Acabnews Bologna

“Quelli del 36” in assemblea in centinaia, e parte il corteo [foto+video]

Dall’aula di via Zamboni 38, ieri sera, la decisione di manifestare solidarietà sotto casa di una dei due ragazzi arrestati venerdì scorso. In giornata striscioni di sostegno nelle scuole e blitz in vicepresidenza a Scienze Politiche.

15 Febbraio 2017 - 10:05

Centinaia di persone hanno preso parte ieri sera all’assemblea pubblica convocata dalle studentesse e dagli studenti contro i tornelli al 36. Un’affluenza così grande che, a Lettere in via Zamboni 38, è stato necessario attrezzare una videoconferenza in una seconda aula.

“Dopo l’ennesimo muro del finto tavolo abbiamo deciso di riprenderci la nostra biblioteca”, è uno dei primi interventi. “Il nostro compito è tenere questo luogo aperto. Il modello formativo è quello delle aule costrette dove non si puó produrre una socialità minima. Se l’università non aprirà quell’aula dovremo farlo noi, anche sapendo la risposta repressiva. Siamo davanti a un attacco ad una possibilità di vivere questa città al di fuori delle dinamiche del profittto, si vede con quello che sta succedendo a Xm24. Lanciamo un movimento a partire da qui. Siamo 500”

Negli interventi successivi, gli studenti confermano l’intenzione di manifestare questo giovedì e reclamano la riapertura del 36 e le dimissioni del rettore. Ma rimarcano anche che la responsabile delle biblioteche ieri ha detto che l’unico danno economicamente rilevante è stato la distruzione dell’antitaccheggio: “Chi c’era ha visto che è stato distrutto dalla polizia”.

A metà serata, la decisione è quella di muoversi in corteo da via Zamboni 38 verso la Cirenaica fin sotto casa di una dei due arrestati per il corteo di venerdì scorso (l’altro è residente fuori città). Dopo aver percorso le strade del rione, gli studenti hanno fatto ritorno in zona universitaria.

(l’articolo prosegue sotto i video)

Corteo "Sara libera"

Poco prima dell’inizio dell’assemblea, uno dei ragazzi attivi nella mobilitazione ha parlato con i cronisti, attaccando Merola, che ieri mattina a Radio 24 aveva parlato di “comportamenti violenti, da delinquenti”. La replica dal 38: “Prima di parlare di violenza, dovrebbe sciacquarsi la bocca e assumersi la responsabilità delle cose gravissime che ha permesso si verificassero nella sua città. La vera violenza e’ stata mettere i tornelli al 36 e far entrare la celere permettendo che aggredissero chi era li’ a studiare. Parla di violenza riferendosi agli scontri in piazza dopo lo sgombero, gli diciamo che e’ stata una reazione legittima: cosa dovevamo fare, chiedere scusa e andarcene dopo lo sgombero? Merola continua ad evitare il merito della questione, criminalizzando le istanze degli studenti”.

Ce ne è ovviamente anche per l’Ateneo: “Finora ha risposto alle nostre richieste di dialogo chiudendoci
le porte in faccia, oppure, come ha fatto la prorettrice sulla questione dei tornelli alla biblioteca del 36, dicendoci: ‘o vi va bene cosi’ o pace'”.

In mattinata, sul profilo facebook del Collettivo Autonomo Studentesco la notizia di un’azione nelle scuole in solidarietà agli universitari: “Noi studenti medi abbiamo appeso in alcune scuole bolognesi degli striscioni in solidarietà agli studenti universitari. Ormai scuola superiore e università vanno di pari passo nella mercificazione del sapere e nell’aziendalizzazione del luogo, ormai si punta a farci uscire solo come macchine che sanno fare il proprio lavoro, privi di un pensiero critico attivo. L’introduzione del badge nella biblioteca di via Zamboni 36 non è altro che uno sporco metodo per eliminare quel pensiero critico che da anni cercano di toglierci. Il 36 è uno spazio aperto e accessibile a tutte e tutti, è un luogo con una cultura propria che crea momenti di dialogo e di confronto, una cosa ben diversa dall’università silenziosa e sterile che vogliono imporre Coccia e Ubertini”.

In giornata era intervenuta anche l’Assemblea di Scienze politiche: “Questa mattina siamo andati a chieder conto ai responsabili di ciò che è successo più volte in questo ateneo negli ultimi mesi. Siamo andati in vicepresidenza a portare la rabbia di studenti e studentesse che in questi giorni, come un anno fa proprio in questa facoltà, sono stati spettatori e vittime della scellerata gestione dell’amministrazione universitaria: polizia nelle biblioteche contro studenti, e ad attenderci fuori da qui un futuro di precarietà e solitudine. Naturalmente ad aspettarci anche stamattina c’erano poliziotti in borghese della digos che hanno seguito alcune studentesse addirittura fin dentro le aule delle lezioni. Abbiamo portato la rabbia di chi, come ha scritto Michele prima di suicidarsi, si è visto derubato della propria felicità. ome nella biblioteca del 36 con i tornelli, anche Scienze Politiche dall’anno prossimo sarà segnata dalla stessa esclusione con barriere d’accesso, in questo caso il numero chiuso che negherà la possibilità di studiare a tantissimi giovani. La giustificazione è la carenza di soldi, giustificazione che però, come dimostrano i fondi spesi per i tornelli e la celere al 36, non regge assolutamente”. Allegando un video, gli studenti additano inoltre alla vicepresidente la responsabilità di aver chiesto l’intervento degli agenti”.

 

> Le fotografie scattate in corteo dai nostri inviati: