Acabnews Bologna

Rinviato uno sfratto in via Mattei

Picchetto con occupanti Porta Galliera e Social Log. Anche a Imola difesa una famiglia. Sgomberi, rabbia pompieri Usb: “Non siamo un reparto celere”. Tre fogli di via a arrestati Casa Mannaja, da Bologna… e da Chiomonte!

20 Giugno 2014 - 15:23

sfratto“Dopo tre giorni di occupazione del Condominio di via mura di Porta Galliera nel quartiere San Vitale, oggi abbiamo aperto le porte della lotta e della solidarietà e ci siamo mossi in quartiere per difendere la casa di Laila e dei suoi due bambini in via Mattei 80″, racconta Social Log diffondendo un comunicato. “Dopo un lungo picchetto la determinazione dei numerosi solidali presenti insieme a Social Log ha consentito di portare a casa il rinvio dello sfratto. Da anni ribadiamo che la morosità incolpevole causata dalla perdita del lavoro non può avere come conseguenza lo sfratto, la perdita della casa e nella migliore delle ipotesi lo smembramento delle famiglie in strutture separate. A tutto ciò si aggiunge il Piano Casa di Renzi che invece che predisporre delle misure per risolvere la problematicità dovute alla perdita di un redditto in famiglia ed investire nell’edilizia residenziale pubblica, attacca chi ha deciso di rompere il silenzio e la solitudine organizzandosi per dare una riposta collettiva ed immediata al problema della casa come fatto con le occupazioni dei due condomini di via Mario de Maria e di via Mura di Porta Galliera. Ribadiamo ancora una volta che le richieste dei movimenti di lotta per la casa come una moratoria sugli sfratti e il riuso del patrimonio sfitto ed inutilizzato siano gli unici strumenti reali per combattere l’emergenza e il disagio abitativo”.

Continua il comunicato: “Dopo la vittoria di stamattina il prossimo appuntamento è il corteo parade che partirà da piazza Verdi il 26 giugno alle 18, sarà il passaggio successivo dove le esperienze delle lotte sociali confluiranno metticiandosi per alzare il volume del conflitto in città, consci che se l’11 luglio abbia fatto paura come tappa nazionale tanto da far rinviare il vertice in autunno, ricordiamo a tutti coloro che difendono speculazione, privilegi ed ingiustizie di stare sereni, ci si vede ogni giorno in ogni lotta territoriale”.

Sempre oggi, intanto, la mobilitazione dei movimenti per il diritto all’abitare ha permesso di rinviare uno sfratto anche a Imola. “Grazie alla solidarietà dei compagni e delle famiglie della Rete di lotta per la casa Emilia-Romagna oggi una famiglia non è finita per strada”, spiega il Brigata36 su Facebook. “Dopo un giro comunicativo alla cittadinanza imolese la Rete di lotta per la casa chiede un incontro al vicesindaco Visani (assessore al welfare) perché quest’emergenza ha bisogno di risposte immediate e concrete!”.

E a proposito di emergenza abitativa, è da registrare un intervento delle rappresentanze Usb dei Vigili del Fuoco, decisamente contrariati da come è stato chiesto loro di operare durante lo sgombero di Casa Mannaja: “Cosa ci facevamo noi pompieri in quel contesto?”, si chiedono.

“Non siamo un reparto celere”, si legge poi nella nota: “Ci hanno chiamato a svolgere compiti non nostri, distraendo risorse indispensabili al soccorso tecnico urgente. Indispensabile un intervento presso il Prefetto di Bologna per chiarire una volta per tutte quali sono i compiti dei Vigili del Fuoco, quale il loro utilizzo in contesti di ordine pubblico. Necessario chiarire una volta per tutte che il nostro intervento è finalizzato all’incolumità delle persone, la salvaguardia della vita umana, noi facciamo soccorso tecnico urgente”.

“Non è pensabile che l’immagine dei vigili del fuoco – rincarano – sia assimilabile a quello di una forza repressiva, perché i vigili del fuoco sono un corpo che fa soccorso senza discriminare tra chi è bianco o nero, repubblicano o anarchico, cattolico o mussulmano, dobbiamo avere una identità super partes per garantirci di svolgere il nostro compito al meglio. Non perché siamo dei romantici idealisti, ma perché ci dobbiamo garantire di lavorare in assoluta tranquillità anche nelle aree più a rischio, senza essere individuati come quelli che sfrattano o sgomberano, o peggio gettano acqua per disperdere le persone, noi l’acqua la usiamo per spegnere gli incendi!”

Nel frattempo, ieri ha avuto luogo l’udienza di convalida degli arresti degli occupanti: per tutti e tre, si apprende dalla stampa mainstream, il gip ha optato per il divieto di dimora, sia a Bologna, sia (inusualmente) a Chiomonte, in Valsusa, sede del cantiere Tav.