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Samp: la protesta dei lavoratori continua e l’azienda passa alle minacce

L’azienda vuole chiudere quattro stabilimenti tenendo in vita solo quello bolognese. Gli operai bloccano le merci e la Samp manda a dire: basta proteste o salta il prossimo incontro, previsto per lunedì.

05 Marzo 2010 - 13:22

I lavoratori della Samp non si accontentano: l’ipotesi di una cassa integrazione per 12 mesi (rinnovabile di altri 12), infatti, non basta a placare la loro. Tanto che l’azienda bolognese, di proprietà del gruppo Maccaferri, constatato l’inasprirsi delle tensioni e il blocco delle attivita’ (macchinari pronti e imballati che non riescono ad uscire dalle fabbriche per essere spediti ai clienti), lancia un severo avvertimento: cessino le iniziative che paralizzano l’attivita’ o salta la trattativa di lunedi’. La Samp, infatti, in una nota “auspica una cessazione dello stato di agitazione e un ritorno alla normalita’ in vista della riunione indetta per l’8 marzo, affinche’ tale riunione possa risultare costruttiva”.

Secondo la Samp, insomma, andrebbero premiati  gli sforzi fatti dall’azienda. Quello di cui si parla, però, sono impegni che servirebbero solo ad attuttire l’impatto della chiusura di ben quattro stabilimenti: Ortona (Chieti), Ascoli Piceno, Montecosaro e Chemnitz (Germania). Resterebbe solo quello di Bentivoglio, in provincia di Bologna, dove c’e’ la disponibilita’ a trasferire una quarantina di dipendenti di altre fabbriche. In uno slancio di disponibilità, l’azienda sarebbe perfino pronta a ragionare non di una cig per chiusura ma per crisi con l’impegno a trovare soluzioni per la ricoversione produttiva degli stabilimenti.

Gia’ nelle scorse settimane c’erano state forti proteste: corteo a Ortona di 800 persone (li’ i posti a rischio sono 139), ma anche scioperi e presidi a Bologna dove si temono 50 esuberi. E sotto le Due torri e’ approdata anche la protesta di un centinaio di dipendenti degli altri stabilimenti.