Attualità

Roma / Sorveglianza speciale contro la lotta per la casa

Misura di prevenzione fortemente restrittiva della libertà personale per Luca e Paolo, attivisti del movimento per l’abitare, inflitta solo in base a un’arbitraria presunzione di pericolosità sociale. Il comunicato del movimento: “Decisione politica”.

26 Ottobre 2016 - 10:30

(da coordinamento.info)Nel tardo pomeriggio di ieri (lunedì, ndr) è arrivata la notizia che il Tribunale di Roma ha deciso di applicare la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno di 1 anno nei confronti di Luca, respingendo la stessa richiesta per uno studente.

Paolo non ha ancora ricevuto alcuna notifica, ma nel provvedimento emesso nei confronti di Luca si fa riferimento anche a lui: a entrambi viene attribuita un’indole violenta da cui desumere la loro personale pericolosità, essendo dediti alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza o la tranquillità pubblica.

Le misure di prevenzione limitano fortemente la libertà personale, prescindono dal presupposto della commissione di un fatto di reato e rappresentano uno strumento, nei fatti sanzionatorio, di contrasto del disagio sociale e del dissenso politico.

In Val di Susa, come a Roma, Pisa, Torino, Bologna e in tante città abbiamo assistito negli ultimi anni a un utilizzo tutto politico degli istituti di prevenzione, dentro uno sviluppo del diritto penale – un diritto “del nemico” evidentemente utile a combattere la guerra contro i poveri in corso – che punisce le soggettività, i comportamenti e gli stili di vita invece che i reati specifici. Cercando in questo modo anche di scoraggiare il conflitto e svuotare le piazze.

Come Movimento per il Diritto all’Abitare rispediamo al mittente una sentenza tutta politica che punisce Paolo e Luca per la loro capacità di gettare sempre il cuore oltre l’ostacolo e di spendersi generosamente insieme a chi combatte un sistema che prevede tante case senza gente affinché ci sia sempre più gente senza casa.

In questi anni è stato conquistato tanto, la dignità prima di tutto. Quella dignità che hanno provato a toglierci quando ci hanno sfrattati e buttati in mezzo a una strada, quando ci siamo ribellati ai centri di accoglienza, ai residence e al sistema dei campi combattendo contro un apparato che giudichiamo indegno e corrotto da molto tempo prima che esplodesse l’inchiesta della magistratura su Mafia capitale.

Abbiamo, in questi anni, lottato contro un governo che ha varato misure come il Piano casa, che invece di occuparsi di chi vive in emergenza abitativa ha provveduto a elargire finanziamenti per Expo, a distruggere quel poco che resta di edilizia residenziale pubblica e a punire con l‘articolo 5 chi ha trovato una soluzione occupando uno spazio vuoto.

Abbiamo strappato un risultato importante con la regione Lazio, che ha votato una legge e stanziato fondi per un piano di emergenza di recupero di abitazioni dal patrimonio pubblico e privato già disponibile.

Abbiamo difeso decine di persone dagli sfratti e fatto centinaia di manifestazioni. D’altra parte non conosciamo alcun altro modo per farci sentire quando davanti alle ingiustizie sociali palesi l’arroganza del potere e il suo apparato vorrebbero imporci di rimanere zitti.

Il tentativo di togliere la voce ai nostri compagni di lotta impedendogli di andare in piazza non fa altro che rafforzare la nostra determinazione nel continuare a lottare per i nostri diritti, contro chi chiude gli spazi di dissenso e di libertà.

A fianco dei nostri compagni e di Nicoletta e dei No Tav che stanno violando le imposizioni del Tribunale di Torino

#iostoconchiresiste #CeChiDiceNo

Movimento per il Diritto all’Abitare