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Quando lo sgombero dev’essere politicamente corretto

Bufera sul vigile razzista scovato da Zic, con tanto di fascicolo aperto in Procura. Istituzioni e politica condannano il singolo agente, ma difendendo la Municipale.

09 Aprile 2013 - 19:45

Condanna sì, ma rigorosamente secondo la più classica dottrina della singola “mela marcia”. Nella bufera che si è scatenata sulle foto e i commenti postati su Facebook dal vigile urbano Giovanni T., svelati ieri da Zic  e poi spariti, il mondo istituzionale e politico della città non sorprende: le responsabilità del singolo agente vengono stigmatizzate e anche duramente,  ma guai a gettare la minima ombra sulla Polizia municipale. Allo stesso tempo, non si può non notare una certa retorica di fondo: sgomberare i rom e i senza tetto va bene e, non a caso, su questo terreno il Comune non lesina interventi; ma farlo aggiungendo qualche frase “politically uncorrect” questo no, proprio non si fa…

Nel frattempo, si apprende che la Procura ha aperto un fascicolo conoscitivo sul caso, per ora senza alcuna ipotesi di reato. Ieri sera e’ stato il comandante dei vigili di Palazzo D’Accursio, Carlo Di Palma, a fare la segnalazione alla magistratura. Lo stesso comando ha anche avviato una sorta di “inchiesta interna” sull’agente, che potrebbe portare all’adozione di provvedimenti nei suoi confronti.

Tornando ai commenti, il primo ad intervenire in giornata è stato il capogruppo del Pd in Comune, Francesco Critelli. Il suo auspicio è che arrivino presto “provvedimenti chiari”, questo “anche a salvaguardia di tutti gli altri agenti” perche’ “il comportamento scellerato di questo singolo rischia di ingenerare nella popolazione un giudizio complessivo che invece noi dobbiamo sforzarci di evitare”, dice Critelli. “Uno o comunque pochi singoli che si rendono protagonisti di queste dichiarazioni e comportamenti, che non esito a definire vergognosi, non ci devono assolutamente portare a un giudizio negativo sull’intero corpo della Polizia municipale, che e’ un corpo assolutamente sano, composto da persone oneste e capaci”. Per il dirigente del Pd, “non bisogna lasciarsi andare a prese di posizione o alimentare la polemica, perche’ nel momento in cui sono in campo i diretti responsabili devono poter svoglere loro attivita’ in mainera serena”. Più secco il commento dell’assessore Matteo Lepore: “Frasi non degne della divisa ne’ di questa città” e per le quali “non c’e’ alcun tipo di giustificazione”. Sempre in casa Pd, il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, dice: “Il caso delle dichiarazioni razziste e superficiali dell’operatore della Polizia municipale amareggia molto per due ragioni un razzismo strisciante da respingere e un’offesa per gli operatori della Polizia municipale impegnati ogni giorno per il rispetto della legalità. Spero che la persona interessata chiarisca pubblicamente la sua opinione. Sarebbe un fatto di civiltà”.

Sul caso è intervenuto anche il prefetto, Nicola Tranfaglia: “Se quanto riportato dalla stampa corrisponde al vero, non esito a definire quanto accaduto inqualificabile” e “mi auguro che la realtà non sia nei termini riportati”.

Infine, il sindacato di categoria Sulpm, a cui Giovanni T. non è comunque iscritto. “Pensiamo che sia un episodio molto grave e da condannare perche’ chi indossa una divisa deve stare attento a quello che dice e a quello che fa, perche’ noi siamo l’anello di congiunzione tra cittadini e amministrazione, tutto deve essere soppesato. Tuttavia, c’e’ da dire che Bologna non e’ come Milano o Roma, ci conosciamo tutti e su di lui non abbiamo mai rilevato criticità. Non ha mai dato problemi e ha sempre avuto una professionalita’ positiva. Speriamo che di questo episodio sappia dare una giustificazione”.