti che hanno turni notturni inconciliabili con i nuovi turni imposti dalla Yoox. Siamo donne costrette al congedo per badare a figlie malate che non possono rimanere a casa sole. Siamo madri separate, costrette a cambiare casa e vivere dai nostri parenti perché raggiungere l’interporto alle 5 del mattino o tornare a casa alle 23 non è possibile senza una macchina. Una casa che spesso è impossibile trovare a causa del razzismo che troviamo anche fuori dal posto di lavoro. Siamo ragazze madri che hanno dovuto chiedere ai propri genitori di trasferirsi in Italia e ora viviamo in 6 in 50 metri quadri. Siamo madri che per fare il turno serale sono costrette a lasciare i figli ai compagni e ai mariti che lavorano come autisti di camion e che devono portarseli dietro, oppure siamo costrette a lasciarli a sconosciuti perché i nostri mariti lavorano dalle 5 del mattino alle 20 di sera. Le nostre figlie e i nostri figli non passano le serate davanti alla Tv come tutti gli altri bambini, e spesso passano le giornate senza vedere i genitori. Avere dei turni centrali per noi è essenziale, non è un capriccio come dice qualcuno che la verità delle nostre vite non ha mai dovuto affrontarla. I turni che Yoox ci sta imponendo non sono una misura presa contro il Covid, erano previsti da molto prima, e sappiamo che saranno mantenuti anche dopo, così come sappiamo che la proposta di una banca ore non è una soluzione per noi. Chiediamo alle istituzioni di intervenire perché in ballo c’è la nostra vita e il nostro futuro. Sentirci rispondere che ‘siamo poche’ e la maggior parte delle lavoratrici non si lamenta, non lotta, o che sono state capaci di organizzarsi per noi è inaccettabile. Lo ha detto Yoox, lo ha detto anche la Cgil, e questo non ci sembra diverso dalla dichiarazione fatta qualche giorno fa da un presidente di Confindustria: se muore qualcuno, pazienza, purché la produzione vada avanti. Davvero voi pensate che le nostre vite e quelle delle nostre figlie e dei nostri figli valgono così poco da non meritare una risposta e una soluzione? Davvero pensate che se non riusciamo a organizzarci è un problema nostro e siamo sacrificabili? Noi stiamo lottando con coraggio non solo per noi stesse, ma anche per tutte le donne che hanno paura di farlo perché sono davanti allo stesso ricatto che affrontiamo noi tutti i giorni. Se Yoox e il suo sindacato hanno bisogno di sminuire la nostra forza e la nostra vita evidentemente abbiamo toccato il loro punto debole. Noi siamo qui per una richiesta semplice e otteniamo risposte cariche di indifferenza e di odio. Il nostro Natale non sarà come quello dei responsabili Yoox, quello dei nostri figli e delle nostre figlie non sarà un Natale come quello dei bimbi ricchi. Chiediamo alla città e alle istituzioni di vedere questa verità e di darci una risposta concreta”.

Riferiscono di “un’ottima notizia in tempi di Covid”, intanto, i Cobas Lavoro privato. Si parla della firma di un accordo con l’azienda Randstad Services per il 2021/2022 sul premio di risultato per le/gli facchine/i del magazzino Gsi dell’Interporto. Tra i punti dell’accordo: premialità per tutti i dipendenti e tutte le mansioni, indennità freddo (si lavora a quattro gradi in tutte le stagioni), sette giorni retribuiti all’anno per malattia dei figli fino a tre anni. Dando notizia di questa intesa “esprimiamo tutta la nostra solidarietà alla lotta delle donne della Yoox di Interporto Bologna, le loro richieste sono anche le nostre- scrivono i Cobas- il loro sfruttamento è anche il nostro sui posti di lavoro. Nella logistica e in tutto il mondo del lavoro in Italia dove le donne hanno salari, livelli inquadramentali più bassi degli uomini, ma la fatica e gli orari disagiati sono gli stessi, così spesso le donne sono costrette a chiedere il part-time per i lavori di cura. Questo traguardo, raggiunto grazie alla lotta delle/i facchine/i del magazzino logistica Gsi, è un’apripista per tutte le lavoratrici, vogliamo che le aziende seguano questo esempio, più salario sociale, più salario, orari decenti e non disagiati anche in tempi di Covid, tutela di maternità/paternità, salute sicurezza sui posti di lavoro”.

Infine l’Sgb comunica di aver incontrato ieri i rappresentanti del Comune di Bologna e di Srm “per avere delucidazioni sulla vicenda della gara del servizio sosta e servizi complementari alla mobilità dalla quale Tper è stata esclusa, pare a causa di un errore nell’invio della documentazione necessaria. Non abbiamo ottenuto alcuna risposta dagli interlocutori trincerati dietro all’impossibilità di parlare dettata dalla procedura di gara ancora aperta, anzi ci è parso di capire che il Comune non abbia neanche intenzione di indagare sulle responsabilità dell’errore commesso da un azienda di cui è socio di maggioranza. Riteniamo che questo comportamento omertoso sia il segnale di una precisa volontà politica di privatizzare servizi oggi in capo a società controllate dagli enti pubblici, e indichi un cambio di passo rispetto ad un ragionamento di sinergia tra i vari settori afferenti alla mobilità cittadina; ci è difficile altrimenti credere che non si voglia condannare e sanzionare chi abbia commesso un errore così grave che, fra le altre cose, prospetta uno scenario di forte incertezza per gli oltre 130 lavoratori che fanno parte del settore sosta. A tale proposito ribadiamo che non esistono gare o privatizzazioni buone, tutte hanno in comune lo stesso obbiettivo: peggiorare le condizioni di lavoro abbattendo i diritti dei lavoratori. La gara della sosta non è un’eccezione. Prevede infatti la cessione di ramo d’azienda dei lavoratori di tper e la confluenza in una nuova società; restano pertanto tutte in piedi le preoccupazioni circa la tenuta occupazionale ed il mantenimento delle condizioni economiche oltre che dei diritti in generale. Sgb ha chiesto di convocare urgentemente una apposita udienza conoscitiva al fine di potere rappresentare compiutamente al consiglio comunale gli effetti della possibile assegnazione ad un soggetto diverso da Tper del servizio sosta, e per comprendere le ragioni che hanno portato, ad oggi, all’esclusione di Tper dalla procedura di gara. Se si ravvisassero mancanze in capo ai dirigenti dell’azienda, riteniamo che sia giusto che questi si assumano la responsabilità di aver privato i lavoratori della possibilità di avere una continuità nel passaggio, mettendoli così in una condizione di estremo disagio e incertezza. Per questi motivi Sgb ha avviato le procedure di raffreddamento ed è pronta a lottare al fianco dei lavoratori, con tutti i mezzi possibili, perché le scellerate scelte dell’amministrazione non ricadano sulle spalle dei lavoratori”.