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Protestarono contro i tagli, processo annullato

Due docenti e militanti dei Cobas erano accusati per un presidio sotto le Due torri nel 2010. Il loro legale ha sollevato una questione di nullità per il decreto di citazione in giudizio, accolta dal giudice.

20 Maggio 2013 - 20:23

Il giudice ha annullato il decreto di citazione in giudizio in base al quale, stamattina, il Tribunale di Bologna avrebbe dovuto giudicare i due docenti, attivisti dei Cobas, accusati di aver promosso un presidio contro i tagli alla scuola nel 2010. Il loro avvocato, Mario Marcuz, ha sollevato una questione di nullità per il decreto riguardante entrambi gli accusati. In un caso perche’ non era stata indicata in concreto la condotta per cui al docente veniva contestato il capo d’accusa, nell’altro perche’ al prof veniva imputato di aver preso la parola durante la manifestazione con un megafono, ma, ribadisce Marcuz, “ci sono due sentenze della Corte costituzionale in cui si chiarisce che questa condotta non e’ un reato”. Il giudice ha accolto la richiesta di annullamento, chiedendo al pm titolare del fascicolo di riformulare il decreto di citazione in giudizio. Cosa che, precisa Marcuz, non e’ obbligatoria: l’accusa potrebbe anche decidere di lasciar cadere il caso prima che intervenga, fra due anni, la prescrizione.

Prima dell’udienza, sulla vicenda si era espresso il Cesp: “E’ significativa la coincidenza dell’udienza del processo di chi ha manifestato contro i tagli alla scuola pubblica con l’ultima settimana di campagna sul referendum bolognese in cui la difesa della scuola pubblica è nelle mani sei singoli cittadini e associazioni contro tutte le forze politiche e la curia, vergognosamente unite nel difendere i finanziamenti incostituzionali alle scuole private”.