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Salpa “Mediterranea”: attivisti da Bologna sulla nave che monitorerà la rotta dei migranti

In mare perché “hanno criminalizzato la solidarietà e oggi non ci sono più ong”, di fronte a un naufragio “soccorreremo”. Tra le realtà promotrici c’è la bolognese Ya Basta.

04 Ottobre 2018 - 16:50

Nasce anche sotto le Due Torri l’azione “non governativa, di disobbedienza morale e obbedienza civile” promossa da una rete di organizzazioni che ha portato, ieri notte, alla prima missione della nave “Mediterranea” verso le acque internazionali “che separano le coste italiane da quelle libiche e svolgere attività di monitoraggio, testimonianza e denuncia della drammatica situazione che quotidianamente vede donne, uomini e bambini rischiare la propria vita, attraversando il Mediterraneo centrale, nell’assenza di soccorsi, nel silenzio e nella complice indifferenza dei governi italiano ed europei”. Tra le realtà promotrici c’è, infatti, anche Ya Basta Bologna.

Ne ha dato notizia un comunicato diffuso oggi: “Mediterranea è una nave di 37 metri – si legge – attrezzata per soccorrere, se necessario, chiunque rischi di morire in mare. L’equipaggio è composto di 11 persone e comprende anche un team di soccorso”.

“In una situazione – prosegue il testo – che vede da una parte un dramma senza fine nel Mar Mediterraneo a pochi chilometri dalle nostre coste e dall’altra la mistificazione della realtà con l’avanzare aggressivo dei nazionalismi e dei razzismi, la nostra scelta è attivarci, impegnarci concretamente, agire. Essere dove rischia la vita chi affronta in mare enormi pericoli: per noi questa è oggi la scelta giusta. E’ l’unica scelta per chi non si rassegna ad un’Italia e ad un’Europa fatta di porti chiusi, intolleranza, indifferenza complice. Per questo abbiamo scelto di salire a bordo e di seguire la rotta della civiltà”.

In conferenza stampa gli attivisti hanno spiegato che “sulla nave c’è personale sanitario e volontario specializzato nel salvataggio in mare. Ma noi nasciamo prima di tutto per un’opera di denuncia e monitoraggio, perché hanno criminalizzato la solidarietà e oggi non ci sono più ong in quel mare. Dal punto di vista armatoriale abbiamo uno studio legale importante che si occupa di tutti gli aspetti dei marittimi. Siamo un armatore sociale”. Di fronte a un naufragio “ci comporteremo come prescrive il diritto, cioé soccorreremo”.