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Roma / Un incontro nazionale per “sfidare il presente”

“L’ideologia neoliberista scricchiola”, dal 24 al 27 settembre 2015 “uno spazio di confronto e dibattito per sperimentare forme di sincronizzazione dei battiti del conflitto sociale”.

31 Agosto 2015 - 12:22

Roma, 24-27 settembre: quattro giornate di confronto, discussione e incontro

#Sfidare il presente!

Lotte e conflitti nel movimento e per i movimenti

presCon ritmo irregolare ma costante gli ultimi anni hanno definitivamente messo in luce come la promessa di un mondo capace di regolare da sé il mercato del lavoro, la produzione e la redistribuzione delle risorse sia stata tradita. Dopo decenni di egemonia sostanzialmente incontrastata, l’ideologia neoliberista scricchiola. Un’epoca storica si affaccia sull’orlo di una crisi di nervi, una civiltà intera è sospesa e trattenuta su un baratro. Crisi, recessione e ristrutturazione definiscono il piano instabile e in tensione del presente globale, costellato da un progressivo aumento della violenza sistemica per riprodurre un comando sempre più rapace e distruttivo di vite e ambienti. Uno scenario con cause di lungo periodo e novità recenti, entro il quale stanno continuamente ricombinandosi gli equilibri di potere senza riuscire però a trovare stabilità.

Nei territori in cui viviamo conflitti di ogni genere attraversano il tessuto sociale, mostrandoci che non siamo tutti sulla stessa barca, con buona pace di chi affermava la necessità di remare insieme.

Un caleidoscopio eterogeneo di lotte, forme di rifiuto, campi di contesa e contrapposizione, talvolta espliciti talaltra carsici, latenti, potenziali, delinea un informe spazio di potenzialità per aprire fratture nel nostro tempo. Queste correnti sociali, nell’attuale carenza di forme magnetiche che possano aggregarle e di forze che possano completamente liberarne le energie, sono ancora contenute in limiti che vanno ricercati anche nelle idiosincrasie e nelle carenze di capacità politica antagonista. Tuttavia all’interno di questo magma gli ultimi anni hanno anche prodotto, dentro tale quotidiano movimento, centinaia di attiviste/i e militanti che stanno coraggiosamente crescendo nelle lotte e nello scontro, spendendosi con generosità e osando laddove è necessario.

E’ a partire da questa figura dai tratti ancora confusi, dalle lotte e dalle pratiche di resistenza e solidarietà che si definiscono nei territori, che emerge la sincera ricerca e si avanza l’esigenza di costruire una nuova promessa per il riscatto collettivo. Nell’assenza di verità precostituite, di modelli o di ricette dati, è tuttavia chiaro come le condizioni di possibilità affinché questa promessa possa costituirsi e materializzarsi si possano determinare unicamente a partire dal principio della contrapposizione. Anche le esperienze che nella provincia-Europa si muovono sul terreno del governo e di una democrazia sempre più in crisi, avanzando una domanda di riforma del capitalismo – da Syriza a Podemos -, sono costrette a produrre la propria sfida politica sul terreno della rottura, e in questi casi a verificarne l’impossibilità di esiti positivi, di transizioni possibili tramite le forme della rappresentanza politica. Ogni ipotesi di ristrutturazione sistemica, proprio perché giocata ineludibilmente all’interno della gabbia d’acciaio definitasi attorno al nodo del debito e della finanza, si configura come colonizzazione e sfruttamento della vita intera.

E’ all’interno e a partire da questo groviglio di problemi che un quesito ci accomuna. Quali sono le condizioni, quali le metodologie e le pratiche che dobbiamo saper imporre per poter ritrovare una forza nostra, di parte e collettiva in grado di reggere oggi, nell’orizzonte di un ribaltamento dei rapporti di forza, lo scontro di classe e l’attacco a generazioni intere? Per poter muoversi nella ricerca delle risposte a tali quesiti è sempre più necessario partire da una doppia constatazione: da un lato vi è il tema di come eludere, aggirare, eccedere e abbattere i limiti che le lotte hanno manifestato negli ultimi anni, nella consapevolezza che tanti nuovi territori vanno esplorati; dall’altro bisogna registrare come la sperimentazione di incontri e intese a partire dalle lotte siano l’imprescindibile base di partenza per spazzare via la solitudine, consegnando una rinnovata forza e fiducia alle soggettività sociali. Esperienze preziose e complesse devono incontrarsi, confrontarsi, mettersi in discussione, ibridarsi e arricchire un patrimonio collettivo di saperi e pratiche costruiti su un’ostinata incompatibilità per aprire un campo di possibilità per nuovi processi di movimento.

Nell’epoca della crisi abbiamo bisogno di mettere al centro di un possibile dibattito comune e in divenire i temi della costruzione del conflitto, della sua legittimità e durata, del radicamento e dell’organizzazione di un movimento di parte, delle nuove forme dell’attivazione sociale e della ricerca di dare espressione a nuove soggettività emergenti senza che siano le agende della controparte o i triti riti della scadenza autunnale a darne la forma. Occorre mappare le linee di frattura che si affacciano sulla nostra parte di mondo, nella nostra classe, e costruire nuove forme di intervento politico. E’ a partire da chi si riconosce nell’urgenza di pensare, organizzare e praticare una sincera sfida al nostro tempo che, dentro una proposta aperta e tutta da esplorare, stiamo costruendo uno spazio di confronto, incontro e dibattito a Roma dal 24 al 27 settembre 2015, che possa essere un appuntamento per sperimentare forme di sincronizzazione dei battiti del conflitto sociale.

#SfidiamoIlPresente – Lotte e conflitti nel movimento e per i movimenti