Storia e memoria

Rimini / “Verità sulla morte di Florentina”

Adl Cobas e Rumori sinistri: “Finalmente autorizzato il sopralluogo nella cucina dell’albergo dove nel settembre 2013 fu ritrovato il cadavere di Florentina Ciobanu”.

13 Marzo 2014 - 11:49

Ad un anno dall’odg comunale sul lavoro sfruttato mai realizzato, autorizzato il sopralluogo alla Pensione Scilla dove è morta Florentina Ciobanu

Mercoledì 12 marzo 2014 l’avvocato Raffaele Pacifico, rappresentante legale della famiglia di Florentina Ciobanu, e la criminologa Dott.sa Roberta Bruzzone, nominata dal legale, potranno finalmente visitare la cucina dell’albergo riminese dove è stato rinvenuto, il 19 settembre 2013, il cadavere di Florentina Ciobanu, locali posti sotto sequestro dal PM Davide Ercolani incaricato del caso.

Dalla lettura della stampa locale emerge che la squadra mobile ha derubricato il caso come suicidio, nonostante il fatto che l’avvocato Raffaele Pacifico ha confermato che il caso è ancora aperto per omicidio e nonostante il fatto che le quattro istanze di accesso al fascicolo presentate dall’avvocato al PM competente siano sempre state rigettate. Possiamo quindi con tutta tranquillità affermare che il legale nominato dalla famiglia della Ciobanu non ha ancora avuto l’opportunità di visionare tutte le prove raccolte e contenute nel fascicolo. Ci sembra legittimo chiederci come mai si autorizzi il sopralluogo nella cucina dove Florentina è morta ma non sia data la possibilità all’avvocato che rappresenta i famigliari della scomparsa di visionare i materiali legati alle prime indagini (impronte sui coltelli, testimonianze raccolte ecc…).

ADL Cobas in collaborazione con Rumori Sinistri che sul Lavoro Gravemente Sfruttato hanno messo in campo diversi interventi di contrasto – dagli sportelli informativi, all’inchiesta militante, ai presidi di denuncia – hanno offerto da subito alla famiglia di Flo assistenza legale, proprio attraverso l’avv. Raffaele Pacifico del Foro di Forlì.

Infatti dopo pochi giorni dalla morte di Flo, Sandra Polini, una delle nostre attiviste e delegata sindacale, si è recata in Romania per far firmare la delega necessaria al marito di Florentina oltre ad essersi occupata di tutte le pratiche per il rimpatrio della salma.

“Questa azione si è resa necessaria proprio perché ogni dubbio fosse fugato rispetto a questa tragica morte – afferma Sandra Polini – e perché soprattutto si mettessero in campo tutti gli strumenti legali e di supporto investigativo.” Cosa che non è avvenuta per il precedente caso di Eva, l’altra lavoratrice stagionale rumena trovata nuda ed agonizzante da un passante su un marciapiede adiacente all’albergo dove lavorava. Era il 19 agosto del 2009.

Anche questo caso fu infatti archiviato celermente come suicidio dalla Procura della Repubblica, senza dare una risposta ai tanti dubbi che si celano dietro alle morti nelle aziende turistiche riminesi delle lavoratrici stagionali vittime comunque del Lavoro Gravemente Sfruttato.

Sfruttamento lavorativo che molto spesso si accompagna alla tratta di esseri umani e a condizioni di estrema povertà ed indigenza del contesto di provenienza come nel caso di Florentina. Quest’ultima infatti proveniva dalla provincia di Giurgiu (sud della Romania), dove solo il 15% della popolazione residente ha un’occupazione stabile mentre le case non hanno ne acqua, ne luce, ne servizi igienici.

Sulla dinamica e sulle probabili cause che hanno portato alla morte Florentina, vogliamo la completa chiarezza, in buona sostanza vogliamo la verità. È infatti da tantissimi mesi che l’avvocato Raffaele Pacifico attende l’autorizzazione per poter visitare i locali della Pensione Scilla dove Florentina lavorava e viveva e considerando anche il fatto, gravissimo, che il legale non ha mai avuto la possibilità – nonostante le richieste presentate ad Ercolani – di accedere ai fascicoli di indagine.

“Dal punto di vista epidemiologico – continua Sandra Polini – dobbiamo prendere atto che, dal 2009 al 2013, sono due le lavoratrici stagionali di nazionalità rumena che sono morte nel loro luogo di lavoro e di vita: l’albergo”.

“A ciò si aggiunge – prosegue Sandra Polini – la totale assenza di dati rispetto alle tantissime lavoratrici stagionali rumene che si recano al Pronto Soccorso o alla guardia medica per malesseri generali quali: svenimenti, emicranie, dolori articolari, nausea, vomito, insonnia”.

Spesso a queste donne sono rilasciati referti per “stress psicofisico” e come terapia oltre ai comuni antidolorifici sono prescritti ansiolitici e antidepressivi. Su questi temi, le ricerche sono scarsissime e il mondo medico, dei servizi sociali nonché dell’associazionismo femminile non vi ha dedicato le energie necessarie.

Il sopralluogo presso la Pensione Scilla, oltre ad essere autorizzato con estremo ritardo avviene in una settimana particolare. Il 14 marzo, infatti, ricorre un anno esatto dall’approvazione dell’ODG del consiglio comunale di Rimini sul Lavoro Gravemente Sfruttato.

“Anche noi abbiamo contribuito alla stesura di quello che lo scorso anno – prosegue Polini – ritenevamo uno strumento utile per le legittimare le lotte nel settore turistico stagionale, strumento che però è stato del tutto disatteso dalle politiche attuate dalla giunta comunale riminese”.

Nessuno dei punti approvati nell’ODG è stato infatti realizzato, nemmeno la campagna informativa, mentre si continua a parlare di ripristino della legalità per la vendita ambulante senza licenza o di infiltrazioni malavitose nell’economia del territorio, ci si dimentica che il Turismo (considerato settore strategico dell’economia territoriale) produce illegalità diffusa ed endemica, malessere sociale e povertà, nocività e malattia, nonché evasione fiscale a discapito di tutta la collettività.

Speravamo, erroneamente, che il Comune di Rimini mettesse in campo azioni concrete contro l’illegalità e si schierasse dalla parte di coloro che subiscono sfruttamento illegale. Così non è stato. Secondo noi le città non sono costituite solo di strade, supermarket, alberghi e automobili; bensì vi sono cittadini, istituzioni, sindacati, giornali e associazioni, che si dovrebbero interrogare sulle cause che generano tali tragedie umane.

La morte delle lavoratrici all’interno delle aziende turistiche ci turba e ci angoscia, che esse siano iscrivibile a femminicidio o suicidio e ci dovrebbe far riflettere sulla natura di questo territorio e di questa città.

Nelle prossime settimane sarà nostro compito organizzare iniziative che incalzino il Comune di Rimini su questi temi a partire dalla mancata attuazione dell’ODG sul Lavoro Gravemente Sfruttato approvato in consiglio comunale il 14 marzo 2013.

Adl Cobas E.R. – Ass. Rumori sinistri Rimini