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Proteste sotto la Prefettura: “No al decreto Salvini!”

Si Cobas: “Un attacco frontale contro i diritti dei lavoratori e degli immigrati, è necessaria un’ampia mobilitazione”. Sgb: “Il Dl punta a garantire sicurezza ai padroni e neutralizzare chi rivendica migliori condizioni di vita e lavoro”.

26 Novembre 2018 - 15:25

Mattinata di proteste davanti alla Prefettura, oggi, contro il decreto sicurezza firmato dal ministro Salvini. In piazza Roosevelt si è svolto un primo presidio convocato dai Si Cobas. “Diciamo no al Decreto ‘Sicurezza’! Siamo in tanti a respingere il razzismo e le misure securitarie di questo Governo infame!”, è il messaggio del sindacato di base. “Con il Decreto ‘Sicurezza’ il ministro dell’Interno Salvini lancia un attacco frontale- scrivono i Si Cobas- contro le lotte dei lavoratori e contro gli immigrati. Contro le lotte dei lavoratori: trasforma i blocchi stradali in reati penali, punibili fino a sei anni (12 per gli organizzatori). Con una legge del genere in Francia oggi avremmo centinaia di migliaia di ‘criminali’ da mettere in prigione… Questa norma è stata chiesta al governo dal presidente di Confetra, l’associazione dei padroni dei trasporti, per colpire i picchetti nella logistica, ma potrà essere applicata a ogni corteo o presidio stradale non autorizzato. Inasprisce le pene contro gli occupanti di case, mentre nelle grandi città viene scatenata un’ondata di sgomberi che gettano sulla strada famiglie con bambini a inizio inverno. Estende l’applicazione del Daspo urbano (inflitto ai licenziati Fca che hanno osato protestare a Roma). Contro gli immigrati: elimina il permesso per protezione umanitaria, il principale canale di regolarizzazione dei richiedenti asilo. L’obiettivo è far aumentare gli immigrati senza permesso, da consegnare agli sfruttatori del lavoro nero, e alle reti criminali non potendo lavorare in modo regolare: altro che ‘sicurezza’! Raddoppia da tre a sei mesi il periodo massimo di detenzione nei Cpr per l’identificazione ed espulsione. Colpisce con la revoca del permesso di soggiorno e della cittadinanza gli immigrati accusati o condannati per determinati reati. È necessaria una mobilitazione di massa la più ampia possibile contro l’approvazione di questo decreto e contro la sua applicazione in caso di approvazione”.

Un secondo presidio (con sosta sotto le finestre del Comune, prima di arrivare davanti alla Prefettura) si è svolto su iniziativa di Sgb: “Il Senato ha approvato con il voto di fiducia il cosiddetto decreto sicurezza e il 28 novembre andrà al voto della Camera per divenire definitivamente Legge. Un decreto che parla chiaro: garantire sicurezza ai padroni e controparti, neutralizzare tutti coloro, lavoratori e non, che rivendicano migliori condizioni di vita e di lavoro. Nel binomio sicurezza/immigrazione, voluto fortemente dal Governo, si prefigura con certezza l’ aumento di una massa lavoro clandestina e ricattabile. Ciò non può che portare ad un abbassamento delle tutele e del costo del lavoro ai minimi termini, ad una maggiore concorrenza e lotta tra poveri. Insomma una ulteriore impoverimento della classe lavoratrice, sia essa ‘nera’ o ‘bianca’. Questo per noi il motivo di fondo per il quale siamo fortemente contrari al Dl Sicurezza e immigrazione, che, quasi con ironia, porta il numero 113! Il Dl Sicurezza trasforma manifestazioni, scioperi e picchetti da infrazioni amministrative in reati penali punibili con anni di carcere o con la perdita del diritto di cittadinanza per gli immigrati. Molti di noi e dei lavoratori che in questi decenni hanno condotto battaglie per il posto di lavoro, contro i licenziamenti o per contratti dignitosi, secondo la ratio di questo decreto, dovrebbero stare in galera! È evidente che questa politica mira a sterilizzare quegli strumenti di lotta che nella pratica sono gli unici nelle mani dei lavoratori. Queste politiche sono il degno proseguo di quelle del governo Renzi e del ministro Minniti che hanno avviato la pratica sulla sicurezza militare, alla rincorsa delle destre. Sgb respinge con forza questo decreto, la vera sicurezza è quella sociale: reddito, welfare e lavoro per tutti, temi posti al centro del recente sciopero generale del 26 ottobre da cui ripartire nel percorso di costruzione del sindacato di classe”.

Un ulteriore presidio, all’insegna delle parole d’ordine “No al Decreto Salvini, diritti per tutti!” è promosso da Usb Federazione del Sociale, associazione Sopra i ponti, associazione Asahi, Associazione lavoratori marocchini in Italia, Noi restiamo, Asia-Usb: programmato per venerdì scorso ma poi rinviato causa pioggia, il sit-in è stato riconvocato per domani alle 18 in piazza Nettuno. Dall’appello: “In questi giorni  la Camera procede alla conversione in legge del decreto Salvini su sicurezza e immigrazione. Se questo dovesse accadere, il paese conoscerebbe un avanzamento nelle politiche discriminatorie, repressive e securitarie che già erano state portate aventi dal precedente ministro Minniti. Il decreto, infatti, colpisce innanzitutto i migranti ma non solo, ci riguarda tutti. Le modifiche del sistema di accoglienza e permessi porteranno a una situazione di estrema emergenza per molti richiedenti asilo, venendo meno il permesso umanitario, ma anche a una forte perdita di posti di lavoro per gli operatori a causa della restrizione del sistema Sprar. Dall’altra parte, non viene intaccato il sistema di lucro di molte cooperative finanziate con fondi pubblici che ha portato a scandali come quello dei grandi centri di Cona e Bagnoli, spesso con la copertura delle prefetture. Al contrario, già si parla di aprire nuovi grandi centri inumani, come il Cpr di Modena. Inoltre, il falso binomio “migranti-sicurezza” continua a essere il pretesto per introdurre misure repressive alle forme di lotta sociale organizzata, che spesso negli ultimi anni hanno visto in prima linea proprio lavoratori migranti a difendere diritti di tutti i lavoratori, come nei settori della logistica e del bracciantato”.