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Riders di Just Eat: “Noi truffati dall’azienda”

I fattorini in una lettera al colosso del food delivery: “Gli incentivi, che erano di 10 euro a ogni turno, dapprima dimezzati e dalla prossima settimana eliminati”, a ciò si aggiunge “una pessima e tante volte lesiva organizzazione dei turni”. Annunciata la mobilitazione in caso di mancata risposta.

06 Dicembre 2019 - 17:01

Riders di Just Eat – Bologna torna ad attaccare l’azienda di food delivery, che ancora una volta si è distinta per poco o inesistente rispetto dei lavoratori che consegnano per suo conto. I fattorini hanno inviato una lettera a Just Eat, mentre in un comunicato pubblicato nella serata di ieri hanno scritto: “Recentemente, dopo una prima fase di lauti compensi (indubbiamente una mossa di marketing della multinazionale), abbiamo visto scomparire e dimezzarsi gli incentivi previsti come paga per le consegne effettuate. Quei famosi ’10€ all’ora garantiti’ non erano altro che una truffa, una vera e propria menzogna!”

Questo il testo della comunicazione inviata all’azienda: “Siamo i rider attivi nella città di Bologna e vi contattiamo per esplicare la nostra delusione, nonché avere ulteriori spiegazioni inerenti al trattamento a cui siamo stati riservati dalla nostra assunzione fino ad oggi. In particolare, ci riferiamo ad una pessima e tante volte lesiva organizzazione dei turni, che premia solo ed esclusivamente chi è più redditizio dal vostro punto di vista e non offre a tutti la possibilità di poter lavorare e guadagnare uno stipendio dignitoso. A proposito del salario, alla nostra assunzione siamo stati letteralmente ingannati: ci è stato promesso un guadagno di ‘almeno 10€ all’ora assicurato’, ma la situazione che vediamo attualmente è quella di una distribuzione degli ordini non chiara, visto che non tiene mai conto della posizione geografica di un/una rider ma sembrano ruotare in base a statistiche a noi oscurate, nonché malpagata e non equa. Infine – concludono i riders -, gli incentivi che inizialmente erano sempre di 10€ ad ogni turno, sono stati dapprima dimezzati e poi, dalla prossima settimana, definitivamente eliminati. Non siamo assolutamente disposti a farci prendere in giro: conosciamo i nostri doveri, ma soprattutto pretendiamo i nostri diritti e chiediamo di ricevere un trattamento dignitoso e non degradante. Annunciamo una nostra autonoma e indipendente mobilitazione in caso di mancata risposta a questa lettera”.