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Riders: “Glovo inizia ad avere paura” e va a confronto col Comune

I ciclofattorini: “Scioperi funzionano”, azienda costretta a tenere “un incontro formale” a Palazzo D’Accursio grazie a un “conflitto che ne sta mettendo in crisi i dispositivi di sfruttamento”. Agitazioni anche a Torino, mentre protesta “continua ad allargarsi”.

25 Maggio 2019 - 17:39

“Gli scioperi funzionano, Glovo inizia ad avere paura!”: a scriverlo oggi è Riders Union Bologna, annunciando che l’azienda, “messa sotto pressione dalle nostre lotte, nella figura del responsabile Gabriele Cirieco, ha dovuto accettare l’invito del Comune di Bologna ad un incontro formale”. Se infatti “dopo la decisione di Glovo di ridurre le paghe e di consacrare il cottimo come modalità di pagamento, le/i riders hanno fatto sentire la loro voce scioperando, occupando lo sportello aziendale, mettendo il proprio corpo nella lotta, rischiando il posto di lavoro pur di ottenere la dignità ed i diritti calpestati ogni giorno”, dall’altra parte “la reazione dell’azienda era, in un primo momento, improntata al silenzio ed all’indifferenza. Glovo sperava che passasse la nottata per poter continuare a sfruttarci come prima, ma si sbagliava. Gli ultimi due scioperi – con una dinamica ascendente – hanno registrato un’alta adesione e dimostrato la possibilità di bloccare buona parte del servizio e fare davvero male alla piattaforma”.

Dopo una prima interlocuzione col Comune – scrivono i riders – “l’azienda ha dovuto ammettere di essere incapace di ovviare ad un conflitto che ne sta mettendo in crisi i dispositivi di sfruttamento. Nei prossimi giorni, dunque, la piattaforma incontrerà qua a Bologna l’assessore al lavoro Marco Lombardo. La notizia è senz’altro positiva: essa testimonia il fatto che i nostri scioperi hanno funzionato e hanno colpito al cuore il sistema del cottimo e la filosofia di un modello di impresa che estrae profitti dall’assenza di diritti. Glovo, però, ha ribadito che per il momento non è interessata ad incontrare noi lavoratori. Ma anche qui la loro è soltanto un’illusione. La loro retromarcia è solo iniziata, dato che noi continueremo a mobilitarci e scioperare sino a quando non saranno disposti ad incontrarci per siglare la loro resa. La nostra lotta continua ad avanzare e costringeremo presto tutte le piattaforme di food delivery a riconoscerci come lavoratrici e lavoratori a tutti gli effetti. Per Glovo e per le altre aziende è arrivata l’ora di mettersi l’anima in pace e le mani nel portafoglio. Riconoscimento, diritti e dignità: non siamo più disposti ad aspettare. Avanti riders!”

Fino a ieri tuttavia “la piattaforma, nonostante le nostre continue sollecitazioni avvenute durante gli scioperi e le mobilitazioni”, continuava “a non volere incontrare né noi né il Comune. È stato, al contrario, addirittura chiuso lo sportello rider dopo che, data l’assenza di risposte da parte dell’azienda, eravamo stati costretti ad occuparlo: lavoratrici e lavoratori si ritrovano così senza l’unico canale, per quanto individuale, di dialogo con i nostri datori di lavoro”.

Due giorni fa inoltre – scrivono i ciclofattorini – “le e i riders di Glovo hanno nuovamente scioperato a Torino. La protesta continua ad allargarsi e non si ferma: in tutta Italia le lavoratrici e i lavoratori non ne possono più del cottimo, delle retribuzioni troppo basse, della mancanza di assicurazione e diritti. Il modello d’impresa che Glovo porta sino alle estreme conseguenze è un rullo compressore da cui non vogliamo più farci schiacciare! L’azienda, inoltre, dopo due mesi dai termini di scadenza previsti dalla legge, non ha ancora inviato i cud ai riders, che si ritrovano così impossibilitati a presentare la dichiarazione dei redditi. Allo sfruttamento estremo si aggiunge anche questa ennesima vessazione, che testimonia una volta di più l’indifferenza di Glovo alle regole e al rispetto dei nostri diritti”.