Acabnews Bologna

Scade il Piano freddo, ”il Comune trovi una
soluzione per i richiedenti asilo” [audio]

Questa mattina conferenza stampa davanti a Palazzo D’Accursio per chiedere che venga messa in campo un’alternativa ai dormitori per i migranti, che spiegano: “Non possiamo rischiare di andare fuori dall’Italia per iniziare a soffrire di nuovo”.

28 Marzo 2017 - 17:11

Venerdì prossimo scadrà il Piano freddo del Comune di Bologna e a dover lasciare i dormitori non saranno soltanto i senzatetto, ma anche molti migranti richiedenti asilo che sono in attesa di un responso da parte della Commissione territoriale. Alcuni di loro, stamattina, hanno sollevato la questione con una conferenza stampa davanti a Palazzo D’Accursio, promossa insieme al Coordinamento migranti con il sostegno di Lazzaretto, No Borders e Accoglienza Degna. Come ha spiegato un giovane ivoriano di 32 anni, a Bologna dal 2014, a rischiare di finire per strada “sono più di 300 persone”. La richiesta al Comune è di “trovare una sistemazione per questa gente. Mettere fuori anche chi deve avere l’accoglienza non si può”, queste persone “non possono andare a vivere per strada. Abbiamo già dato le impronte qui e non possiamo andare fuori dall’Italia per iniziare a soffrire di nuovo”. I richiedenti asilo in attesa di un responso della Commissione “teoricamente, per legge, dovrebbero essere inseriti nel percorso dell’accoglienza- spiega il Coordinamento migranti- ma non lo sono, quindi il Comune cerca di risolvere il problema dell’accoglienza lasciando che i migranti stiano nei dormitori dove ci sono anche i senza fissa dimora, creando anche una serie di problemi e di conflitti”. E poi dopo l’inverno “li lascia fuori, all’addiaccio, al primo caldo, cosi’ come previsto dal Piano freddo, senza proporre loro nessuna soluzione”.

Questo succede a fronte di tempi di attesa per un responso della Commissione che, accusa il Coordinamento migranti, sono molto più lunghi di quanto dovrebbero: “Mentre per legge sono previsti 30 giorni queste persone possono aspettare dagli 11 mesi a più di un anno”. Un altro problema è dato dal fatto che “molti di loro non dispongono neanche di un documento, quindi girano in città rischiando anche di essere fermati”, segnalano gli attivisti del Coordinamento. Alla fine dell’iter, poi, sono “pochissime” le persone la cui richiesta va a buon fine: “Nel 2016 sono stati meno del 5% gli status di rifugiato riconosciuti. Poi e’ possibile che venga data la protezione umanitaria, che pero’ garantisce molte meno tutele ed è più limitata nel tempo”. Una nuova iniziativa pubblica dovrebbe vedere nei prossimi giorni i migranti di nuovo in piazza: l’obiettivo è “dare risalto non solo al problema della chiusura dei dormitori venerdì e quindi della richiesta al Comune di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile, ma anche inserire questo nel quadro più ampio e generale che sta riguardando i migranti negli ultimi anni. Un problema che non e’ solo nazionale, ma anche europeo”, concludono gli attivisti.

> Ascolta l’audio della conferenza stampa: