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Rischio sgombero per i rifugiati di via della Canapa

Il 5 luglio il Comune ha intimato lo sgombero, entro 15 giorni, ai rifugiati che vivono negli alloggi di via della Canapa. Lunedì 15 luglio’013 alle 15 presidio sotto Palazzo D’Accursio. Il comunicato di Harambe.

13 Luglio 2013 - 20:04

Altra gente senza casa non è la soluzione

Lunedì 15 luglio, alle ore 15, gli abitanti di via della Canapa, con ogni persona che sosterrà la loro causa, si troveranno sotto Palazzo d’Accursio per ricevere spiegazioni e soluzioni riguardo alla lettera che venerdì 5 luglio gli è stata recapitata. Una lettera di intimazione allo sgombero, esecutiva entro 15 giorni. Queste famiglie, rifugiati delle guerre dei Balcani negli anni ’90, sono inserite in un progetto comunale, volto a favorire l’inserimento e autonomia dei residenti, e non l’assistenzialismo che la consigliera Frascaroli vuole ora così tanto combattere. Il progetto doveva consistere in 2 passaggi: il 1° passaggio da una situazione di campo in roulotte, ad una di villaggio, con proprie e vere case e con pagamento di un affitto agevolato di 400 euro, più tutte le utenze; a un 2° passaggio, dal villaggio, comunque situato in periferia, completamente isolato, e non facilmente raggiungibile, ottimo per favorire l’inserimento sociale, ad una sistemazione che per chi poteva permetterselo, dopo gli innumerevoli sforzi del Comune per l’emancipazione dei residenti della Canapa, in una vera e propria casa acquistata o in affitto e per quelli ancora in difficoltà, la promessa di una casa popolare.

È inutile dire che tali sforzi del comune non sono andati a buon fine, anche perché non ve ne sono stati più di tanti. Il villaggio è stato seguito da Asp Poveri Vergognosi, dall’Acer e da coopertive, come quella che si occupa attualmente di svolgere il compito di accompagnamento verso una sistemazione privata degli inquilini di via della Canapa, compito affidatogli dal comune stesso, ma nessuna di queste ha mai avuto come vero compito la loro emancipazione. Tutto si è trasformato in mero assistenzialismo, cosa che però non è affatto colpa dei futuri sgomberati di via della Canapa, ma delle politiche sociali ed economiche del Comune che del significato della parola sociale hanno ormai ben poco.

Esse gravando ancora di più sulle famiglie in difficoltà, precari, giovani e anziani, e se questi sono stranieri ancora meglio, di modo che gli italiani possano almeno prendersela con qualcuno e sfogarsi; vi è poi una totale non curanza delle conseguenze che questa spirale d’odio creerà all’interno della società, provocando conflitti e violenza. Ora dopo più di 15 anni di mero assistenzialismo da parte del Comune e di non iniziata e portata a compimento dell’opera di un proprio progetto di autonomia della famiglie, l’amministrazione di Bologna ha deciso di sgomberare 7 famiglie, una è rientrata nella graduatoria delle case popolari nel 2012, cosa che non dovrebbe comunque consolare sul lavoro dell’amministrazione comunale. Queste 7 famiglie sono composte da 14 minori, 2 neo maggiorenni, anziani e malati certificati. Buttandoli per strada con un preavviso di 15 giorni, sapendo bene che per una famiglia i cui genitori sono disoccupati è praticamente impossibile trovare casa e sapendo benissimo di avere 10.000 immobili sfitti che possono essere risistemati, anche dalle persone stesse che sono alla ricerca disperata di una casa in questo momento, il Comune sta compiendo un atto illegale e speriamo, un atto, che venga contestato dall’intera cittadinanza, in quanto inumano.

Harambe