Acabnews Bologna

Restano aperti i centri del piano profughi

Venti migranti inseriti nel piano freddo, per gli altri 55 ancora senza un tetto attivi Prati di Caprara e Villa Aldini fino al massimo al 31 marzo. Tpo: “Risultato non scontato, ma ci lascia insoddisfatti”.

05 Marzo 2013 - 19:21

Venti dei profughi del piano Nordafrica entrano già da stasera nel circuito del piano freddo, per gli altri 55 c’è l’impegno del Comune a interloquire con la Prefettura perché i centri dei Prati di Caprara e di Villa Aldini restino aperti finché non si trova una sistemazione per tutti, comunque non oltre il 31 marzo. Lo riferisce lo Sportello migranti del Tpo, al termine dell’incontro di oggi pomeriggio con il Comune.

> Il comunicato del Tpo:

La battaglia contro il fallimento annunciato dell’emergenza Nord Africa
I migranti conquistano il diritto di restare, nessuno finirà per strada

(foto Melting Pot)

Dopo due lunghe giornate di trattativa il risultato non scontato di poter garantire ai migranti un tetto per le prossime tre settimane ci lascia insoddisfatti.

Come annunciato, la pessima gestione dell’emergenza Nord Africa nella città di Bologna consegna centinaia di persone alla miseria e al circuito dell’assistenza temporanea in programmi di bassa soglia come il Piano Freddo. Un primo bilancio di questi 20 mesi di gestione emergenziale da parte della Protezione Civile e successivamente da parte della Prefettura ci mostra le conseguenze di una politica in materia di immigrazione che continua a considerare chi fugge da conflitti, persecuzioni e povertà come una presenza di passaggio, da lasciare nella totale precarietà ed incertezza di diritti.

Più volte abbiamo ribadito che sarebbe stato possibile fare diversamente, che con le ingenti risorse investite si potevano garantire percorsi di autonomia che, pur nelle difficoltà, avrebbero costruito maggiori prospettive di futuro. Così non è stato, e gli Enti Locali hanno avvallato nel silenzio un piano incoerente, macchinoso e costoso che ha finito per travolgerli, costringendo i Servizi Sociali del Comune ad affrontare nell’emergenza una nuova emergenza.

La garanzia che nessuno finirà per strada è certamente la grande conquista di una lotta quotidiana condotta dai migranti e dai movimenti che si sono opposti ad una prospettiva miserevole e disperata. La mancata occasione di rafforzare e sistematizzare politiche di accoglienza degna per chi chiede protezione e tutele perché fuggito dalla guerra contro il dittaore libico è sicuramente una sconfitta per questo paese, ma le responsabilità sono altrettanto chiare e definite, e ricadono su chi ha sottoscritto l’accordo Stato-Regioni che dichiarava lo stato di emergenza ed affidava le competenze ad un commissario speciale nominato dalla Protezione Civile, ma anche su tutti i sindaci e ammnistratori incapaci di creare opposizione e proposte alternative.

Cs Tpo