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Riders, è di nuovo sciopero

Ieri sera i ciclofattorini di Glovo hanno bloccato il servizio, attraversando la città fino in piazza Maggiore, per protestare contro l’abbassamento del salario minimo orario e i “numerosi atteggiamenti intimidatori” subiti. Sgb: “Siamo con loro”.

12 Febbraio 2018 - 12:19

Ieri sera “i/le rider di Glovo hanno deciso di scioperare, bloccando per due ore il servizio, a seguito dell’introduzione del nuovo minimo orario, passato da 6 a 4 euro all’ora e di numerosi atteggiamenti intimidatori nei confronti di alcuni di noi! Abbiamo attraversato le vie della città di Bologna non per consegnare gli ordini come tutte le sere ma insieme, per scandire le nostre rivendicazioni. Facendo tappa nei McDonald’s e nelle principali attività servite da Glovo e concludendo con uno speaker corner in piazza Maggiore abbiamo raccontato la nostra condizione di lavoro e ricevuto tantissimi attestati di solidarietà da clienti e passanti”. Lo riferisce un comunicato a firma Riders di Glovo in mobilitazione, pubblicato sulla pagina di Riders Union Bologna. “Rifiutiamo il regime vessatorio e lo sfruttamento che si nasconde sotto questo finto contratto autonomo che ci viene imposto e vogliamo il superamento della paga a cottimo a favore del riconoscimento di una giusta paga oraria, un’assicurazione su infortuni e malattia a carico dell’azienda e la fine degli atteggiamenti discriminatori. Continueremo a mobilitarci per avere al più presto un incontro con i nostri manager, per discutere le condizioni lavorative in un clima di reciproco rispetto e riconoscimento!”, scrivono i riders.

Con la lott deri riders si schiera anche Sgb: “Abbiamo espresso solidarietà a questi lavoratori – scrive il sindacato – recandoci in piazza maggiore durante la protesta di ieri sera ed  impegnandoci a sostenerli nelle forme e nei modi che riterranno opportuni. Siamo con loro! Questa è una lotta che entra nel cuore pulsante del precarietà  e potrebbe essere da esempio per tenti altri giovani lavoratori. Una lotta che va sostenuta per sconfiggere la precarietà in tutte le sue forme”.