Mentre prosegue tra violenze e saccheggi l’aggressione turca, con il sostanziale consenso di Usa e Russia, diecimila persone hanno manifestato ieri reclamando la fine dell’invasione e la liberazione dei prigionieri.
Le forze armate di Ankara invadono da ormai 23 giorni ampie porzioni del territorio della Federazione democratica della Siria del Nord, grazie al ritiro Usa e con il sostanziale consenso della Russia di Putin, e violando ripetutamente gli accordi di cessate-il-fuoco Ad affiancare le Syrian democratic forces curdo-assiro-arabe c’è stato per qualche tempo l’esercito del regime di Assad, che dopo aver mostrato tutta la propria inconsistenza quando viene meno il sostegno di Mosca, avrebbe iniziato nelle ultime ore il ritiro dalle zone di confine. Diverse testimonianze confermano i saccheggi e le violenze perpetrate dall’esercito turco e delle milizie jihadiste che lo fiancheggiano nei confronti della popolazione civile. Aggiornamenti quotidiani dal terreno vengono pubblicati quotidianamente sul blog di OpenDdb.
A sostegno delle popolazioni del Rojava ieri diecimila persone hanno manifestato a Roma, chiedendo la fine dell’attacco turco e la liberazione di Abdullah Ocalan come di tutti i prigionieri politici. Come ormai molte altre volte in occasione di cortei nazionali, si sono registrati casi di pullman provenienti da altre città fermati dalle forze di polizia alle porte di Roma per identificarne i passeggeri e controllare striscioni e cartelli.
Nuove manifestazioni sono previste per oggi in diverse città del mondo.
> Gli scatti inviati da un lettore di Zic:
